Un testo calligrafico può essere fatto e rifatto, perfezionato attraverso la ripetizione e l'esercizio, ma ogni nuova esecuzione è un unicum definitivo, buono o cattivo, con le sue perfezioni e imperfezioni. Suppongo che, come il musicista virtuoso, si possa arrivare a eseguire un testo calligrafico con perfezione praticamente assoluta, ma ciononostante ogni foglio continuerà ad essere un'interpretazione del tutto personale e unica, che non può essere migliorata individualmente, ma solo completata, come un'esecuzione musicale.
Ho scritto più volte il testo he segue, prima di metterlo in bella copia su carta Fabriano Unica. Mentre stavo scrivendo in blu, l'inchiostro nella 149 Calligraphy ha dato diversi segni di essere sul punto di esaurirsi, creando qua e là dei "binari" nei tratti più spessi. Ho colto l'occasione per cambiare l'inchiostro della penna con Black Permanent (chissà perché il nero mi sembra più adatto per lavori di calligrafia), ma nella prima versione la mano ha messo troppa pressione sulle curve sottili della capitale " C ". La seconda esecuzione in nero é stata migliore, ma un'evidente esitazione della mano sull'asta ascendente della "A" e una curva "schiacciata" sulla "y" della parola Calligraphy l'hanno resa anch'essa mediocre. Il numero "149" della versione 2, più grande, è più bello secondo me rispetto alla versione più piccola della versione 3.
Ma non posso correggere nessuna delle 3 esecuzioni. Sono come cosí sono venute, ognuna definitiva.
Dico questo, in particolare, perché possiamo apprezzare al meglio le opere praticamente perfette dei maestri calligrafi, le loro prestazioni tanto riuscite da non poter essere migliorate.