Montegrappa Elmo Chrysocolla
Inviato: domenica 13 dicembre 2020, 18:03
La “Manifattura Oro per Stilografiche – The Elmo” fu fondata nel 1912 da Edwige Hoffman e Heinrich Helm alle pendici delle Dolomiti nella città di Bassano del Grappa, oggi è nota come Montegrappa ed è l’azienda nazionale ancora attiva che vanta la più lunga storia nella produzione di strumenti per la scrittura. La produzione di penne iniziò successivamente sotto il nome Elmo-Montegrappa, il nome Elmo si è poi perso nel corso degli anni restando solo Montegrappa.
La Elmo 01, è una penna semplice ed efficiente, ed è da questo che si vede il legame con l’Ing. Helm, da cui viene proprio la denominazione Elmo, che si ispirò ai dettami della scuola Bauhaus e del movimento modernista nelle sue realizzazioni. La penna ha delle linee molto pulite, è di taglia media, usa un buon gruppo di scrittura in acciaio JoWo ed implementa un efficace sistema di ricarica a cartuccia/converter. Personalmente era da molto che puntavo ad una Elmo, poi questa edizione limitata con una delle nuove resine note come Montegrappite, mi ha fatto decidere all’acquisto. La versione specifica è la Elmo Chrysocolla, prodotta in soli 300 esemplari per un eShop statunitense. Tra le nuove resine Montegrappite trovo che sia una delle più belle, finora l'avevo vista usata precedentemente solo su una versione speciale della Mia.
Ecco di dettagli tecnici:
Lunghezza chiusa : 142mm
Lunghezza aperta: 128mm
Lunghezza con cappuccio calzato: 163mm
Diametro max fusto e cappuccio: 14,8 mm
Diametro impugnatura: 10.3mm
Peso: 29gr.
La prima cosa che si nota della penna è il cappuccio che non presenta alcun adorno o veretta alla base, quando la penna è chiusa si allinea perfettamente con il fusto lasciando intravedere la parte metallica della sezione che forma un anello risultando l’unico elemento metallico visibile della penna al di fuori della clip. Secondo me si presterebbe bene ad essere una penna clipless, come si vede da questa foto in cui è stata riprese di spalle alla clip.
La scritta Montegrappa alla base del cappuccio è incisa nella resina ed e l’altro elemento che caratterizza questa penna.
Il cappuccio si rimuove in due giri e scorre davvero docilmente sulla filettatura metallica, può essere anche calzato sulla penna senza sbilanciarla particolarmente, tuttavia sembra un po’ instabile anche se in realtà scuotendola non viene via.
Comunque vista la misura direi che è tranquillamente usabile senza calzare il cappuccio. Una volta aperta si vede la filettatura metallica con cui la sezione forma uno scalino con il fusto.
Lo scalino metallico non è particolarmente tagliente, anche se un po’ si sente nelle lunghe sessioni di scrittura, io tuttavia non l’ho mai trovato particolarmente fastidioso avendo l’impugnatura piuttosto bassa. Del sistema di ricarica ho già scritto su, cartuccia converter a standard internazione, semplice economico e funzionale. La penna avendo un buon gruppo scrittura JoWo in acciaio scrive, e scrive bene appena tirata fuori dalla scatola, senza neanche il bagnetto di rito a cui molti sottopongono le nuove arrivate.
Personalmente evito di farlo, in primis per impazienza e poi perché devo capire se la penna promette bene o meno. Nella eterna disputa JoWo vs Bock sono più per il secondo, mi piacciono i flussi morbidi e abbondanti, i JoWo sono più rigidi dal flusso controllato e mediamente dal tratto più piccolo rispetto all’altro marchi teutonico, e questo non è da meno. Il pennino è un Bold ma scrive più come un Medio, per intenderci il Medio della M600 Vibrant Orange è più largo, ma è un tratto preciso, costante e che non perde mai un colpo. Insomma manca di carattere ma è maledettamente funzionante.
La Elmo Chrysocolla è una bella penna e, grazie al nuovo connubio con JoWo, anche ben funzionante, peccato per quello scalino tra fusto e sezione, sarebbe stata altrimenti quasi perfetta. Dico quasi perché c'è un altro piccolo difetto, ed è il prezzo, siamo sui 250€, un po’ tanti per una penna in resina, pennino in acciaio e sistema di caricamento a cartuccia/converter, ma sappiamo quali sono i listini di Montegrappa. Io me la son fatta regalare grazie ad una offerta irresistibile.
La Elmo 01, è una penna semplice ed efficiente, ed è da questo che si vede il legame con l’Ing. Helm, da cui viene proprio la denominazione Elmo, che si ispirò ai dettami della scuola Bauhaus e del movimento modernista nelle sue realizzazioni. La penna ha delle linee molto pulite, è di taglia media, usa un buon gruppo di scrittura in acciaio JoWo ed implementa un efficace sistema di ricarica a cartuccia/converter. Personalmente era da molto che puntavo ad una Elmo, poi questa edizione limitata con una delle nuove resine note come Montegrappite, mi ha fatto decidere all’acquisto. La versione specifica è la Elmo Chrysocolla, prodotta in soli 300 esemplari per un eShop statunitense. Tra le nuove resine Montegrappite trovo che sia una delle più belle, finora l'avevo vista usata precedentemente solo su una versione speciale della Mia.
Ecco di dettagli tecnici:
Lunghezza chiusa : 142mm
Lunghezza aperta: 128mm
Lunghezza con cappuccio calzato: 163mm
Diametro max fusto e cappuccio: 14,8 mm
Diametro impugnatura: 10.3mm
Peso: 29gr.
La prima cosa che si nota della penna è il cappuccio che non presenta alcun adorno o veretta alla base, quando la penna è chiusa si allinea perfettamente con il fusto lasciando intravedere la parte metallica della sezione che forma un anello risultando l’unico elemento metallico visibile della penna al di fuori della clip. Secondo me si presterebbe bene ad essere una penna clipless, come si vede da questa foto in cui è stata riprese di spalle alla clip.
La scritta Montegrappa alla base del cappuccio è incisa nella resina ed e l’altro elemento che caratterizza questa penna.
Il cappuccio si rimuove in due giri e scorre davvero docilmente sulla filettatura metallica, può essere anche calzato sulla penna senza sbilanciarla particolarmente, tuttavia sembra un po’ instabile anche se in realtà scuotendola non viene via.
Comunque vista la misura direi che è tranquillamente usabile senza calzare il cappuccio. Una volta aperta si vede la filettatura metallica con cui la sezione forma uno scalino con il fusto.
Lo scalino metallico non è particolarmente tagliente, anche se un po’ si sente nelle lunghe sessioni di scrittura, io tuttavia non l’ho mai trovato particolarmente fastidioso avendo l’impugnatura piuttosto bassa. Del sistema di ricarica ho già scritto su, cartuccia converter a standard internazione, semplice economico e funzionale. La penna avendo un buon gruppo scrittura JoWo in acciaio scrive, e scrive bene appena tirata fuori dalla scatola, senza neanche il bagnetto di rito a cui molti sottopongono le nuove arrivate.
Personalmente evito di farlo, in primis per impazienza e poi perché devo capire se la penna promette bene o meno. Nella eterna disputa JoWo vs Bock sono più per il secondo, mi piacciono i flussi morbidi e abbondanti, i JoWo sono più rigidi dal flusso controllato e mediamente dal tratto più piccolo rispetto all’altro marchi teutonico, e questo non è da meno. Il pennino è un Bold ma scrive più come un Medio, per intenderci il Medio della M600 Vibrant Orange è più largo, ma è un tratto preciso, costante e che non perde mai un colpo. Insomma manca di carattere ma è maledettamente funzionante.
La Elmo Chrysocolla è una bella penna e, grazie al nuovo connubio con JoWo, anche ben funzionante, peccato per quello scalino tra fusto e sezione, sarebbe stata altrimenti quasi perfetta. Dico quasi perché c'è un altro piccolo difetto, ed è il prezzo, siamo sui 250€, un po’ tanti per una penna in resina, pennino in acciaio e sistema di caricamento a cartuccia/converter, ma sappiamo quali sono i listini di Montegrappa. Io me la son fatta regalare grazie ad una offerta irresistibile.
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