FountainPen.it Forum

Gli amici di penna ai quali ho avuto occasione di parlarne sanno che questo è per me un periodo un po’ anomalo: oltre alla parte pratica della mia vita di musicista, da oltre un anno scrivo (tutto il giorno) i risultati delle mie ricerche musicali e letterarie per un libro che mi è stato commissionato, e che dovrò consegnare in settembre: al momento è dunque per me impensabile provare a raccontare con la passione e il dettaglio che meritano le mie scoperte in campo stilografico, come ho cercato di fare qui sul Forum in passato. Giocoforza mi limito a contribuire con qualche risposta agli argomenti degli altri appassionati: in questo caso vorrei aggiungere un po’ di “cartacce” riguardanti il marchio Swan, sempre molto amato dai collezionisti. Le date dei contributi sono “certe”, essendo le pubblicità tutte ancora saldamente inserite nelle riviste in cui sono state pubblicate…
Le Ads che oggi conferirò al nostro formidabile Wiki provengono da due annate (1904 e 1907) della rivista Harper's Monthly Magazine, che nel 1904 era pubblicata contemporaneamente a Londra e a New York, e ospitava contestualmente anche pubblicità Waterman.
Procediamo in ordine cronologico.


Versione in blu.



Una cartaccia decisamente rara e bella è questo Estratto dal Catalogo “SWAN” (ancora Mabie, Todd & Bard) del 1904 (curioso che vi si affermasse che la M.,T.&B. produceva insieme alle “Swan” fountain pens anche le “Cygnet” stylos, che sarebbero proprio la stessa cosa…, evidentemente nel tentativo di ingraziarsi la parte più sciovinista del mercato francese).
L’allegato è grande all’incirca quanto un A4 ripiegato (due pagine quattro facciate), spillato per il lato lungo insieme al resto del volume, in fondo incollato per un lembo alla terza di copertina.
Chi non lo avesse staccato, lo avrebbe letto, ruotando la rivista di 90° in quest’ordine: Tra le altre curiosità spiccano ai miei occhi:
- la testimonianza di Miss Orchard, bambinaia inglese presso la corte degli Zar, che scrive dalla reggia di Peterhof a San Pietroburgo dell’avvenuta consegna all’Imperatore delle due penne che egli aveva mostrato di gradire, durante il suo soggiorno londinese di qualche tempo prima si può presumere (ah, i testimonial di una volta! );
- ben prima delle trincee della grande guerra, l’immissione sul mercato dell’inchiostro in pastiglie della Marca…

Le bellissime penne sono riprodotte in grandezza naturale.


FINE PRIMA PARTE
Continua…

Proseguiamo con la rassegna.

Notiamo la Waterman a torciglione…


[questa anche in: 1904-10. Harper's Monthly Magazine, n.653, pag.a]










ANNATA 1907




Facciamo un salto di dodici anni, finalmente cambiamo Rivista, e troviamo… sempre gli stessi modelli di Swan!!
La ragione sociale da “Mabie, Todd & Bard” (che abbiamo visto sino ad ora) è prima mutata in “Mabie, Todd & Co.” (nel 1907, ma sino a febbraio ancora no), come nella SWAN 1500 che ho fotografato più sotto, e quindi al definitivo “Mabie, Todd & Co. Ltd.” (1915, ma i disegni della penna e dell’inchiostro hanno ancora la vecchia ragione sociale senza il Limited di prima della Guerra).
La rivista, settimanale di grande formato, risente dei postumi della Grande Guerra, e infatti oltre alla numerazione tradizionale porta ancora il riferimento “War Number 248”, specificando però che si era ormai in armistice period: la penna pubblicizzata, nella semplicità disarmante di un caricamento a caduta (non automatico) ancora a metà del 1919, strizza senz’altro l’occhio al tradizionalismo britannico (il testimonial afferma di essersene portata appresso per mezzo mondo una - simile e - uguale nel prezzo negli ultimi vent’anni, e gli crediamo sulla parola ) ma soprattutto vuol essere uno strumento di costo contenuto per riprendere il lavoro quotidiano dopo la grande guerra.

FINE SECONDA PARTE
Continua…

The “SWAN” Pen 1500
Mabie, Todd & Co.
già “Made in England” (dunque dal 1909), anche se con pennino N.Y. prima dell’ultimo cambio di ragione sociale (con l’inserimento del “Ltd.” finale, avvenuto nel 1915).
Vi presento (a volo d'uccello , ahimè) questa penna recuperata in un mercatino solo perché ha la clip più brutta che io abbia mai visto: zoomorfismo stilografico che si eleva a paradigma, un becco d’oca (di cigno, pardon!, cygnet) direttamente nel taschino!! E non molla, vi assicuro: una delle prese più mordaci ch’io abbia mai provato…
Le sue forme (?) sfuggenti erano in giro almeno dal 1904, come abbiamo visto in alcune delle ads precedenti… La “Swan Pocket Clip” era disponibile anche in versione amovibile/rimovibile (qui vediamo quella conferita da Lucawm: http://www.fountainpen.it/File:Swan-Sel ... omClip.jpg), caratterizzata da due ali stondate avvolgenti che permettevano di inserirla a pressione sul cappuccio, ma all’altezza desiderata.
Questa è anch’essa amovibile (inserimento a frizione), epperò toglierla non avrebbe alcun senso, poiché il labbro del cappuccio è sagomato per accoglierla e non è altrimenti rifinito…


FINE TERZA PARTE
Continua…

Questa clip - come la penna in ebanite nera cesellata con cappuccio liscio a cui è attaccata - era prodotta per essere venduta sul mercato francese, come ben evidenziato dalle iscrizioni richieste dalla legge transalpina in materia di metalli preziosi: il primo punzone sulla semplice laminatura d’oro di una base in altro metallo della clip, e quella delle bande in oro massiccio 18K che decorano il fusto. Ah, già, la penna è un modello 1500…
Alcune misure
Lunghezza chiusa: cm. 13,8
Lunghezza con cappuccio calzato: cm. 14,5 (no nib)
Fusto: cm. 11
Cappuccio: cm. 4,2
Diametro fusto e cappuccio: cm. 0,8
Diametro impugnatura: cm. 0,65
Peso: gr.9
Cappuccio: gr.3

Caricamento a contagocce e pennino (questo mio un po’ spuntato) con over&under feed (alimentatore sdoppiato, sopra e sotto il pennino). Grazie per l’attenzione e… non date da mangiare agli animali selvatici!


Giorgio

Accipicchia quanta roba, e che roba...
È mai possibile che anche le pubblicità di più di un secolo fa abbiano l'effetto di causare voglia d'acquisto incontrollata? Che guaio.
Complimenti per i ritrovamenti e per la completezza delle informazioni!

PS: confesso che anche io odio profondamente la forma di quella clip di comodo. Non tanto la vista trasversale ma l'ingombrante "vela" frontale.
Saluti

Accipicchia che impressionante serie di carte, e complimenti per la penna, è la prima volta che vedo una Swan Clip con questi dettagli. Mi ci vorrà un po' di tempo per caricare tutto quanto sul wiki, si tratta davvero di un contributo molto "sostanzioso" ... I miei migliori auspici per il libro, mi raccomando facci sapere quando uscirà!

Simone

La clip è una figata (consentitemi il termine) assoluta.

lucawm ha scritto: ↑martedì 2 giugno 2020, 18:39 Accipicchia quanta roba, e che roba...
È mai possibile che anche le pubblicità di più di un secolo fa abbiano l'effetto di causare voglia d'acquisto incontrollata? Che guaio.
Complimenti per i ritrovamenti e per la completezza delle informazioni!
...

Grazie, Luca!

lucawm ha scritto: ↑martedì 2 giugno 2020, 18:39 ...
PS: confesso che anche io odio profondamente la forma di quella clip di comodo. Non tanto la vista trasversale ma l'ingombrante "vela" frontale.
...

schnier ha scritto: ↑martedì 2 giugno 2020, 21:14 La clip è una figata (consentitemi il termine) assoluta.

Certo che te lo consento! Altrimenti non l'avrei nemmeno comprata e analizzata...
Ma rientra in quella rischiosa operazione di ispirazione/ omaggio/ imitazione/ stilizzazione di forme animali - come le sue compagne di zoo
Ancora autarchica "zampa di leone" e la mitica Pelikan 400 "testa di pellicano" - in cui lo spirito animalier a volte pare prendere il sopravvento!

Giorgio

piccardi ha scritto: ↑martedì 2 giugno 2020, 18:39 Accipicchia che impressionante serie di carte, e complimenti per la penna, è la prima volta che vedo una Swan Clip con questi dettagli. Mi ci vorrà un po' di tempo per caricare tutto quanto sul wiki, si tratta davvero di un contributo molto "sostanzioso" ... I miei migliori auspici per il libro, mi raccomando facci sapere quando uscirà!

Simone

Grazie di cuore, Simone!
Ti segnalo che ho risolto il problema delle "foto rotanti" verificando dapprima quelle che si caricavano storte, quindi cancellandole, passandole nel programmino "Paint" e sottoponendole a 4 rotazioni successive da 90° (per farle tornare alla visualizzazione precedente ) per poi ricaricarle sul forum: laboriosetto come metodo, non lo nego, ma così sembra aver funzionato...



Giorgio

Musicus ha scritto: ↑martedì 2 giugno 2020, 23:43
Certo che te lo consento! Altrimenti non l'avrei nemmeno comprata e analizzata...
Ma rientra in quella rischiosa operazione di ispirazione/ omaggio/ imitazione/ stilizzazione di forme animali - come le sue compagne di zoo
in cui lo spirito animalier a volte pare prendere il sopravvento!

Giorgio

In effetti il confine con il kitsch è labile, però quella clip la trovo bella. Da Art Nouveau.

Giorgio, grazie per questo bellissimo viaggio fra tante cose belle ed interessanti, penne meravigliose, il giovanissimo (allora) ponte di Brooklin, storie
di bambinaie, viaggi di zar e in questo excursus così entusiasmante anche la clip swan non mi è sembrata così brutta, se non altro particolare ...
Grazie ancora
Luigi

lucre ha scritto: ↑mercoledì 3 giugno 2020, 12:08 Giorgio, grazie per questo bellissimo viaggio fra tante cose belle ed interessanti, penne meravigliose, il giovanissimo (allora) ponte di Brooklin, storie
di bambinaie, viaggi di zar e in questo excursus così entusiasmante anche la clip swan non mi è sembrata così brutta, se non altro particolare ...
Grazie ancora
Luigi

Grazie a te, Luigi: attento, competente e arguto come sempre.


Giorgio

Ecco, avevo appena finito di scrivere a Luca sulle tabelline che ho tirato fuori dal catalogo del 1908, e la penna che non corrisponde a nessuna numerazione li prevista era già pubblicata (le cartacce mi distraggono troppo...).

Il numero 1500 non solo non è nel catalogo, ma torna poco anche con le numerazioni desunte dallo stesso. L'uno sulle migliaia non è citato, il 5 sulle centinaia era per indicare la penna "Plain" nelle dimensioni più grandi, e questa è tutto fuorché "Plain". Le decine indicherebbero un pennino lungo, e le unità un broad, ma come corrispondenza è ... la metà.

Mi sa che una parte della numerazione iniziale della Swan resterà abbastanza nel vago ancora per un po'...

Simone

piccardi ha scritto: ↑giovedì 4 giugno 2020, 0:03 Ecco, avevo appena finito di scrivere a Luca sulle tabelline che ho tirato fuori dal catalogo del 1908, e la penna che non corrisponde a nessuna numerazione li prevista era già pubblicata (le cartacce mi distraggono troppo...).

Il numero 1500 non solo non è nel catalogo, ma torna poco anche con le numerazioni desunte dallo stesso. L'uno sulle migliaia non è citato, il 5 sulle centinaia era per indicare la penna "Plain" nelle dimensioni più grandi, e questa è tutto fuorché "Plain". Le decine indicherebbero un pennino lungo, e le unità un broad, ma come corrispondenza è ... la metà.

Mi sa che una parte della numerazione iniziale della Swan resterà abbastanza nel vago ancora per un po'...

Simone

Prima di dover risolvere per oltre un anno rebus (ma senza la risposta giusta! ) come uno di quelli che mi sono trovato per le mani ieri... ... mi ero andato a cercare un po' di fonti sulla mia 1500 (la provenienza dell'ad è leggibile). L'anno potrebbe essere il 1912, ma forse meglio ancora il 1913... La #1500 era dunque addirittura una "serie", con diverse misure e decorazioni...
La mia impressione è che le pubblicità della Swan avessero subito un rallentamento nei passaggi di proprietà, ma questo è un altro discorso...


Giorgio

Bello! Bello!