Mi scrivo
Inviato: giovedì 8 ottobre 2020, 12:47
Ciao a tutti,
mi chiamo Andrea e ho 32 anni.
Sono stato sedotto fal fascino della stilografica durante le scuole superiori, iniziando a prendere appunti con una stilo economica, di quelle da cartolibreria che macchiavano e si rompevano puntualmente dopo un po'; atteggiandomi a scrittore d'altri tempi, ho alternato entusiasmo e frustrazione passando da lunghe pause a fugaci periodi di utilizzo per qualche anno, fino all'università, dove ho utilizzato la stilo assiduamente.
Adoravo l'espressività della scrittura, il flusso ed il tratto inconfondibile del pennino. Riuscivo ad orientarmi tra i miei appunti semplicemente attraverso la grafia.
Ma gli strumenti economici hanno nuovamente minato l'entusiasmo quando ho dovuto privilegiare strumenti di scrittura più veloci ed affidabili per lavorare.
Dopo quache anno, quando ho iniziato a scrivere drammaturgie e sceneggiature, ho trovato un'alternativa nelle roller come le Pilot V7 e V5.
Funzionali sì, ma di scarsa ispirazione estetica. Ho dunque cercato uno strumento più personale, e per qualche anno ho utilizzato una penna a sfera con ricarica Montblanc in un corpo realizzato artigianalmente in legno d'ebano e spina di giuda, che mi ricordava anche il nero e avorio del pianoforte, il mio strumento musicale. Bellissimo oggetto, grande funzionalità, ma la scrittura non parlava di me.
Ho provato allora la Pentel Tradio, un pennarello-stilo con un bel compromesso tra funzionalità ed espressività, peccato per il corpo in plastica, mi sembrava di essere tornato alle roller Pilot.
Mentre guardavo le vetrine costose che esponevano Montblanc, Aurora e Pelikan, mi sono convinto che il problema fosse la modernità: vuoi vedere che qualche vecchio oggetto potrebbe fare al caso mio? Aveva già funzionato con la macchina del caffè, quando cercavo uno strumento bello, affidabile e che facesse un ottimo caffè ho trovato le Pavoni a leva, vuoi vedere che nel passato troverò la penna che fa al caso mio?
E allora che si fa? Si aprono i vecchi cassetti. Spunta una Waterman c/f argentata. Bella, essenziale, elegante, scorrevole.
Peccato non facciano più le ricariche. Ma dopo qualche esperimento, spunta dal web un convertitore prodotto dalla stessa Waterman.
Da allora lei è il mio strumento quotidiano di scrittura, la adoro. Veloce, affidabile, bellissima, e parla di me.
Utlima tappa: scopro i pennini flessibili della prima metà del novecento attraverso dei video sul web. Ecco quello cercavo! Ho da poco acquistato una Radius Superior, lo stantuffo non carica dunque per ora la uso intingendola. Ma la adoro. Spero di trovare qui una cura per il mio nuovo strumento e di scoprire altre fantastiche sfaccettature e personaggi del mondo della scrittura.
Grazie dell'attenzione.
Un caro saluto e buona scrittura a tutti!
Andrea
mi chiamo Andrea e ho 32 anni.
Sono stato sedotto fal fascino della stilografica durante le scuole superiori, iniziando a prendere appunti con una stilo economica, di quelle da cartolibreria che macchiavano e si rompevano puntualmente dopo un po'; atteggiandomi a scrittore d'altri tempi, ho alternato entusiasmo e frustrazione passando da lunghe pause a fugaci periodi di utilizzo per qualche anno, fino all'università, dove ho utilizzato la stilo assiduamente.
Adoravo l'espressività della scrittura, il flusso ed il tratto inconfondibile del pennino. Riuscivo ad orientarmi tra i miei appunti semplicemente attraverso la grafia.
Ma gli strumenti economici hanno nuovamente minato l'entusiasmo quando ho dovuto privilegiare strumenti di scrittura più veloci ed affidabili per lavorare.
Dopo quache anno, quando ho iniziato a scrivere drammaturgie e sceneggiature, ho trovato un'alternativa nelle roller come le Pilot V7 e V5.
Funzionali sì, ma di scarsa ispirazione estetica. Ho dunque cercato uno strumento più personale, e per qualche anno ho utilizzato una penna a sfera con ricarica Montblanc in un corpo realizzato artigianalmente in legno d'ebano e spina di giuda, che mi ricordava anche il nero e avorio del pianoforte, il mio strumento musicale. Bellissimo oggetto, grande funzionalità, ma la scrittura non parlava di me.
Ho provato allora la Pentel Tradio, un pennarello-stilo con un bel compromesso tra funzionalità ed espressività, peccato per il corpo in plastica, mi sembrava di essere tornato alle roller Pilot.
Mentre guardavo le vetrine costose che esponevano Montblanc, Aurora e Pelikan, mi sono convinto che il problema fosse la modernità: vuoi vedere che qualche vecchio oggetto potrebbe fare al caso mio? Aveva già funzionato con la macchina del caffè, quando cercavo uno strumento bello, affidabile e che facesse un ottimo caffè ho trovato le Pavoni a leva, vuoi vedere che nel passato troverò la penna che fa al caso mio?
E allora che si fa? Si aprono i vecchi cassetti. Spunta una Waterman c/f argentata. Bella, essenziale, elegante, scorrevole.
Peccato non facciano più le ricariche. Ma dopo qualche esperimento, spunta dal web un convertitore prodotto dalla stessa Waterman.
Da allora lei è il mio strumento quotidiano di scrittura, la adoro. Veloce, affidabile, bellissima, e parla di me.
Utlima tappa: scopro i pennini flessibili della prima metà del novecento attraverso dei video sul web. Ecco quello cercavo! Ho da poco acquistato una Radius Superior, lo stantuffo non carica dunque per ora la uso intingendola. Ma la adoro. Spero di trovare qui una cura per il mio nuovo strumento e di scoprire altre fantastiche sfaccettature e personaggi del mondo della scrittura.
Grazie dell'attenzione.
Un caro saluto e buona scrittura a tutti!
Andrea