Dica OTTANTOTTO! La mia prima penna antica
Inviato: giovedì 9 aprile 2020, 21:13
Inizio questo argomento con un rinnovato ringraziamento a tutti voi che gestite questo forum ed a tutti voi che ci scrivete, arricchendolo ogni giorno di informazioni ed esperienze che, per un neofita come me, equivalgono ad un vero e proprio tesoro.
Grazie alle letture del forum e del wiki, effettuate in questi mesi di frequentazione, ho maturato la convinzione che avrei voluto possedere una penna realmente antica, più della mia Capless faccettata anni '90 (che adoro): una penna in celluloide, ricca di un rilevante valore culturale, caratterizzata da una qualità costruttiva indiscutibile e, soprattutto, da una conclamata eccellenza nella scrittura; infine, una penna che avrei potuto usare tutti i giorni: antica sì, ma non un soprammobile. Aggiungiamo che sarebbe stato bello poter avere una rappresentante dei tempi andati legata indissolubilmente al bel Paese, che faccia tornare alla mente la nuova Alfa Romeo Giulietta appena acquistata dal medico del paese o la Vespa del vicino, i primi film di Alberto Sordi, di Mastroianni o Gassman...
Vabbè, avete capito che esiste una sola possibilità: Aurora 88
Ho scelto la K perché ai miei occhi più attraente della P (più che altro perché non ho ancora chiaro se tutte le P sono in celluloide, o se spesso sono in resina...), ma meno prona ai cambiamenti disomogenei di colore dell'ebanite del fondello tipica delle prime Nizzoli.
Insomma, eccola: pennino Fine, in condizioni ottime (ha un segnetto sul cappuccio), con la sua scatola (malconcia) e tutti i certificati allegati... Mai inchiostrata!
La finestrella di ispezione ancora del suo colore, priva di "arrossamento":
Caricata con Iroshizuku Asa-Gao, nell'attesa dell'arrivo del Nero Aurora, scrive con un tratto sottile, dal flusso misurato: il pennino ha un'ottima flessibilità, lo trovo molto appagante durante la scrittura.
Una nota: nonostante l'età, al momento la penna ha una perfetta tenuta del pistone, manifestando però un curioso difetto: se durante l'operazione di caricamento si avvita completamente il fondello che aziona il pistone, il risultato è che si percepisce chiaramente che nell'ultimo tratto di corsa il pistone non fa assolutamente tenuta (diventa molto morbido da ruotare): infatti, con la penna in verticale col pennino rivolto verso il basso, tutto l'inchiostro del serbatoio fuoriesce dall'alimentatore, svuotandolo in pochi secondi. Tuttavia, è sufficiente evitare l'ultimo mezzo giro di avvitamento del pistone per ottenere una tenuta assolutamente perfetta.
Sulla 88 si è già detto tutto, e di tutto, non potevo però non condividere questo momento quasi "iniziatorio" per chiunque si ritenga un appassionato di stilografiche: nonostante possieda già diverse penne (alcune delle quali più costose della 88K) trovo che questa esperienza sia diversa da tutte quelle, pur appaganti, provate finora. Finalmente una penna costruita quando le penne si usavano solamente col pennino, finalmente un bel fusto in celluloide, finalmente un oggetto di sostanza e di design italiano che ha lasciato un segno in tutto il mondo.
Grazie alle letture del forum e del wiki, effettuate in questi mesi di frequentazione, ho maturato la convinzione che avrei voluto possedere una penna realmente antica, più della mia Capless faccettata anni '90 (che adoro): una penna in celluloide, ricca di un rilevante valore culturale, caratterizzata da una qualità costruttiva indiscutibile e, soprattutto, da una conclamata eccellenza nella scrittura; infine, una penna che avrei potuto usare tutti i giorni: antica sì, ma non un soprammobile. Aggiungiamo che sarebbe stato bello poter avere una rappresentante dei tempi andati legata indissolubilmente al bel Paese, che faccia tornare alla mente la nuova Alfa Romeo Giulietta appena acquistata dal medico del paese o la Vespa del vicino, i primi film di Alberto Sordi, di Mastroianni o Gassman...
Vabbè, avete capito che esiste una sola possibilità: Aurora 88
Ho scelto la K perché ai miei occhi più attraente della P (più che altro perché non ho ancora chiaro se tutte le P sono in celluloide, o se spesso sono in resina...), ma meno prona ai cambiamenti disomogenei di colore dell'ebanite del fondello tipica delle prime Nizzoli.
Insomma, eccola: pennino Fine, in condizioni ottime (ha un segnetto sul cappuccio), con la sua scatola (malconcia) e tutti i certificati allegati... Mai inchiostrata!
La finestrella di ispezione ancora del suo colore, priva di "arrossamento":
Caricata con Iroshizuku Asa-Gao, nell'attesa dell'arrivo del Nero Aurora, scrive con un tratto sottile, dal flusso misurato: il pennino ha un'ottima flessibilità, lo trovo molto appagante durante la scrittura.
Una nota: nonostante l'età, al momento la penna ha una perfetta tenuta del pistone, manifestando però un curioso difetto: se durante l'operazione di caricamento si avvita completamente il fondello che aziona il pistone, il risultato è che si percepisce chiaramente che nell'ultimo tratto di corsa il pistone non fa assolutamente tenuta (diventa molto morbido da ruotare): infatti, con la penna in verticale col pennino rivolto verso il basso, tutto l'inchiostro del serbatoio fuoriesce dall'alimentatore, svuotandolo in pochi secondi. Tuttavia, è sufficiente evitare l'ultimo mezzo giro di avvitamento del pistone per ottenere una tenuta assolutamente perfetta.
Sulla 88 si è già detto tutto, e di tutto, non potevo però non condividere questo momento quasi "iniziatorio" per chiunque si ritenga un appassionato di stilografiche: nonostante possieda già diverse penne (alcune delle quali più costose della 88K) trovo che questa esperienza sia diversa da tutte quelle, pur appaganti, provate finora. Finalmente una penna costruita quando le penne si usavano solamente col pennino, finalmente un bel fusto in celluloide, finalmente un oggetto di sostanza e di design italiano che ha lasciato un segno in tutto il mondo.