Tempi drammatici: Election/44
Inviato: martedì 13 luglio 2021, 9:00
Infuria la seconda guerra mondiale. L’Italia, stretta alla Germania dallo sciagurato “Patto d’Acciaio”, è impegnata su più fronti in una guerra che non è in grado di combattere efficacemente. Gli episodi di valore estremo, come El Alamein o i combattimenti nel fango della Grecia o nelle steppe russe, dimostrano il coraggio dei combattenti ma anche le scarse potenzialità belliche dell’industria nazionale. Il Regno Unito ha vinto due anni prima la “Battaglia d’Inghilterra”, gettando le basi della vittoria futura, ma le sorti del conflitto sono ancora incerte, nonostante l’entrata in guerra degli USA.
In Italia le famiglie attendono con ansia le lettere dei loro cari al fronte ed i razionamenti mettono un’ipoteca pesante sul futuro delle prossime generazioni. Nelle città, le maggiori delle quali purtroppo assaggeranno presto i bombardamenti aerei, si vive ancora l’atmosfera surreale d’una vita “normale” dominata dall’ansia, dalla propaganda e da illusioni che ben presto, solo l’anno successivo, svaniranno come neve al sole. E’ in questa realtà che nasce negli stabilimenti d’una ditta del torinese la stilografica che vi presento oggi, testimone muta del coraggio silenzioso di chi, pur in frangenti tanto drammatici, affrontava, nel miglior modo possibile, le sue esperienze di vita. Pur non trattandosi d’una penna di pregio particolare, la Election/44 mi ha incuriosito, complice la mia passione per le stilografiche degli anni Trenta e Quaranta, specialmente se belle come questa.
Confesso che non avevo mai sentito parlare del marchio, del resto non menzionato neppure dal nostro pur ottimo wiki. Anche la classica ricerca in rete non ha portato a nulla, il che non stupisce, perché persino Letizia Jacopini si limita ad una semplice menzione della Election, a pag. 242 del secondo volume del suo “La storia della stilografica in Italia 1900 – 1950”, affermando che si trattava di stilografiche in bella celluloide colorata, con alimentazione a pulsante di fondo o a stantuffo, prodotte negli anni Trenta e Quaranta, con particolari laminati e pennini d’oro ed ipotizzando una produzione torinese. Una cosa un po’ stupisce: sappiamo bene che il regime imperante in quegli anni in Italia non vedeva di buon occhio le terminologie esterofile; ciononostante, per questo marchio si scelse un inglesismo… La celluloide utilizzata per il fusto ed il cappuccio di questo esemplare è molto piacevole e robusta. Le dimensioni sono importanti:
- lunghezza chiusa: 135 mm
- lunghezza aperta: 123 mm
- lunghezza aperta con il cappuccio calzato: 164 mm
- lunghezza del cappuccio: 61 mm
- diametro massimo del fusto: 13,2 mm
- diametro medio della sezione: 9,2 mm
- diametro del cappuccio: 15 mm
- sacchetto: 63 x 8,5 mm
- barra di compressione: 75 x 3,6 mm
- alimentatore: 30 x 5,5 mm
- pennino: 31 x 7,4 mm
- peso: 20 gr (scarica)
- peso del cappuccio: 7 gr Il pennino, marcato “Nobil iridio extra”, è in acciaio e, provato a secco, si manifesta scorrevole e realmente flessibile. Probabilmente, è frutto d’una sostituzione operata nel corso della seconda guerra mondiale, o della mancanza di metallo nobile tipica degli anni 1940 - 45.
L’alimentazione è a pulsante di fondo ed il sacchetto è di grandi dimensioni.
Il bilanciamento è molto buono e la penna cade molto bene in mano, dando anche una certa soddisfazione grazie alle dimensioni ed alle proporzioni generose. Il cappuccio, che quando è calzato non crea problemi di bilanciamento, non presenta fori d’aereazione, ospita una clip di buona flessibilità con motivo a freccia (abbastanza in voga in Italia in quegli anni, anche per via del suo simbolismo politico) e si chiude in un giro e tre quarti. Questo genere di stilografiche, spesso ignorato o snobbato dai collezionisti, racchiude in sé molta storia di gente comune: quel tipo di storia che popola la vita di tante famiglie, che nel nascondimento e nella modestia portano da sempre il peso maggiore.