Vintage in celluloide (?)
Vintage in celluloide (?)
Ho trovato questa affascinante vintage che apparentemente sembra essere in celluloide.
La conoscete e/o sapete dirmi se è effettivamente in celluloide o meno ?
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- Giorgio1955
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La tipologia di penna fotografata era molto comune negli anni '40 primi anni '50 del secolo scorso: celluloide, pennino d'oro per le top acciaio per le comuni, alimentatore in ebanite, caricamento pulsante di fondo o levetta; perchè celluloide ed ebanite? Perchè le materie plastiche non c'erano ancora. Il Prof. Natta il Moplen lo inventò fine anni '50! Una particolarità la tua penna è da signora: un anellino invece della clip. Ci si metteva una nappina per abbellimento oppure la si attaccava a una catenina al collo. Saluti.
Giorgio
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Scusate ma questa storia che prima di Nappa non ci fosse la plastica non mi convince.Giorgio1955 ha scritto: ↑sabato 12 settembre 2020, 19:38 La tipologia di penna fotografata era molto comune negli anni '40 primi anni '50 del secolo scorso: celluloide, pennino d'oro per le top acciaio per le comuni, alimentatore in ebanite, caricamento pulsante di fondo o levetta; perchè celluloide ed ebanite? Perchè le materie plastiche non c'erano ancora. Il Prof. Natta il Moplen lo inventò fine anni '50! Una particolarità la tua penna è da signora: un anellino invece della clip. Ci si metteva una nappina per abbellimento oppure la si attaccava a una catenina al collo. Saluti.
Nappa ha inventato il Moplen che è un tipo di plastica forse il più usato oggi, ma altri tipi di plastiche esistevano anche prima.
Addirittura dalla metà dell’800.
https://it.wikipedia.org/wiki/Materie_plastiche
Ho alcune penne precedenti al 54/55 e non mi paiono proprio di celluloide.
Cesare Augusto
- Giorgio1955
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D'accordo al 100%. Natta tirò fuori una plastica facile da produrre, economica e commerciale che esplose negli anni '60, tanto che gli diedero il Nobel.
Le prime plastiche di qualità sulle stilo credo che arrivino con le ultime rare 88 P ai primi anni '60.
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Sì, direi che anche ad occhio si vede che è celluloide, quei verdi azzurri sono tipici, inoltre direi che si tratta di celluloide applicata a spirale sul corpo, si capisce in alcuni punti in cui si intravede la linea di giuntura diagonale del foglio in celluloide.
Non sono esperto di vintage, ma considera che negli anni 40 la produzione di queste penne era piuttosto copiosa e non sempre le marche erano ben note. Cosa dice il pennino?, a volte è l'unico elemento che dà qualche informazione. Immagino sia una penna con caricamento a pulsante di fondo, che dovrebbe trovarsi sotto il fondello che si svita.
Non sono esperto di vintage, ma considera che negli anni 40 la produzione di queste penne era piuttosto copiosa e non sempre le marche erano ben note. Cosa dice il pennino?, a volte è l'unico elemento che dà qualche informazione. Immagino sia una penna con caricamento a pulsante di fondo, che dovrebbe trovarsi sotto il fondello che si svita.
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Pare davvero molto simile all'ultima penna che mi è arrivata, presa un po' come una cavia per tentare il primo restauro. Sulla mia c'è scritto the Hoover 873. Lo smontaggio è stato piuttosto semplice...ora dovrei raddrizzare il pennino e montare una nuova sacca. Se procederai con il restauro sarei curioso di conoscere i passaggi, intanto ti allego una foto "dell'esploso" della mia casomai potesse esserti d'aiuto
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nella terza foto, sul corpo della penna, sembra essere scritto in maiuscclo: RICOLORIA.
Non saprei a cosa si riferisca, però.
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Mi permetto di dissentire, questa sembra molto di più una penna anni '30-40. E comunque le prime penne in "plastica" (nel caso plexiglas o lucite) c;erano fin dal 1939 con le Waterman Hundred Year, e probabilmente anche prima. Suggerisco di leggersi questa pagina riassuntiva sui materiali delle penne:Giorgio1955 ha scritto: ↑sabato 12 settembre 2020, 19:38 La tipologia di penna fotografata era molto comune negli anni '40 primi anni '50 del secolo scorso: celluloide, pennino d'oro per le top acciaio per le comuni, alimentatore in ebanite, caricamento pulsante di fondo o levetta; perchè celluloide ed ebanite? Perchè le materie plastiche non c'erano ancora. Il Prof. Natta il Moplen lo inventò fine anni '50! Una particolarità la tua penna è da signora: un anellino invece della clip. Ci si metteva una nappina per abbellimento oppure la si attaccava a una catenina al collo. Saluti.
https://www.fountainpen.it/Materiali#Resina_plastica
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La mia è stata senz'altro un'imprecisione. Ma vale il discorso generale: anni '30-primi anni '50 la maggior parte delle penne erano di celluloide; solo dagli anni '60 sono cominciate a comparire con successo le nuove plastiche. Questo almeno in Italia. Così è ok?
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Mica tantoGiorgio1955 ha scritto: ↑domenica 13 settembre 2020, 7:47 La mia è stata senz'altro un'imprecisione. Ma vale il discorso generale: anni '30-primi anni '50 la maggior parte delle penne erano di celluloide; solo dagli anni '60 sono cominciate a comparire con successo le nuove plastiche. Questo almeno in Italia. Così è ok?

Se la Parker 51, penna diffusissima del 1939, era in plastica diventa difficile affermare che solo negli anni 60 siano comparse con successo le nuove plastiche.
Io direi che prima della seconda guerra mondiale erano ragionevolmente in celluloide ma dopo non c’è più certezza.
Posseggo una Krauzer, scolastica tedesca, fine anni 40 che di celluloide non mi pare proprio.
Ultima modifica di Automedonte il domenica 13 settembre 2020, 15:58, modificato 1 volta in totale.
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Nel dopoguerra la stragrande maggioranza dei produttori son passati alla plastica. Nei primi anni '50 di celluloide ce n'era rimasta abbastanza poca, specie negli USA, da noi forse di più, ma solo per arretratezza industriale.Giorgio1955 ha scritto: ↑domenica 13 settembre 2020, 7:47 La mia è stata senz'altro un'imprecisione. Ma vale il discorso generale: anni '30-primi anni '50 la maggior parte delle penne erano di celluloide; solo dagli anni '60 sono cominciate a comparire con successo le nuove plastiche. Questo almeno in Italia. Così è ok?
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Aurora per 'arretratezza industriale' l'ha usata almeno fino alla fine degli anni '50.
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La produzione dell'Aurora non è certo il metro con cui valutare l'evoluzione dell'uso dei materiali nella costruzione delle stilografiche.Giorgio1955 ha scritto: ↑domenica 13 settembre 2020, 17:29 Aurora per 'arretratezza industriale' l'ha usata almeno fino alla fine degli anni '50.
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Mi pare, prima della “R”, di intravedere la gamba di quella che potrebbe essere una “T”, con la quale ne risulterebbe una “TRICOLOR A”.