Presentazione di un nuovo arrivato.
Inviato: lunedì 5 aprile 2021, 2:20
Buongiorno a tutti, sono Luca dalla provincia di Verona. Sono arrivato qui dopo aver acquistato in un mercatino un'Aurora 88P a un prezzo che non dirò mai e che mi fa un po' ammattire. Non avevo mai preso in considerazione l'idea di poter migliorare o addirittura riparare una stilo, e qui mi si è aperto un mondo!
Sono sulla sessantina e sono stato tra i primi "remigini" a non dover fare i conti con gli oscuri calamai che, scomparsi dai banchi, erano richiamati dai buchi nei banchi che li avevano alloggiati che per noi bimbi di sei anni erano una affascinante risorsa di fantasticherie e distrazioni. Nel cassetto del grande tavolo della cucina delle prozie ( oggi tavolo di casa mia ) pescavo scatoline colme di strani oggetti che senza dubbio erano giocabili come astronavi o jet da battaglia e che altro non erano che i pennini calligrafici coi quali le care ziette avevano fatto tanta pratica alle magistrali delle suore Orsoline.
Le stilo le trovavo, già dimenticate, nella scrivania di papà geometra che per motivi professionali era sempre armato con gli attrezzi più moderni. Al liceo, un po' per la smania di distinguermi e un po' annoiato dalla pletora di pennacce a sfera che popolavano l'astuccio sempre secche sempre lercie sempre senza cappuccio e sempre.. degli altri, iniziai a tirarle fuori una alla volta finché arrivò il turno della Pelikan nera a stantuffo.. che si attaccò alle mie mani e non le lasciò più fino alla laurea in Ingegneria. Mia moglie mi regalò per la laurea una Parker Duofold Centennial, bellissima e monumentale ma, ahimè inutilizzabile nel mio lavoro in fabbrica, sempre col naso sui macchinari e dove si scriveva poco e quel poco al computer. Poi un brutto giorno la Parker cadde dalla giacca, il pennino si piegò ( e fu sostituito) ma decisi che oggetti di tanto valore non si potevano mettere a rischio nella vita convulsa e confusa che allora facevo. Così le stilo scomparvero al sicuro e le boccette di inchiostro si seccarono fino al giorno di un paio d'anni fa i cui mi imbattei in una Aurora 88P pagata ad un prezzo che non dirò mai..
Sono sulla sessantina e sono stato tra i primi "remigini" a non dover fare i conti con gli oscuri calamai che, scomparsi dai banchi, erano richiamati dai buchi nei banchi che li avevano alloggiati che per noi bimbi di sei anni erano una affascinante risorsa di fantasticherie e distrazioni. Nel cassetto del grande tavolo della cucina delle prozie ( oggi tavolo di casa mia ) pescavo scatoline colme di strani oggetti che senza dubbio erano giocabili come astronavi o jet da battaglia e che altro non erano che i pennini calligrafici coi quali le care ziette avevano fatto tanta pratica alle magistrali delle suore Orsoline.
Le stilo le trovavo, già dimenticate, nella scrivania di papà geometra che per motivi professionali era sempre armato con gli attrezzi più moderni. Al liceo, un po' per la smania di distinguermi e un po' annoiato dalla pletora di pennacce a sfera che popolavano l'astuccio sempre secche sempre lercie sempre senza cappuccio e sempre.. degli altri, iniziai a tirarle fuori una alla volta finché arrivò il turno della Pelikan nera a stantuffo.. che si attaccò alle mie mani e non le lasciò più fino alla laurea in Ingegneria. Mia moglie mi regalò per la laurea una Parker Duofold Centennial, bellissima e monumentale ma, ahimè inutilizzabile nel mio lavoro in fabbrica, sempre col naso sui macchinari e dove si scriveva poco e quel poco al computer. Poi un brutto giorno la Parker cadde dalla giacca, il pennino si piegò ( e fu sostituito) ma decisi che oggetti di tanto valore non si potevano mettere a rischio nella vita convulsa e confusa che allora facevo. Così le stilo scomparvero al sicuro e le boccette di inchiostro si seccarono fino al giorno di un paio d'anni fa i cui mi imbattei in una Aurora 88P pagata ad un prezzo che non dirò mai..