Parole indaco per l'anno nuovo
Inviato: sabato 2 gennaio 2021, 1:30
A casa, da ragazzi, era tradizione che il primo giorno dell'anno si facessero alcune cose come un augurio per poterle poi fare tutto l'anno. Si studiava o si lavorava almeno qualche minuto, e si facevano le cose che si amano di più. Io, dacché ne ho memoria, ho sempre scritto qualche riga per poterci mettere la data del primo gennaio, spesso ho disegnato qualche scarabocchio, più da grande ho scritto qualche rigo di un articolo o di un libro e ho scattato almeno una fotografia... oltre ad altre cose più personali.
Anche quest'anno ho fatto la mia parte. L'ho fatto calligrafando (ammetto un po' alla bell'e meglio) una riflessione sul sentimento del primo giorno di un anno nuovo, quello che per me é stato e continua ad essere una esperienza di rinascita e l'affacciarsi a un mondo ancora intatto.
Nella mia riflessione volevo dire che caricare una penna é, nella pratica, riempirla di inchiostro, ma concettualmente é anche riempirla di parole ancora non scritte...
Le parole della penna hanno un colore, e il più delle cose che scrivo in onesta calligrafia sono parole nere. Ma per il concetto di questo scritto d'inizio d'anno, "parole nere" non andava bene, perché suonava pessimistico e cupo. Parole blu era meglio, di un blu di cielo e di speranza, come l'indaco.
Le mie penne con pennini calligrafici appuntiti, però, sono tutte caricate con inchiostro nero. Cosí ho deciso di scrivere il mio testo con un pennino finissimo regolare, quello di una Meisterstück 149 degli anni '90, già carica di inchiostro Blue Royal. Non va male, né troppo bene, ma per il primo dell'anno é l'augurio quello che conta!
P.S. Vi chiederete che cosa c'entra la Hemingway, che non ha scritto un rigo... E' lì perché é sempre in giro sul mio scrittoio e mette il naso dappertutto, perché é un po' una primadonna, e perché é davvero fotogenica! Con quel suo coup d'orange, vivacizza qualsiasi fotografia.
Anche quest'anno ho fatto la mia parte. L'ho fatto calligrafando (ammetto un po' alla bell'e meglio) una riflessione sul sentimento del primo giorno di un anno nuovo, quello che per me é stato e continua ad essere una esperienza di rinascita e l'affacciarsi a un mondo ancora intatto.
Nella mia riflessione volevo dire che caricare una penna é, nella pratica, riempirla di inchiostro, ma concettualmente é anche riempirla di parole ancora non scritte...
Le parole della penna hanno un colore, e il più delle cose che scrivo in onesta calligrafia sono parole nere. Ma per il concetto di questo scritto d'inizio d'anno, "parole nere" non andava bene, perché suonava pessimistico e cupo. Parole blu era meglio, di un blu di cielo e di speranza, come l'indaco.
Le mie penne con pennini calligrafici appuntiti, però, sono tutte caricate con inchiostro nero. Cosí ho deciso di scrivere il mio testo con un pennino finissimo regolare, quello di una Meisterstück 149 degli anni '90, già carica di inchiostro Blue Royal. Non va male, né troppo bene, ma per il primo dell'anno é l'augurio quello che conta!
P.S. Vi chiederete che cosa c'entra la Hemingway, che non ha scritto un rigo... E' lì perché é sempre in giro sul mio scrittoio e mette il naso dappertutto, perché é un po' una primadonna, e perché é davvero fotogenica! Con quel suo coup d'orange, vivacizza qualsiasi fotografia.