Ciao a tutti!
Vorrei condividere con voi le mie opinioni, e chiedere anche un riscontro da parte vostra, sui quaderni Pigna Monocromo Quaxima 100 (ho provato quelli a quadretti 4M).
Ho commesso l'errore madornale di prenderne un pacco da dieci senza prima essermi accertato della loro adeguatezza per stilografica, e ora mi ritrovo con una carta a dir poco pessima. Innanzitutto un lato del foglio è più ruvido, e paradossalmente è quello con la resa migliore, e un tratto è più liscio, e qui l'unico piacere che se ne ricava è quello dato dal pensare che prima o poi si volterà pagina: l'inchiostro sembra non attaccare bene, la pagina è scivolosa, e in particolare il lato interno della pagina è talmente scivoloso che la penna può addirittura smettere di scrivere. In effetti anche al tatto la carta sembra diversa.
Francamente non li consiglierei mai.
Voi li avete provati?
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30 novembre 2024 - Hotel I Portici, via dell’Indipendenza 69
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Pigna Monocromo Quaxima 100
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Pigna Monocromo Quaxima 100
Si, molte volte. C'è un'estrema variabilità per quanto riguarda la qualità/finitura di quei quaderni.
Alcuni li ho trovati anche fin troppo ruvidi, dalla parte della pagina appunto, ruvida.
Preferisco inoltre, quando riesco a trovarla, la quaxima da 80g/m2. Oltre a piacermi di più per la miglior gestibilità di una pagina più leggera e sottile, i pochi che ho provato erano anche buoni e piuttosto costanti da entrambi i lati della pagina.
Sono passato ad altre 'carte preferite' in ogni caso
Alcuni li ho trovati anche fin troppo ruvidi, dalla parte della pagina appunto, ruvida.
Preferisco inoltre, quando riesco a trovarla, la quaxima da 80g/m2. Oltre a piacermi di più per la miglior gestibilità di una pagina più leggera e sottile, i pochi che ho provato erano anche buoni e piuttosto costanti da entrambi i lati della pagina.
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Pigna Monocromo Quaxima 100
Sì.
La Quaxima 100 è una carta che conosco molto bene, al punto da poter affermare che non è possibile conoscerla, almeno allo stato attuale.
In realtà è una carta di qualità, a mio avviso calibrata (almeno originariamente) soprattutto per l'uso con inchiostro biro (che uso regolarmente insieme alla stilografica), in grado di valorizzarlo al massimo. Il vero problema è la differenza qualitativa tra vari lotti, comune anche ad altri produttori, in misura maggiore o minore; alla fine non si sa mai cosa si sta comprando ed è proprio per questo che io, quando mi approccio a questa carta, compro sempre e solo in cartoleria, un solo esemplare, e se incontra le mie necessità compro il pacco dello stesso lotto.
Ci potrebbe essere però aria di cambiamento.
Alcuni giorni fa ho acquistato due quaderni a righe, formato A4, di quelli nuovi marchiati "Monocromo100" in copertina, credendo di star comprando due quaderni per la biro. Come faccio di solito ho testato alcuni inchiostri stilografici nel foglio centrale e sono rimasto interdetto: nonostante la superficie apparisse piuttosto strutturata, la carta ha retto meravigliosamente bene tutti gli inchiostri (una ventina, alcuni davvero penetranti e difficilmente gestibili). La cosa è singolare, perché la Quaxima100 non ha mai avuto quel comportamento in maniera così evidente. Nella stessa cartoleria ho acquistato anche due quadernetti A5, sempre Pigna, in carta riciclata (Pigna Nature, 50 eurocents l'uno): stesso, identico comportamento, del tutto inaspettato, una carta straordinaria per la stilografica (ho chiesto alla cartoleria di mettermene via un pacchetto da 10 dello stesso lotto).
In passato, parlando con un amico il cui lavoro è connesso con la produzione e distribuzione della carta, si era parlato del fatto che mai come oggi c'è una disponibilità mostruosa di inchiostri stilografici, anche premium e in edizione speciale (leggi molto costosa), e che chi produce carta potrebbe essersene accorto; di conseguenza, dato che sistemare adeguatamente la produzione non è poi così difficile, perché non farlo? Di certo aziende come Pigna hanno modo e maniera di farlo.
Staremo a vedere.
La Quaxima 100 è una carta che conosco molto bene, al punto da poter affermare che non è possibile conoscerla, almeno allo stato attuale.
In realtà è una carta di qualità, a mio avviso calibrata (almeno originariamente) soprattutto per l'uso con inchiostro biro (che uso regolarmente insieme alla stilografica), in grado di valorizzarlo al massimo. Il vero problema è la differenza qualitativa tra vari lotti, comune anche ad altri produttori, in misura maggiore o minore; alla fine non si sa mai cosa si sta comprando ed è proprio per questo che io, quando mi approccio a questa carta, compro sempre e solo in cartoleria, un solo esemplare, e se incontra le mie necessità compro il pacco dello stesso lotto.
Ci potrebbe essere però aria di cambiamento.
Alcuni giorni fa ho acquistato due quaderni a righe, formato A4, di quelli nuovi marchiati "Monocromo100" in copertina, credendo di star comprando due quaderni per la biro. Come faccio di solito ho testato alcuni inchiostri stilografici nel foglio centrale e sono rimasto interdetto: nonostante la superficie apparisse piuttosto strutturata, la carta ha retto meravigliosamente bene tutti gli inchiostri (una ventina, alcuni davvero penetranti e difficilmente gestibili). La cosa è singolare, perché la Quaxima100 non ha mai avuto quel comportamento in maniera così evidente. Nella stessa cartoleria ho acquistato anche due quadernetti A5, sempre Pigna, in carta riciclata (Pigna Nature, 50 eurocents l'uno): stesso, identico comportamento, del tutto inaspettato, una carta straordinaria per la stilografica (ho chiesto alla cartoleria di mettermene via un pacchetto da 10 dello stesso lotto).
In passato, parlando con un amico il cui lavoro è connesso con la produzione e distribuzione della carta, si era parlato del fatto che mai come oggi c'è una disponibilità mostruosa di inchiostri stilografici, anche premium e in edizione speciale (leggi molto costosa), e che chi produce carta potrebbe essersene accorto; di conseguenza, dato che sistemare adeguatamente la produzione non è poi così difficile, perché non farlo? Di certo aziende come Pigna hanno modo e maniera di farlo.
Staremo a vedere.
L’opera d’arte è sempre una confessione.
Umberto Saba
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