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Avete scritto tre bei biglietti di auguri ad altrettante persone.
Vi presentate in Posta con le tre buste su cui avete scritto con magari un bello stub 1.9 l'indirizzo del destinatario e anche il
vostro, sul retro.
Le buste sono bianche, o comunque chiare. Una e stata scritta con inchiostro rosso scuro, una con un bel viola, la terza è scritta con un verde vivace.
L'impiegata vi guarda male e dice che la prossima volta dovete usare blu o nero.
La cosa vi risulta? A me è già capitato diverse volte. Consiseriamo però che io vivo all'estero. In Italia come siamo messi con i colori?
La cosa per me è incomprensibile, non me la sanno spiegare e dicono che "è così", ma non trovo spiegazioni sensate. Sono buste affrancate, non bollettini postali o documenti, una volta che il tutto è ben leggibile che differenza fa se l'inchiostro è marrone o bordeaux?

subottini ha scritto: ↑mercoledì 24 giugno 2020, 0:07 ...una volta che il tutto è ben leggibile...

Credo che il punto della questione stia qui; il testo deve essere ben leggibile sia per l'occhio umano, sia per quello elettronico: magari il secondo incontra difficoltà quando si trova a interpretare un testo scritto con inchiostri chiari.
Se però i colori usati sono scuri ... potrebbero essere regole di buona pratica?

Giotto ha scritto: ↑mercoledì 24 giugno 2020, 0:46

subottini ha scritto: ↑mercoledì 24 giugno 2020, 0:07 ...una volta che il tutto è ben leggibile...

Credo che il punto della questione stia qui; il testo deve essere ben leggibile sia per l'occhio umano, sia per quello elettronico: magari il secondo incontra difficoltà quando si trova a interpretare un testo scritto con inchiostri chiari.
Se però i colori usati sono scuri ... potrebbero essere regole di buona pratica?

Secondo me l'occhio elettronico i miei indirizzi non li capisce qualsivoglia sia il colore.

Si, mi capitò in un ufficio postale di Parma.
Piantai un casino incredibile, appellandomi a quanto indicato sul loro stesso sito sullo standard previsto per la composizione di indirizzi postali, che non specifica nulla circa il colore dell'inchiostro (ma a quell'epoca si richiedeva solo che le buste fossero in carta chiara). Chiesi, quindi, a voce piuttosto alta, di parlare immediatamente col Direttore per chiudere il conto corrente, perché non volevo avere a che fare un solo minuto di troppo con impiegati ignoranti, maleducati, scontrosi e aggressivi. Ci persi una ventina di minuti; l'impiegato era un idiota globale, ma il Direttore - giovanissimo - fu davvero bravo e capace: iniziò avendo di fronte un omone molto poco amichevole che aveva perso la pazienza, terminò con sorrisi e strette di mano.
Le buste furono spedite regolarmente, accompagnate da ampie scuse.

mi ricordo la mia prima settimana di lavoro, 1992, Ente Nazionale di Assistenza al Volo formato dalla scissione dei controlli di volo dall'aeronautica militare. L'ex maresciallo che gestiva le pratiche del reparto mi fece una cazziata di due ore perché firmai il registro presenze con la penna rossa, dicendomi già è tanto che accetto la firma blu di qualche scellerato.

Comunque gli indirizzi li scrivo sempre in nero resistente all'acqua per minimizzare i rischi.

Sicuramente le istruzioni per la compilazione dei bollettini postali riportano che devono essere compilati con inchiostro nero o blu/nero, gli indirizzi non so.
Però ci sono indicazioni precise sui formati delle buste e anche sulla posizione entro la quale deve essere scritto l’indirizzo.

Io continuo a non capire per quale motivo una busta da lettera ( che non passa sotto nessun occhio elettronico) chiara, sobria ( ne fanno di tutti i tipi,anche con brillantini...) non possa essere scritta in verde o rosso scuri. Credo che si una regola antiquata, mai aggiornata e che gli impiegati postali stessi ripetono a memoria ma senza sapere perchè.

https://www.poste.it/standard-di-confezionamento.html
https://www.poste.it/standard_composizi ... irizzi.pdf

ctrl-f non mi ha trovato niente né come “inchiostro” né come “nero”, c'è solo la regola di dover usare lo stampatello maiuscolo per la maggior parte dell'indirizzo.

Impiegato che ha fatto confusione con la regola sui bollettini? che tra l'altro sospetto sia un residuo di quando i modelli degli stessi erano stampati in rosso

(però mi risulta che gli indirizzi sulle lettere vengano letti da macchine, se possibile; in altre nazioni ho letto che c'è la possibilità di pagare di più e farle gestire a mano, quindi permettendo indirizzi scritti in corsivo e cose del genere)

Chiamatemi paranoico, cinico o pessimista, ma 'sta roba capitata a subottini mi sa tanto di esercizio arbitrario del potere burocratico unicamente finalizzato a supportare l'ego di una persona... diciamo "fragile"... mah.

Qui in Slovacchia assicuro che nessuna macchina legge le lettere ordinarie scritte a mano e affrancate normalmente. Solo le raccomandate vengono "lette", ma si tratta di un adesivo posto sulla busta con un codice a barre.

E credo sia lo stesso ovunque in Europa.

cizio ha scritto: ↑mercoledì 24 giugno 2020, 1:15 Secondo me l'occhio elettronico i miei indirizzi non li capisce qualsivoglia sia il colore.

Ghiandaia ha scritto: ↑mercoledì 24 giugno 2020, 9:23 Chiamatemi paranoico, cinico o pessimista, ma 'sta roba capitata a subottini mi sa tanto di esercizio arbitrario del potere burocratico unicamente finalizzato a supportare l'ego di una persona... diciamo "fragile"... mah.

È ipotesi non peregrina :-/ Ho incontrato spesso poveretti di questo tipo.