Un Robot degli anni Trenta
Inviato: martedì 16 giugno 2020, 21:35
Viene indetto il processo a Bruno Richard Hauptmann, con l’imputazione dell’omicidio di Charles Lindberg jr. Viene riconosciuto colpevole e condannato a morte. In violazione del Trattato di Versailles, Hitler ricostituisce l’aeronautica militare, annuncia il riarmo tedesco e reintroduce la leva obbligatoria. In Europa solo Winston Churchill avverte il pericolo, ma viene di fatto ignorato. Il britannico Sir Robert Watson-Watt dimostra la capacità del radar d’individuare aerei in volo. L’invenzione consentirà al Regno Unito, pur in inferiorità numerica, di vincere la Battaglia d’Inghilterra, la prima battaglia aerea decisiva della storia. Joseph Stalin inaugura la metropolitana di Mosca.
Nel Regno Unito, qualcuno compra una stilografica Summit Robot.
Ma come? non ce ne hai già presentata una identica? Mi sembra quasi di sentirvelo dire.
In effetti, la stilografica di oggi sembra proprio una Summit S. 125 mk 1.
Ma non lo è.
Si tratta, invece, d’una Summit “Robot”, in celluloide “unbreakable”. A prima vista, si potrebbe pensare ad una semplice ridenominazione della S. 125, ma sono di diverso parere.
La scritta “unbreakable” (infrangibile) impressa sotto il marchio Summit caratterizzò le prime serie di stilografiche di quel marchio prodotte in celluloide (chiamata “Ethernite” dal produttore): l’abbiamo vista, nel corso delle varie presentazioni su questo forum, sia su penne della serie “H” sia su stilografiche della serie “S”. Introdotta nel 1930, l’Ethernite non era ovviamente più una novità qualche anno dopo e la scritta “unbreakable”, che in qualche modo rassicurava il cliente circa le qualità di robustezza del nuovo materiale, cessò d’avere senso e venne rimossa. Nessuna stilografica della nuova serie “S” (come le S. 75 mk 2, S. 100 mk 4, S. 125 mk 1 ed S. 175 mk 1 per citarne solo alcune, caratterizzate da una certa omogeneità estetica, proprio quella che caratterizzò il “nuovo corso” della serie “S”) esibì più quella scritta.
Ne deriva, mi sembra, che la Robot può essere vista come un modello di transizione, quasi un anello di congiunzione fra la prima e la seconda produzione di modelli nella serie “S”.
In questo senso, questo modello è interessante dal punto di vista storico. Possiamo collocarne la produzione fra il 1933 ed il 1935, perché dopo l’introduzione della celluloide, per un certo tempo Summit lanciò sul mercato stilografiche con linee ancora molto tradizionali, come la S. 121, la S. 65 mk 1, la S. 115 etc. I primi esperimenti con le nuove linee, più affusolate, si ebbero con la S. 100 “double jewel” e con la S. 112, ancora caratterizzate dalla scritta “unbreakable” e dal codice del modello impresso in coda al fusto, in posizione trasversale.
Con il 1935 viene proposta la S. 175 mk 1, indirizzata a funzionari e direttori di banca, ad avvocati ed ingegneri, sempre in celluloide ma con un pennino più grande (equivalente grosso modo allo Swan n. 5). In questo periodo, la S. 125 mk 1 era già senz’altro in produzione.
Spero di non avervi annoiato troppo con le mie elucubrazioni storiche, ma desideravo rendere ragione dell’opportunità di questa presentazione. La Robot presenta linee che oggi possono essere definite classiche. Su questo esemplare le cesellature ed il pannello liscio, disponibile per l’incisione delle iniziali o d’una data, le donano un’estetica ben rappresentativa degli anni Trenta in Inghilterra, quando il colore nero per il proprio strumento di scrittura, eventualmente impreziosito da elementi come quelli citati, veniva generalmente visto come segno di serietà ed affidabilità, che comunicava immediatamente secondo il sentire del tempo.
Le linee pulite comunicano anche un’eleganza discreta, che non stanca.
E’ ragionevole pensare che la Robot sia stata offerta in diversi colori. Rard Wade Chanzigi, discendente d’uno dei proprietari di Summit Pens Ltd, ne possiede una verde marmorizzato. Ma passiamo alle caratteristiche tecniche:
- Lunghezza chiusa: 133 mm
- Lunghezza aperta: 126 mm
- Lunghezza con cappuccio calzato: 162 mm
- Diametro del fusto: 12 mm
- Diametro del cappuccio: 13,7 mm
- Diametro medio della sezione: 9 mm
- Lunghezza della sezione: 15 mm
- Lunghezza del cappuccio: 58 mm
- Peso: 16 gr
- Peso del cappuccio: 5 gr
- Materiali: corpo e cappuccio in celluloide “Ethernite”, sezione, fondello ed alimentatore in ebanite, pennino d’oro a 14 carati, finiture metalliche dorate. Il cappuccio, che si chiude in circa un giro e mezzo, è dotato di due fori d’aereazione e si calza molto bene.
La scrittura è molto confortevole, secondo gli standard Summit: la sezione ben svasata rende l’impugnatura molto naturale. Il pennino, modello 555, non flessibile ma con un certo grado di molleggio, scorre bene sulla carta, con una sensazione di “ritorno” piacevole, che ne aumenta il controllo.
La penna è bilanciata bene, anche con il cappuccio calzato, e non stanca la mano neppure nelle sessioni di scrittura più lunghe. Il flusso è corposo, ma non eccessivo e non vi sono false partenze né salti. Si tratta d’una stilografica nata per scrivere bene ed a lungo. Prima del restauro, questa penna si presentava davvero molto “vissuta”: le parti in ebanite erano di color marrone medio ed il sacchetto era pietrificato; l’inchiostro secco invadeva il gruppo in notevole quantità e la levetta era piegata in una “V” molto aperta.
Con un po’ di pazienza, i difetti sono stati corretti ed ora la mia Robot può tranquillamente far bella mostra di sé sulla scrivania; testimone d’altri tempi con un notevole carico d’esperienza, ma ancora pronta a dare il meglio.