Per l’occasione, Parker ha prodotto una versione commemorativa della penna in tre colori, una edizione limitata che é giá stata discussa su questo forum in un altro argomento (lo trovate qui: viewtopic.php?f=50&t=23182), con commenti non molto lusinghieri, ai quali mi associo. Considerata l’importanza nella Duofold nella storia della penna stilografica, le sue belle incarnazioni degli anni ’20 e ’30, e alcune delle edizioni moderne che personalmente trovo penne molto belle, questa penna dell’Anniversario davvero non brilla:
In confronto, per fare solo un esempio, la Duofold Cloisonné Yellow Mandarin del 2006 era stratosfericamente bella e quasi storicamente fedele…
Approfitto, peró, di questo anniversario, per parlarvi un po’ delle mie Duofold Centennial e mettere a confronto la originale riedizione del 1988 (giá in produzione nel 1987), la MKI, e la sua discendente diretta, la MKII.
Mi fermeró lí, perché non possiedo Duofold piú moderne da mettere a confronto. Peró, giusto per la cronaca, la MKIII, introdotta nel 2006, é una penna praticamente identica alla MKII se non per il diverso medaglione sulla sommità del cappuccio e la decorazione del pennino (in entrambi i casi un asso di spade) e i colori proposti: accanto al classicissimo nero, un bel blu uniforme (ma non altrettanto bello di quello del modello MKII in blu lapislazzuli, che era sottilmente marmorizzato) e un colore ivorine, che credo si sia venduto poco. La ultima, e attuale, incarnazione della Duofold, lanciata \ nel 2015, con il grande anello metallico che copre il labbro del cappuccio, é una penna che non mi piace e non ne avrò mai una per mettere nel confronto. Di fatto, a me sembra che gía dall’introduzione della linea “Ace of spade”, Parker (ora francese) abbia un po’ perso la direzione (e l’edizione del Centenario della Duofold ne é per me una conferma): i colori non molto fedeli alla tradizione storica del modello, e quella Big Red con l’anello del cappuccio troppo grande, proposta solamente in finiture cromate…
Nel mondo della stilografica ci sono alcuni marchi, e alcuni dei loro modelli, che rappresentano dei veri e propri punti fermi nell'evoluzione di questi strumenti per scrivere. Penso, in Europa, alla serie 100 di Pelikan, alle Meisterstück di Montblanc, alle Lucens di OMAS, per fare solo alcuni esempi. Oltre oceano, non può non venire in mente Parker e, tra tutte le sue invenzioni, la mitica Duofold del 1921. Per anni, negli Stati Uniti, in Canada, e anche in Europa dove fu copiata da molti produttori, la Duofold di Parker fu, semplicemente "la stilografica”. Nella sua versione Big Red, in gomma vulcanizzata arancione, fu tanto famosa da entrare di diritto anche nei romanzi di fiction per via del suo carattere universalmente riconoscibile.
Se uno ama le stilografiche, è raro che in un certo momento non si sia soffermato a osservare una Duofold. Dopo una carriera prodigiosa negli anni ’20 e primi anni ’30, durante la quale furono vendute centinaia di migliaia di Duofold (ancora oggi il mercato è affollato di modelli vintage a prezzi vantaggiosi), e nonostante i tentativi di Parker di ringiovanirne le linee, la penna infine passò di moda e, nel 1933, ne fu sospesa la produzione negli Stati Uniti e in Canada, per continuare esclusivamente nella sussidiaria inglese sino ai primi anni ’40 del secolo scorso. Parker conobbe un nuovo momento di gloria, dopo la seconda guerra mondiale, con la sua aerodinamica "51" (anch'essa copiata ovunque) e con la più preziosa “75”, ma i tempi eroici della stilografica si avvicinavano ormai al gran finale e alla crisi globale degli anni 80. Nel 1982 la filiale di Toronto chiuse i battenti e nel 1986 la filiale inglese di Newhaven rilevò l'intera divisione degli strumenti di scrittura dalla casa madre. Parker divenne, essenzialmente, un business britannico.
Per celebrare il giubileo dei 100 anni di fondazione della Parker (1888-1988), il nuovo amministratore delegato di Parker, Jacques Margry, decise di lanciare una nuova penna e la scelta cadde sul remake della più classica tra le penne storiche della marca: la Duofold. La produzione della nuova penna iniziò nel 1987 e l'anno successivo fu offerta al pubblico in tre colori: nero, blu marmorizzato e marrone (o bordeaux) marmorizzato. La nuova Duofold, battezzata Centennial per commemorare il giubileo della marca, fu a suo tempo uno strumento di avanguardia: ricavata da una barra solida di metil-metacrilato, era soggetta a un processo produttivo computerizzato di 10 giorni, composta da 130 parti e testata con 100 prove di qualità. Il materiale plastico utilizzato é di altissima qualitá, e anche dopo decenni di uso le Duofold Centennial mantengono una brillantezza e una piacevolezza al tatto che non sono comuni. Nel mondo del collezionismo pennistico, questa prima versione della “rinata” Duofold si conosce come il modello MKI.
Nel 1996, l’intera linea Duofold fu ridisegnata, seguendo in un certo senso lo stesso cammino già fatto dalla Duofold negli anni ’20, e ne venne fuori una Duofold con le estremità piú rastremate, meno anelli e disposti in modo diverso: la MKII. La Duofold MKII non fu prodotta, di serie, nel colore arancio. Una MKII arancio fu presentata come Edizione Speciale in occasione della firma per il disarmo nucleare nel 1988, e prese il nome di “Pen of Peace”(Penna della Pace). Lo storico negozio di penne P.W.Akkermann, della Aia, commissionò nel 2010 una Duofold arancio per celebrare il centenario del negozio, una penna dalle estremità rastremate (tipo MKII), con tre anellini sottili sul cappuccio e uno medaglione celebrativo. Questa edizione speciale, pronta in soli 201 esemplari, é difficile da trovare e costosa.
La Duofold avrebbe cambiato ancora pelle nel 2005, con l’introduzione della linea “Ace” (il pennino e il medaglione presentano un complesso disegno di un Asso di Spade), o MKIII, e ancora una volta nel 2016, con uno stile completamente nuovo nell’anello del tappo, ora unico e molto più largo (8 mm), che si estende a coprire il labbro del cappuccio. Quest’ultima versione, attualmente in produzione, comprende nella serie regolare penne nere, blu, color avorio e arancio, con finiture dorate o high tech. Considerando il suo prestigioso pedigree, e il suo bel pennino in oro massiccio disponibile in 13 gradazioni, si tratta a mio avviso di una penna dal prezzo realmente accessibile: le si può trovare, nuova, dai 320 ai 350 Euro a seconda del colore e delle finiture.
La mia prima Duofold é stata una MKI arancione, una bella penna del 1990 che mi arrivò, senza scatola, insieme al suo bellissimo portamine, per la metà di quello che costa di solito la sola stilografica. La scatola di legno massiccio della MKI é molto graziosa, e di tanto in tanto mi ritrovo a cercarne una, vuota, su Internet, per poi chiuderla dentro una scatola più grande e nasconderla per sempre in un armadio. Misteri di noi “raccoglitori”… La MKI Big Red é una penna bella, colorata, storicamente ammiccante, con un fantastico pennino super-finissimo e un aspetto assolutamente inconfondibile, ma credo in cuor mio di preferire le versioni in livrea nera (e forse anche in blu lapislazzuli). Con il tempo ho cosí affiancato alla Big Red una MKI nera, poi una Streamline nera fatta in Canada all’inizio degli anni ’30 (scovata dal Grande Maestro e una delle mie pochissime vintage) e, più recentemente, una MKII, sempre in nero.
Premesso che non sono in alcun modo un esperto di Parker, sottolineo in alcun modo, qui voglio semplicemente comparare le due generazioni della “nuova” Duofold, la MKI e la MKII, spiegando le ragioni delle mie preferenze per l’una o per l’altra.
Le due penne, da chiuse, sono lunghe assolutamente uguali. Il medaglione che corona il cappuccio della MKII, però, è leggermente lenticolare-convesso, e questo "allunga" la MKII di qualche decimo di millimetro.
I cappucci delle due penne sono anch'essi identici nella forma, perfettamente cilindrici, ad eccezione del terminale, che nella MKI è cilindrico, mentre nella MKII presenta una rastrematura conica. In questo modo, la Centennial MKII è meno raffinata della sua antenata, la Duofold Streamlined degli anni 30, nella quale la rastrematura del cappuccio era graduale lungo tutta la sua lunghezza, un dettaglio che la rendeva particolarmente elegante.
Il terminale cilindrico del cappuccio della prima Centennial é senza dubbio più “true to the original”, la Duofold degli anni’20, ma in quest’ultima il terminale era realmente piatto (per questo il modello era anche definito flat top), mentre nella Centennial MKI presenta un leggero affossamento circolare, che lascia pensare sia stato disegnato per inserirvi qualcosa. Di fatto, siccome fu in realtà commercializzato “nudo”, dà effettivamente l’impressione che sulla cima del cappuccio manchi qualcosa. Giá con la presentazione della Orange Special Edition nel 1990 questa mancanza fu ovviata inserendo sulla sommità del cappuccio un piccolo medaglione metallico, con un disegno storico della marca Parker (il Duofold Pendulum). Da allora il medaglione fu conservato, e la MKII presenta sulla sommità del cappuccio un motivo dorato con un cartiglio e il nome Duofold (il Duofold banner). Questo medaglione completa la penna e le conferisce un disegno più organico e con miglior finitura.
Gli anelli dorati alla base del cappuccio sono di spessore diverso nella MKI, l'inferiore quasi tre volte più spesso del superiore, mentre sono di spessore uguale nella MKII. In quest'ultima gli anelli sono "bombati" e protrudono dal corpo del cappuccio, mentre nella Centennial originale sono piatti e a livello della resina. Io preferisco i due anelli di spessore uguale e, forse, la forma piatta di quelli originali, che li rende meno riflettevi alla luce.
La clip, per quanto simile, presenta notevoli differenze. L'anellino che la fissa al cappuccio è molto più sottile nella MKI e piatto, mentre nel modello Streamlined è arrotondato è più spesso: nel complesso direi che quest'ultimo è più proporzionato.
Le due clip hanno entrambi il motivo a freccia classico di Parker. Nel mio esemplare della MKI, del 1987, la clip è più corta (32 mm), ma questo è vero solo per i primi esemplari della produzione. Già nel 1988 la clip fu leggermente ispessita e allungata a 41 mm, e questa è la misura utilizzata anche nella MKII. Per qualche ragione la clip corta, con la punta che rimane più distante dagli anelli del cappuccio, mi piace di più, e per questa ragione ho a lungo cercato una Duofold Centennial della primissima produzione. Diciamo che soddisfa di più i miei gusti estetici e il mio interesse storico.
La differenza più notevole tra le due clip è, però, il disegno della freccia. Nella Centennial originale la freccia è incisa nel metallo, mentre nella MKII il motivo della freccia è a rilievo sul corpo della clip. Questa seconda versione è indubbiamente più riuscita e raffinata.
I due corpi sono identici per dimensioni e disegno, con un finto fondello di carica (di fatto, entrambe sono penne a converter e cartuccia) e una sezione separata dal corpo da un sottile anello metallico. Quest’ultimo é, in realtà, parte del cilindro metallico che porta la filettatura “maschio” sulla quale si avvita il fusto della penna. In entrambi i modelli della Centennial, I e II, si può apprezzare come questo componente metallico sia particolarmente lungo e si estenda all’interno del barilotto della penna con una filettatura solida e sicura, che richiede numerosi giri per essere svitata e avvitata, in modo da ridurre lo sforzo sulla resina, più delicata.
Il finto cono di carica della MKII é più lungo (circa XX millimetri) e separato dal fusto da due anellini metallici, mentre nella MKI misura solamente XX mm e presenta un solo anellino di separazione. Il fondello “corto” é più simile alla Duofold originale, ma quello più lungo mi sembra maggiormente proporzionato alla penna. Per I miei gusti, un po’ minimalisti, un anellino é più che sufficiente e, non avendo di fatto alcuna funzione, potrebbe essere anche omesso del tutto, a tutto vantaggio dell’eleganza e sobrietà della penna. Le Duofold Streamlined degli anni ’30 (le più belle ed eleganti, a mio parere) non avevano alcun anello di separazione tra fusto e fondello, anche se quest’ultimo doveva di fatto separarsi per caricare la penna.
La sezione é identica nelle due Centennial, conico e leggermente svasato, sufficientemente lungo e comodo da impugnare. Verso il pennino é completato da due anelli metallici nella MKI e da un solo anello nella MK2. Queste parti metalliche vicino al pennino, che sono esposte al contatto con l’inchiostro, sono prone a ossidarsi e potrebbero essere omesse. Dovendo necessariamente includerle, direi che un solo anello (come nella MK2) é più che sufficiente.
I pennini delle mie Centennial sono, senza eccezione, ottimi, con una geometria molto riuscita e ben proporzionati alle dimensioni della penna. Le punte dei pennini Centennial sono rivestite in rutenio, anziché in iridio. Possiedo un pennino medio che scrive benissimo, con grande espressività (MKI), un extra-extra-fine (sulla MKI Orange 1990) che rilascia una linea più sottile di quella che marcherebbe un spillo, e un pennino che Richard Binder ha modificato in italico corsivo di circa 0.5 mm (MKII, post-1996), bellissimo e un po’ difficile da usare come tutti i pennini italici.
Il pennino delle MKI ha il classico, e secondo me molto riuscito, disegno a freccia (in rutenio) usato da Parker sin dalla fine degli anni 20 e copiato poi da molti altri, includendo la nostra OMAS. La MKII ha adottato una incisione differente, definita a “banner”, che a mio avviso non ha la stessa grazia della Centennial originale.
Nel complesso, per quanto si assomiglino molto, le due penne sono esteticamente diverse. Se la Centennial originale ha un forte valore “storico” poiché rappresenta la rinascita della Duofold in casa Parker dopo cinquant’anni di assenza dalla produzione, trovo che la MKII sia una penna dal disegno più elegante e, per il minor numero di anellini decorativi (6 anziché 8), anche più sobria.
L’eccesso di anelli decorativi é un problema estetico contemporaneo. La maggior parte delle penne stilografiche vintage derivano parte della loro sobrietà proprio da un uso degli anelli limitato al necessario, e quando si comparano alla produzione contemporanea - anche delle stesse marche - risultano irresistibilmente più eleganti. Vi sono forse ragioni produttive che fanno scegliere ai disegnatori odierni l’uso a mio modo di vedere smodato di anelli metallici sul fusto delle penne, ma mi rendo conto che questo eccesso é proprio la ragione per la quale ci sono marche di stilografiche delle quali non possiedo neppure una penna.
La Duofold arancione in gomma vulcanizzata (che fu conosciuta con il nomignolo di Big Red) fu, nel 1921, una straordinaria innovazione di Parker, e la penna che garantí il successo della marca su scala mondiale. Confesso di non essere particolarmente attratto dal “vintage” stilografico. Mentre ne riconosco il valore storico e, spesso, la qualità scrittoria, mi affascinano meno i segni che il tempo ha inevitabilmente lasciato su questi oggetti di uso quotidiano e che, ai miei occhi, li rendono vecchi. Peró una Duofold arancione moderna… quella sí, mi é sempre sembrata una penna desiderabile, a parte il costo. Quando una penna cosí, al prezzo giusto, comparve finalmente sul mio radar, la feci mia ormai vari anni fa. Avrei preferito l’equivalente di una MKII, la Pen-of-Peace prodotta nel 1988 in edizione limitata per celebrare l’accordo firmato tra i presidenti George W. Bush e Boris Yeltsin per la riduzione degli armamenti nucleari, una penna che, come la MKII, ha il finale del cappuccio rastremato, il medaglione con il pendulum, due anelli di uguale spessore sul cappuccio e un solo anellino al fondello. Ma, vista la sua produzione limitata e il packaging elaborato, é una penna che, quando la si trova, costa un migliaio di dollari.
Una Duofold Centennial nera usata poco si può trovare invece, con un po’ di pazienza, a 200-300 Euro. Per questa cifra la trovo una penna bella, solida, elegante, sobria, ben costruita (ricordate che é tornita da una barra piena di resina acrilica), ricca di storia e con un ottimo pennino. Per gli amanti del vintage, più o meno allo stesso prezzo si può scovare una Duofold streamline degli anni 30, nera, dal disegno ancora più elegante e dagli ottimi pennini che Paker produceva all’epoca.
In ogni caso, una Duofold é un pezzo di storia della scrittura.