Un tramonto di classe: Sheaffer Legacy 2 Palladium
Inviato: domenica 21 marzo 2021, 16:31
E’ nel Settembre di quell’anno, solo due anni prima dell’acquisizione da parte del gruppo Bic, che Sheaffer, uno dei grandi nomi del panorama stilografico mondiale, lancia quello che probabilmente può essere considerato il suo ultimo modello di punta: la Legacy. Ispirata alla “Pen For Men” (o PFM, com’è spesso nominata) del 1959, la Legacy ne riprende in gran misura le forme ed all’incirca le dimensioni, ma se ne discosta per i materiali ed il sistema di caricamento. Caratteristica importante: ne mantiene il bellissimo “inlaid nib” (pennino intarsiato), a sua volta introdotto proprio con la Pen for Men e che presto divenne un’icona del marchio.
Proposta inizialmente con corpo nero e tre diversi tipi di cappuccio in finitura metallica, la serie Legacy s’arricchì ben presto di modelli con fusto colorato, così come di versioni in argento massiccio, anche lavorato. Alla Legacy 1 successe la Legacy 2, proposta in tre serie diverse: Tradition, Perspective e Trendsetter, che offrivano modelli dall’estetica via via più moderna e meno tradizionale, ma senza eccessi.
L’esemplare che vi presento oggi è una Legacy 2 Perspective Palladium, da alcuni anche denominata “Starlite”, con corpo e cappuccio in palladio e finiture placcate in oro a 23 carati.
Si tratta di una stilografica che non passa inosservata e che pure non eccede, risultando abbastanza “leggera” alla vista. Il sistema di caricamento è il famoso “Touchdown” di Sheaffer, introdotto nel 1949 ed utilizzato su molti modelli, come le Touchdown, le TM, le Tip-Dip e le Imperial. La guaina di protezione del sacchetto che funge da serbatoio d’inchiostro è realizzata in metallo placcato d’oro a 23 carati.
Ma con questo modello Sheaffer desiderò affiancare a questo metodo d’alimentazione anche quello più pratico delle cartucce e quello del converter. In buona sostanza, la Legacy offre tre diverse possibilità di caricamento, a tutto vantaggio della praticità e della versatilità d’uso. Una stilografica molto curata, anche nei dettagli, fino al sottilissimo filetto dorato alla base della sezione. Lo sforzo profuso da Sheaffer per produrre una penna di prima classe è evidente e, a mio parere, ha ottenuto pieno successo.
Ma ecco alcuni riferimenti dimensionali:
Lunghezza chiusa: 139 mm
Lunghezza aperta: 121 mm
Lunghezza aperta con il cappuccio calzato: 146 mm
Lunghezza del cappuccio: 62 mm
Lunghezza della sezione: 28 mm
Diametro massimo del fusto: 12 mm
Diametro massimo del cappuccio: 12,8 mm
Diametro medio della sezione: 11 mm
Peso: 38 gr
Peso del cappuccio: 12 gr.
Il bellissimo pennino intarsiato, un capolavoro d'eleganza e di stile, s’estende per gran parte della sezione. Realizzato in oro a 18 carati, è morbido e molto scorrevole.
La penna s’impugna molto bene ed il materiale plastico della sezione rende la presa salda e confortevole.
La lunghezza dell’impugnatura è in grado di soddisfare ogni preferenza ed anche con cappuccio calzato, che s’inserisce molto bene sul corpo, il bilanciamento è ottimo.
Il peso non è eccessivo, ma dà una certa soddisfazione e ben si sposa all’importanza della penna.
Il punto bianco, da decenni l'emblema del marchio, svetta discretamente alla sommità della clip che, dotata di meccanismo interno a molla, assicura sempre la giusta presa nel taschino.
Il cappuccio si chiude a scatto, dando una sensazione di notevole fermezza. La scrittura si rivela pronta, generosa e senza difetti, anche su una carta difficile come quella del blocco che ho utilizzato per la mia prova.
Chi preferisce l’utilizzo delle cartucce, in questo caso proprietarie, noterà che la tensioattività dell’inchiostro Sheaffer Skrip causa un po’ di spiumaggio sulle carte di qualità scadente, ma non è certo colpa della stilografica, ovviamente.
Utilizzo la Legacy 2 da diverso tempo e debbo dire che non mi ha mai tradito, neppure in caso d’uso saltuario.
La considero davvero un ottimo strumento di scrittura e ritengo che sia il “canto del cigno” di un marchio prestigioso che, sin dalla cessione a Bic e, successivamente, ad AT Cross, stenta a ritrovare la grandezza d’un tempo.
Come sappiamo, non è il solo, purtroppo…