PLATINUM – 3776 Century
Inviato: sabato 20 marzo 2021, 19:46
Nulla ci appartiene, ma tra le dodici marche di stilografiche più rappresentative, questo modello è tra i più nominati. Lo strumento scelto da me, porta un pennino Soft Fine (SF), che non indica che è leggermente elastico, ma che assume il significato di indicare che è tra un Medio e un Fine. In pratica è come dire dolcemente fine e non un poco elastico (assolutamente no). Come la maggior parte delle stilografiche, sia vintage sia nuove, lo strumento ha bisogno di qualche giorno e diversi fogli scritti per rendere il meglio di se e andare in carreggiata. Questo tipo di pennino è veramente devastante nel tipo di scrittura piccola, infatti, riesce a dare il meglio di se quando si tenta di scrivere in caratteri così minuscoli da mettere in pericolo la nostra vista. Il pennino nuovo nei primi millimetri di scrittura tende ad andare a vuoto (attenzione può dipendere dal tipo di inchiostro utilizzato, nel caso specifico il Diamine Jet Black, assai sabbioso e problematico), ma conoscendo tale piccolo rebus, inizio a premere per un millesimo di istante (quando la lascio per qualche tempo a riposo). In genere alla prima ricarica, tendo a utilizzare inchiostri particolarmente difficili, per mettere alla prova lo strumento, poi con calma e serenità e prove sul campo, cerco di trovare la soluzione più adeguata e il "plasma" più adatto per i nostri piccoli grandi tesori. Alla prova del nove, fra qualche giorni ricaricherò la 3776 Century con il mio "asa-gao iroshizuku" (ne esistono altri più economici, ma eccellenti in fatto di fluidità) e lì avrò conferme o recuperi brillanti. Spesso lo scrivente provetto si adatta allo strumento, altre volte (raramente o spesso) è la stilografica a prendere in prestito le cattive abitudini del suo proprietario (mancino o destrorso che sia). La 3776 Century è una penna che non concede nulla all'originalità, possiede un abito classico nella versione nera (per me affascinate), ma non è da meno quando quando indossa il Blu o il Bourgogne.
Scrive un altro appassionato: “Il pennino è un po’ rigido, ma tutto sommato flessibile nei tratti verticali, effettuando una certa pressione, il tratto si allarga (non ovviamente di molto, essendo un SF); ed, infine, pur essendo molto fine, non dà affatto la sensazione di “grattare” la carta. […]
Risponde Marco Chiari: “Il pennino dell 3776 SF ( soft fine ) è un vero fine, ben più sottile dei fratellei europei. Lasciando scorrere le punta senza applicare alcuna pressione si ottiene un tratto molto sottile. […] Infatti uno dei pregi della Platinum è quello di essere molto sensibile all'inclinazione ed alla variazione dell'angolo d'attacco del pennino. Più di altre soft giapponesi, questa, è in grado di allargare il tratto anche nella calligrafia inclinata.” (2016)
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Aggiunge XFer: “Io ho la Platinum 3776 con pennino SF e ti dico che è estremamente sottile, ben più sottile di tutti i pennini giapponesi F che ho, ben più sottile dell'F delle TWSBI. Ti dirò, per quanto mi riguarda, essendo uno che ha la mano leggerissima, è talmente sottile da essere quasi inusabile, e io adoro i tratti fini. La mia recensione con relativi confronti, magari ti fai un'idea più completa..” (2016)
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Prosegue XFer: “La più particolare è senza dubbio la Platinum: il suo pennino SF lascia un tratto incredibilmente sottile, praticamente un capello. Non è neppure paragonabile al F della Pilot: si direbbe 2 misure più sottile. In effetti, è talmente sottile da essere poco visibile anche con un nero intenso come il Noodler's BB. Considerando l'estrema finezza del tratto, la scorrevolezza (almeno con questo inchiostro) è buona: niente false partenze, nessun salto. La penna scrive al primo colpo anche dopo una settimana di sosta, grazie anche al tipico cappuccio sigillato Platinum. Il pennino è un Soft Fine, ma non è che sia tanto Soft: ha sì un po' di flessibilità, ed effettivamente premendo il tratto si allarga non poco ("prendendo" circa due misure), ma a quel punto inizia a graffiare e impuntarsi (anche con lo scorrevolissimo Aurora Black). Dunque preferisco usarla senza pressione alcuna, con il tratto sottilissimo che mi consente di prendere appunti anche in spazi minuscoli.”
Scrive Luca: “Io ho una Platinum 3776 che utilizzo principalmente con il suo converter ma, quando ho fretta e devo ricaricare oppure la porto in giro senza poter rientrare a casa per qualche giorno, prendo l'adattatore Platinum, ci schiaffo una cartuccia Pelikan e via ... Comodissimo!”
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Adattatore, che si interpone tra cartuccia (standard Pelikan) e penna (innesto proprietario Platinum), ma il riduttore potrebbe alterare il flusso (in alcuni casi), nel senso che le cartucce non proprietarie messe su con quell'affarino rendono la penna un po' stitica.
Matteo scrive: “Io ho una 3776 SF e non te la consiglio. Non è una penna "facile" e secondo me non ha un pennino da tutti i giorni. È indubbio che la variazione di tratto ci sia: il fine Platinum è un extra-extra-fine europeo e spingendo si può arrivare ad un tratto broad. Però il pennino va premuto considerevolmente (dunque affatica) e "graffia" la carta. Lo definirei un po' scorbutico. Da quello che leggo vorresti una scrittura morbida e scorrevole, con un po' di morbidezza. A mio parere la Platinum non offre queste caratteristiche.”
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Altro parere: “Anche se fuori tempo visto che l’acquisto é gia stato fatto, rispondo che la Pilot Custom 74 è nettamente migliore in tutto per me rispetto alla Platinum, flusso migliore, pennino più scorrevole più piacevole, più morbido, meno scorbutico... allo stesso prezzo o quasi non ho dubbi su quale ricomprerei.”
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Scrive Gionni: “Qualche giorno fa è arrivata dal Giappone una Platinum 3776 degli anni 80, nera e con pennino M. Ero curioso di provare questa penna, di cui esistono molte recensioni pressocchè tutte positive . Siccome usa cartucce o converter Platinum, mi sono procurato un adattatore che permette di usare cartucce internazionali. Inserita la cartuccia, non è uscito inchiostro. Ho allora lavato il puntale che ha spurgato parecchio inchiostro nero. Strano, perché il venditore aveva scritto che il gruppo scrittura era stato pulito... Comunque, una volta pulita, la penna ha preso a funzionare a poco a poco, finché il flusso di inchiostro si è stabilizzato e ho potuto apprezzare una scrittura regolare con flusso di inchiostro costante né abbondante né scarso. Il pennino è assai rigido con assenza totale di variazione di tratto, cosa che personalmente gradisco poco. Pur essendo un medio scrive come un vero fine europeo. A differenza dei pennini Sailor che finora ho provato questo qui dà una sensazione più gradevole di scrittura, avendo una sorta di molleggio dell'intero pennino, pur mostrando, come ho scritto, assenza di variazione di tratto. E' un pennino di dimensioni grandi, forse quasi "ostentate", nel senso che non passa certo inosservato. La penna è di dimensioni piuttosto grandi e di una resina-plastica a mio parere un po’ troppo leggera e povera. S’impugna però molto bene e non affatica la mano. La clip del cappuccio ha un aspetto secondo me poco riuscito, troppo piatta e anonima, pur essendo funzionale. Insomma, è una penna interessante anche se non è la mia penna ideale, perché prediligo le penne di dimensioni medio-piccole e con pennino almeno un pò flessibile. E' chiaramente una versione poco pregiata della gamma Platinum, ma l'ottimo pennino d'oro la rende un prodotto apprezzato. La mia è una versione più vecchia della nuove Century, che potrebbero essere diverse nel materiale del corpo penna oltre ad avere un meccanismo che sigilla il pennino a cappuccio inserito.” (20129)
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Non fermatevi ai voti che do in pagella, in genere l'appassionato di stilografiche riceve complimenti per essere il proprietario di un oggetto di scrittura (come se fosse il padrone di una Ferrari oppure di una macchina d'epoca), questo vale quando lo strumento è raro, vintage oppure bello, eppure il classico stile a sigaro è un mondo intramontabile, spesso lo si ama o lo si odia, senza vie di mezzo. Lo stesso discorso si può fare per i tipi di pennini, per me che amo il flusso abbondante ma che mi faccio avvolgere da questo pennino, imparandone a dosare le conseguenze e le ripartenze, i dossi e l'impevia via della scrittura veloce, assai meno fascinosa di una calligrafia stupenda e lasciva. Non dimentichiamoci mai che le penne giapponesi nascono (spesso, non sempre) per un sistema di scrittura particolare. Il moderno sistema di scrittura della lingua giapponese utilizza tre principali tipi di caratteri: logogrammi (kanji), due sillabari (hiragana e katakana) e l'alfabeto latino in casi ristretti (rōmaji).
SCHEDA TECNICA
Brand: Platinum
Collezione: Platinum 3776 Century
Colore: nero
Edizione: regolare
Materiale Corpo: resina
Materiale Pennino: oro 14 KT
Tipologia Pennino: rigido
Caricamento: cartuccia/converter proprietario
Converter Incluso: si
Paese di Produzione: Giappone
Tipologia Cappuccio: vite
La presenza del sistema brevettato “slip and seal” (ovvero: infila e sigilla), dovrebbe evitare l’evaporazione dell’inchiostro per circa un paio d’anni (assicura la Platinum). In realtà si tratta di una sorta di “controcappuccio” interno che, avvitando la penna fino in fondo, attiva la spinta di una molla metallica che sigilla completamente il gruppo pennino, prevenendo, così, l’evaporazione troppo rapida dell’inchiostro. Certamente una trovata interessante che sarà apprezzata soprattutto da chi scrive in maniera saltuaria, lasciando la penna inutilizzata per lunghi periodi.
Finiture: oro
Lunghezza (chiusa): 139 mm
Lunghezza (corpo penna): 119 mm
Lunghezza (cappuccio): 67 mm
Diametro (corpo): 14 mm
Peso (totale): 20 g
La guardo, la riguardo e l'ascolto, prima di ogni prova di scrittura, tendo a sentire se gratta sulla carta, guardo l'estetica, ma cerco di cogliere in ogni penna le sue qualità piuttosto che i suoi punti deboli, ma se ci sono non bisogna dimenticarli, studiarli, per risolvere (se si può) l'arcano mistero delle "false ripartenze" o dei leggeri scricchiolii. Se per me non esiste il 10 su 10 (perché non è di questo mondo la perfezione), anche se li vedo spesso, la miglior penna che raggiunge l'otto pieno esiste, anche se non sarà la mia ed è sempre questione di gusti, lasciamoci andare al sorriso, a quel tipo di sogno che porta un ragazzo a mettere volti all'ingegno umano e all'anziano a sorridere verso giudizi così schematici, così personali (talvolta assurdi), che ci rende così liberi di pensare quello che si vuole. Non si litiga per un colpo di penna, ma ci può sfidare a duello per l'onore della propria stilografica!
PAGELLA – VOTO: 7,75
Costruzione, originalità e aspetto: 8,5 (classica a sigaro, cappuccio a vite)
Rapporto qualità prezzo: 8 (il pennino oro 14kt ne fa un’ottima e conveniente occasione)
Sistema caricamento: 7 (ordinario cartuccia/converter)
Scrittura: 8,5 (il pennino Soft Fine si dimostra affidabile e di buona prestazione)
Nota positiva: ti rende quello che hai speso con generosità e affidabilità.
Nota negativa: manca quel qualcosa per renderla unica.
Riccardo Affinati
Cit. “La scrittura non è magia ma, evidentemente, può diventare la porta d’ingresso per quel mondo che sta nascosto dentro di noi. La parola scritta ha la forza di accendere la fantasia e illuminare l’interiorità.” (A. Appelfeld)NOTE:
Sigla Dimensione
EF Extra-fine
F Fine
M Medio
O Medio-Obliquo
B Largo (Broad)
BB Doppia larghezza
BBB Tripla Larghezza
OF Obliquo fine
OB Obliquo largo
OBB Obliquo doppio
M Musicale (Music nib)
KF Kugel fine
KM Kugel medio
KB Kugel largo
Le forme più conosciute dei pennini per stilografiche si possono così riassumere:
- CLASSICO: forgiato a lancia, più o meno larga. Quelli usati per le “Safety” (stilografiche con pennino a scomparsa totale) erano molto più snelli;
- TUBOLARE (TRIUMPH): verso il fondo ha una sezione circolare che avvolge l’alimentatore;
- CORAZZATO: piccolo, poco visibile, all’interno di una cuffia (carenatura) che è la diretta continuazione del corpo penna (Parker 51);
- VETRO: vetro forgiato principalmente a spirale o a fiamma. Particolarmente diffuso dagli anni venti ai quaranta;
- TRIM-FASHION: simile al classico ma con spalle molto meno evidenti, più slanciato, tende a chiudersi sui lati;
- HAND-SET: a coda di rondine, utilizzato particolarmente dalla Sheaffer nella serie “Targa”;
- SAFETY: totalmente rientrante nel corpo penna dopo il suo utilizzo, particolarmente usato negli anni venti (vedasi Classico).