Visconti Wall Street LE: storia di un'adozione.
Inviato: domenica 11 novembre 2012, 21:24
Mi sono spesso definito un utilizzatore e mai un collezionista di stilografiche e questo presupposto mi ha sempre imposto un numero limitato di penne, mai più di quante non ne riesca ad utilizzare regolarmente.
In realtà poi finisce spesso col succedere che le persone che ti vogliono bene, ti cedono stilografiche di valore, perchè quando glie ne parli capiscono che nei loro cassetti un regalo così importante sta ingiustamente vivendo un criosonno immeritato...
e allora lo affidano a te.
Ho sempre odiato le Visconti. E' una idiosincrasia da razzista ignorante determinata soprattutto da quel modo di fare la clip e di metterci il logo sui lati che guardavo schifato, con l'espressione di quando mia moglie cucina il cavolo a mia insaputa e una zaffata mi investe quando apro la porta rientrando dal lavoro... e invece... sputa che ti ricade in faccia.
Ieri si presenta mio suocero a casa con un regalo mai usato, un cofanetto pesante (sembra uranio impoverito rivestito di pelle) con all'interno una Visconti Wall Street LE Blu corredata di documentazione, numero di serie limited (892/4000) e inchiostro originale a parte... apro e capisco immediatamente che è una penna della miseria. La prima cosa che faccio è metterla a bagno per ripulirla dall'unica carica di inchiostro che ha avuto in vita sua, dopo aver studiato a spanne il meccanismo a siringa rovesciata con doppio serbatoio piccolo/grande, ossia questo qua:
tale sistema brevettato a siringa fa in modo che un serbatoio grande riempia uno piccolo, quello dove è presente la finestra di ispezione: quando l'inchiostro finisce, si svita la parte terminale della penna e il serbatoio piccolo si riempie nuovamente. Subito emergono ai miei occhi un pregio ed un difetto:
il pregio è che la penna è eccezionalmente facile da pulire, si lava in un attimo con due stantuffate di acqua pulita ed è subito pronta... straordinario: con la 149 ed il suo stantuffo tight mi viene il latte alle ginocchia.
il difetto è che ho l'impressione che la penna possa macchiare più facilmente, un paio di volte mi sono ritrovato con le dita inchiostrate, dopo aver riposto la penna chiusa in orizzontale. Se chiudo la penna dopo un pò ogni tanto trovo l'interno del tappo e l'impugnatura con qualche goccia di inchiostro... non ho capito se qualcosa del meccanismo mi sfugge Riesco ad ovviare alla cosa togliendo ogni volta l'inchiostro dal piccolo serbatoio ogni volta che la trasporto o la lascio in orizzontale ferma per un pò: non ho capito se questo è normale (e quindi così si fa) oppure no.
Il fusto è bello da rincretinirsi, praticamente ipnotico, specie per un ignorante di Vintage come me che non ha mai visto dal vero una Parker Vacumatic in vita sua.
La struttura è fatta con tanti di strati di celluloide (si, la penna è di celluloide) pressati e guarniti con della madreperla colorata che viene polarizzata magneticamente: tutta la struttura viene poi tornita trasversalmente alle lamine e questo dona un disegno striato che ti fa stare li a rigirartela tra le mani con lo sguardo inebetito dai riflessi azzurri.
La sezione trasversale è quella che Visconti chiama quadratura del cerhio, francamente la trovavo dubbia, ma dopo due ore mi sembrava già meravigliosa, non fosse altro per il fatto che finalmente ho una penna che non rotola senza il tappo, facendomela fare addosso ogni santa volta. Sembra davvero di guardare un grattacielo di Manhattan di notte, non è una forzatura pubblicitaria, davvero sembra così.... è bellissima.
Eccovela qua,
cominciamo subito con le anomalie simpatiche: quando la penna è chiusa il tappo e il fusto non sono allineati e come ho potuto notare anche dalle osservazioni di rembrandt e vikingo60... sono in buona compagnia.
guardate però come brillano gli inserti di madreperla inseriti nella celluloide
La clip ha una cerniera tenuta in tensione da una molla e si comporta come un vero e proprio meccanismo rigido (molto bello): ma il fatto che ci sia una cerniera fa in modo che la stessa non sia mai perfettamente allineata, ossia in asse col tappo, quando la si guarda di fronte e non di profilo (questo è meno bello, ma è simpatico)
Le dimensioni sono da penna grande ma non grandissima... per capirci Pelikan M800, Montblanc 146, Duofold Centennial e così via: pesa 43 grammi sulla mia bilancia della cucina e chiusa misura 14,7 cm.
Guardate il tappo e ditemi se non sembra un grattacielo newyorkese di notte....
Il pennino è un F 18K ha una forma piuttosto snella (abituato a quell'aquilone della 149 ) con dei motivi che mi sembrano riprodurre il classico giglio fiorentino. Il foro tra i rebbi è invece particolarissimo, fatto come uno spicchio di luna in una notte araba...
ed ora vediamo come scrive....
la fluidità è eccezionale ed è sostanzialmente dovuta in gran parte al fusso più grosso che abbia mai provato, al limite del problematico. Caricata col Pelikan 4001 royal blue fa un tratto molto più scuro della mia 149, a parità di pennino (F) la mia cicciona tedesca ha un'erogazione anoressica. I miei maledetti moleskine soffrono da morire, di bleedtrough e un pò meno di feathering che almeno con il Pelikan riesco a contenere abbastanza bene. Ho ottenuto invece un bel comportamento su un Pigna Monocromo a quadretti, che usa mia figlia in seconda elementare e questo alla faccia dei quaderni da aperitivo milanese da 15 euro.
In conclusione, quello che per ora posso dire è che è la penna più personale in mio possesso, quella che mostra le cose più belle e meno belle. Sono felice perchè diabolicamente compensa ciò che non avevo:
Abbracci,
Antonio.
In realtà poi finisce spesso col succedere che le persone che ti vogliono bene, ti cedono stilografiche di valore, perchè quando glie ne parli capiscono che nei loro cassetti un regalo così importante sta ingiustamente vivendo un criosonno immeritato...
e allora lo affidano a te.
Ho sempre odiato le Visconti. E' una idiosincrasia da razzista ignorante determinata soprattutto da quel modo di fare la clip e di metterci il logo sui lati che guardavo schifato, con l'espressione di quando mia moglie cucina il cavolo a mia insaputa e una zaffata mi investe quando apro la porta rientrando dal lavoro... e invece... sputa che ti ricade in faccia.
Ieri si presenta mio suocero a casa con un regalo mai usato, un cofanetto pesante (sembra uranio impoverito rivestito di pelle) con all'interno una Visconti Wall Street LE Blu corredata di documentazione, numero di serie limited (892/4000) e inchiostro originale a parte... apro e capisco immediatamente che è una penna della miseria. La prima cosa che faccio è metterla a bagno per ripulirla dall'unica carica di inchiostro che ha avuto in vita sua, dopo aver studiato a spanne il meccanismo a siringa rovesciata con doppio serbatoio piccolo/grande, ossia questo qua:
tale sistema brevettato a siringa fa in modo che un serbatoio grande riempia uno piccolo, quello dove è presente la finestra di ispezione: quando l'inchiostro finisce, si svita la parte terminale della penna e il serbatoio piccolo si riempie nuovamente. Subito emergono ai miei occhi un pregio ed un difetto:
il pregio è che la penna è eccezionalmente facile da pulire, si lava in un attimo con due stantuffate di acqua pulita ed è subito pronta... straordinario: con la 149 ed il suo stantuffo tight mi viene il latte alle ginocchia.
il difetto è che ho l'impressione che la penna possa macchiare più facilmente, un paio di volte mi sono ritrovato con le dita inchiostrate, dopo aver riposto la penna chiusa in orizzontale. Se chiudo la penna dopo un pò ogni tanto trovo l'interno del tappo e l'impugnatura con qualche goccia di inchiostro... non ho capito se qualcosa del meccanismo mi sfugge Riesco ad ovviare alla cosa togliendo ogni volta l'inchiostro dal piccolo serbatoio ogni volta che la trasporto o la lascio in orizzontale ferma per un pò: non ho capito se questo è normale (e quindi così si fa) oppure no.
Il fusto è bello da rincretinirsi, praticamente ipnotico, specie per un ignorante di Vintage come me che non ha mai visto dal vero una Parker Vacumatic in vita sua.
La struttura è fatta con tanti di strati di celluloide (si, la penna è di celluloide) pressati e guarniti con della madreperla colorata che viene polarizzata magneticamente: tutta la struttura viene poi tornita trasversalmente alle lamine e questo dona un disegno striato che ti fa stare li a rigirartela tra le mani con lo sguardo inebetito dai riflessi azzurri.
La sezione trasversale è quella che Visconti chiama quadratura del cerhio, francamente la trovavo dubbia, ma dopo due ore mi sembrava già meravigliosa, non fosse altro per il fatto che finalmente ho una penna che non rotola senza il tappo, facendomela fare addosso ogni santa volta. Sembra davvero di guardare un grattacielo di Manhattan di notte, non è una forzatura pubblicitaria, davvero sembra così.... è bellissima.
Eccovela qua,
cominciamo subito con le anomalie simpatiche: quando la penna è chiusa il tappo e il fusto non sono allineati e come ho potuto notare anche dalle osservazioni di rembrandt e vikingo60... sono in buona compagnia.
guardate però come brillano gli inserti di madreperla inseriti nella celluloide
La clip ha una cerniera tenuta in tensione da una molla e si comporta come un vero e proprio meccanismo rigido (molto bello): ma il fatto che ci sia una cerniera fa in modo che la stessa non sia mai perfettamente allineata, ossia in asse col tappo, quando la si guarda di fronte e non di profilo (questo è meno bello, ma è simpatico)
Le dimensioni sono da penna grande ma non grandissima... per capirci Pelikan M800, Montblanc 146, Duofold Centennial e così via: pesa 43 grammi sulla mia bilancia della cucina e chiusa misura 14,7 cm.
Guardate il tappo e ditemi se non sembra un grattacielo newyorkese di notte....
Il pennino è un F 18K ha una forma piuttosto snella (abituato a quell'aquilone della 149 ) con dei motivi che mi sembrano riprodurre il classico giglio fiorentino. Il foro tra i rebbi è invece particolarissimo, fatto come uno spicchio di luna in una notte araba...
ed ora vediamo come scrive....
la fluidità è eccezionale ed è sostanzialmente dovuta in gran parte al fusso più grosso che abbia mai provato, al limite del problematico. Caricata col Pelikan 4001 royal blue fa un tratto molto più scuro della mia 149, a parità di pennino (F) la mia cicciona tedesca ha un'erogazione anoressica. I miei maledetti moleskine soffrono da morire, di bleedtrough e un pò meno di feathering che almeno con il Pelikan riesco a contenere abbastanza bene. Ho ottenuto invece un bel comportamento su un Pigna Monocromo a quadretti, che usa mia figlia in seconda elementare e questo alla faccia dei quaderni da aperitivo milanese da 15 euro.
In conclusione, quello che per ora posso dire è che è la penna più personale in mio possesso, quella che mostra le cose più belle e meno belle. Sono felice perchè diabolicamente compensa ciò che non avevo:
- Non avevo una penna di celluloide, ora si.
Non avevo una penna che si caricasse a siringa rovesciata ed ora si
Non avevo una penna in silver trim, che non fosse tonda e che fosse blu.... che fosse in edizione limitata.
Abbracci,
Antonio.