Sedimentazione ferrogallici Rohrer & Klingner
Inviato: sabato 9 maggio 2020, 12:18
Salve.
Ho due calamai di inchiostri ferrogallici Rohrer & Klingner, Salix e Scabiosa, mi pare acquistati tra l fine del 2013 e l'inizio del 2014, sempre conservati ben chiusi dentro un cassetto.
Sono inchiostri che mi piacciono, anche se l'uso che ne faccio non è così frequente; principalmente a causa del fatto che non scrivo tantissimo, ma anche perché uso questi inchiostri esclusivamente in una penna a loro dedicata e cercando di fare una rotazione tra le altre penne e inchiostri che posseggo i tempi si allungano; diciamo che ne uso un paio di ricariche ogni 4/6 mesi con una frequenza di uso del Salix circa doppia rispetto allo Scabiosa.
Recentremente mi sono accorto della presenza di sedimenti depositati sul fondo a tutti e due i calamai.
Non me ne sono accorto prima sia per la colorazione scura del vetro del calamaio sia per l'etichetta che lo copre quasi completamente, ma anche perché non sono un fanatico del controllo qualità.
Agitando bene i sedimenti sembrano dissolversi, non e' facile capire meglio proprio a causa del colore del vetro e dell'etichetta.
Non penso sia muffa perché, a calamaio ben "riposato", sulla superfice dell'inchiostro non si nota niente di strano (e poi l'acidità del ferrogallico non dovrebbe essere un antimuffa naturale?).
La prima ipotesti che ho fatto è stata quella che, essendo ferrogallico, fosse possibile una precipitazione dei componenti e che quindi non c'era niente di cui preoccuparsi; ma cercando conferme in rete ho trovato come spesso succede pareri opposti che non hanno fatto altro che instillarmi dubbi.
Certo, visto il costo e la facile reperibilità potrei buttarli e comprarli nuovi senza problemi, ma resterei con la sete di conoscenza.
Mi chiedevo quindi cosa ne pensate voi e se qualcuno ha avuto esperienze simili.
Per la cronaca, gli inchisotri funzionano apparentemente senza problemi, anche se il Salix, che e' quello maggiormente usato, ha preso una colorazione piu' scura e tendente al blu/nero appena steso per poi diventare grigio scuro/nero con l'ossidazione.
Ho due calamai di inchiostri ferrogallici Rohrer & Klingner, Salix e Scabiosa, mi pare acquistati tra l fine del 2013 e l'inizio del 2014, sempre conservati ben chiusi dentro un cassetto.
Sono inchiostri che mi piacciono, anche se l'uso che ne faccio non è così frequente; principalmente a causa del fatto che non scrivo tantissimo, ma anche perché uso questi inchiostri esclusivamente in una penna a loro dedicata e cercando di fare una rotazione tra le altre penne e inchiostri che posseggo i tempi si allungano; diciamo che ne uso un paio di ricariche ogni 4/6 mesi con una frequenza di uso del Salix circa doppia rispetto allo Scabiosa.
Recentremente mi sono accorto della presenza di sedimenti depositati sul fondo a tutti e due i calamai.
Non me ne sono accorto prima sia per la colorazione scura del vetro del calamaio sia per l'etichetta che lo copre quasi completamente, ma anche perché non sono un fanatico del controllo qualità.
Agitando bene i sedimenti sembrano dissolversi, non e' facile capire meglio proprio a causa del colore del vetro e dell'etichetta.
Non penso sia muffa perché, a calamaio ben "riposato", sulla superfice dell'inchiostro non si nota niente di strano (e poi l'acidità del ferrogallico non dovrebbe essere un antimuffa naturale?).
La prima ipotesti che ho fatto è stata quella che, essendo ferrogallico, fosse possibile una precipitazione dei componenti e che quindi non c'era niente di cui preoccuparsi; ma cercando conferme in rete ho trovato come spesso succede pareri opposti che non hanno fatto altro che instillarmi dubbi.
Certo, visto il costo e la facile reperibilità potrei buttarli e comprarli nuovi senza problemi, ma resterei con la sete di conoscenza.
Mi chiedevo quindi cosa ne pensate voi e se qualcuno ha avuto esperienze simili.
Per la cronaca, gli inchisotri funzionano apparentemente senza problemi, anche se il Salix, che e' quello maggiormente usato, ha preso una colorazione piu' scura e tendente al blu/nero appena steso per poi diventare grigio scuro/nero con l'ossidazione.