Alla Ricerca del Viola Perduto (parte I) - Krishna Anokhi
Inviato: sabato 21 marzo 2020, 16:33
Dal profondo del lockdown lombardo, la mia voce si eleva verso di voi in un abbraccio colorato. Facciamoci forza, e non molliamo la coesione che riempie questa bellissima comunità che, in questi giorni sospesi tra la tristezza e la follia dilagante, è per me un inestimabile deposito di stabilità e di inconfessabile piacere. Anche nello stare confinata in casa, al chiuso.
Daje, regà.
Perché questa passione proprio per questo colore anziché per un verde, ad esempio?
Non lo so, ma trovo che in genere sia una scelta ricca di personalità e che richiama l'attenzione, pur con una certa sobrietà che contraddistingue, ad esempio, quei viola talmente scuri da sembrare neri che rivelano la loro reale essenza solo in controluce.
Con il passare dei mesi ne ho accumulati talmente tanti dal decidermi ad iniziare una vera e propria quest, ossia: quale sarà, per caratteristiche tecniche ed organiche sue proprie, nonché per ricchezza di sfumature, corrispondenza al viola naturale, equidistanza tanto dal magenta quanto dal blu, l'inchiostro che merita la palma di Viola Più Viola del Viola, il Viola Definitivo?
Per questo, alternandole con recensioni di altre tinte, nei prossimi mesi vi intratterrò con le molteplici puntate di questa avvincente saga scrittoria, fino a rivelarvi quello che - almeno a mio giudizio - per il momento occupa lo spazio riservato al Sacro Graal dei Viola.
Hey ho, let's go.
Il colore in sé mi sembrava interessante, benché sia più un porpora - o meglio, un color prugna.
Infatti, la componente rossa qui è nettamente preponderante su quella blu. A tal riguardo, le scansioni non rendono esattamente giustizia a quale sia la tinta effettiva: le fotografie a luce naturale, oltre a tentare di riportare esattamente l'effetto dello sheen, corrispondono di gran lunga meglio al colore come effettivamente appare in realtà.
Purtroppo, le mie aspettative non hanno trovato esattamente corrispondenza nei fatti: benché si tratti certamente del prugna più saturo e ricco che abbia mai visto, per cogliere appieno lo sheen occorrono una carta non porosa e lucida, e un pennino con flusso mediamente abbondante, e anche così non è eccezionale.
Per intenderci, questo inchiostro dà il meglio di sé sulla Tomoe River o sulla Clairefontaine Triomphe, ma già sulla Fabriano Ecoqua - che per altri inchiostri catalogati come "Sheen monsters", come ad esempio il R. W. Emerson della Organics Studio è comunque soddisfacente - segna un po' il passo.
Insomma, un po' perché cercavo lo sheen, un po' perché più che un purpureomi interessava un vero violetto (in inglese la differenza tra "purple" e "violet" si coglie meglio, lessicalmente), non mi ha soddisfatto.
Da ultimo, devo sottolineare un problema molto serio che mi ha fatto patire tantissimo questo inchiostro.
Non so esattamente che pigmenti ci abbiano messo per renderlo così saturo, ma se provate a dimenticarlo una settimana in una penna, quella continuerà a spurgare acqua rosa dopo mesi, a meno che non possiate smontarla integralmente. A distanza di un anno, e dopo DUE SETTIMANE a bagno continuamente nella mia Mistura Lavapenne Segreta ©, la mia Magellano rilascia ancora tracce di una sostanza leggermente rosata.
Nel complesso, anche considerando la difficoltà di procurarsi questo inchiostro, non credo valga la pena di acquistarlo.
Resistiamo caparbi nella quarantena, e... good Inkdreams a tutti!
Daje, regà.
***
Ad onta delle convinzioni superstiziose di molti, chi mi conosce sa che ho una leggera fissa per gli inchiostri viola. Mi piacciono tantissimo, ne distinguo con piacere e assaporo le mille sfumature - purpuree, mauve, lavanda, erica... - a seconda della più o meno accentuata presenza di rosso o di blu al loro interno. Ho sempre almeno una penna carica con un viola, e - non scherzo - a ogni singolo ordine di inchiostri non manca mai una boccetta o un sample di questa tinta. Perché questa passione proprio per questo colore anziché per un verde, ad esempio?
Non lo so, ma trovo che in genere sia una scelta ricca di personalità e che richiama l'attenzione, pur con una certa sobrietà che contraddistingue, ad esempio, quei viola talmente scuri da sembrare neri che rivelano la loro reale essenza solo in controluce.
Con il passare dei mesi ne ho accumulati talmente tanti dal decidermi ad iniziare una vera e propria quest, ossia: quale sarà, per caratteristiche tecniche ed organiche sue proprie, nonché per ricchezza di sfumature, corrispondenza al viola naturale, equidistanza tanto dal magenta quanto dal blu, l'inchiostro che merita la palma di Viola Più Viola del Viola, il Viola Definitivo?
Per questo, alternandole con recensioni di altre tinte, nei prossimi mesi vi intratterrò con le molteplici puntate di questa avvincente saga scrittoria, fino a rivelarvi quello che - almeno a mio giudizio - per il momento occupa lo spazio riservato al Sacro Graal dei Viola.
Hey ho, let's go.
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Alla Ricerca del Viola Perduto - Parte I
Krishna Anokhi
Premetto che mi sono accostata a questo inchiostro tramite un sample reperito su un noto sito di ecommerce tedesco. Ad attrarmi è stato, soprattutto, il fatto che - come tutte le tinte della serie RC di questa Casa - prometteva di essere caratterizzato da un ricco sheen color verde uranio. Krishna Anokhi
Il colore in sé mi sembrava interessante, benché sia più un porpora - o meglio, un color prugna.
Infatti, la componente rossa qui è nettamente preponderante su quella blu. A tal riguardo, le scansioni non rendono esattamente giustizia a quale sia la tinta effettiva: le fotografie a luce naturale, oltre a tentare di riportare esattamente l'effetto dello sheen, corrispondono di gran lunga meglio al colore come effettivamente appare in realtà.
Purtroppo, le mie aspettative non hanno trovato esattamente corrispondenza nei fatti: benché si tratti certamente del prugna più saturo e ricco che abbia mai visto, per cogliere appieno lo sheen occorrono una carta non porosa e lucida, e un pennino con flusso mediamente abbondante, e anche così non è eccezionale.
Per intenderci, questo inchiostro dà il meglio di sé sulla Tomoe River o sulla Clairefontaine Triomphe, ma già sulla Fabriano Ecoqua - che per altri inchiostri catalogati come "Sheen monsters", come ad esempio il R. W. Emerson della Organics Studio è comunque soddisfacente - segna un po' il passo.
Insomma, un po' perché cercavo lo sheen, un po' perché più che un purpureomi interessava un vero violetto (in inglese la differenza tra "purple" e "violet" si coglie meglio, lessicalmente), non mi ha soddisfatto.
Da ultimo, devo sottolineare un problema molto serio che mi ha fatto patire tantissimo questo inchiostro.
Non so esattamente che pigmenti ci abbiano messo per renderlo così saturo, ma se provate a dimenticarlo una settimana in una penna, quella continuerà a spurgare acqua rosa dopo mesi, a meno che non possiate smontarla integralmente. A distanza di un anno, e dopo DUE SETTIMANE a bagno continuamente nella mia Mistura Lavapenne Segreta ©, la mia Magellano rilascia ancora tracce di una sostanza leggermente rosata.
Nel complesso, anche considerando la difficoltà di procurarsi questo inchiostro, non credo valga la pena di acquistarlo.
Resistiamo caparbi nella quarantena, e... good Inkdreams a tutti!