Morrison’s Gold Filled 1/40 - 14KT
Inviato: venerdì 6 marzo 2020, 10:20
L’art decò, l’Empire State Building, i panciotti di Depero e i quadri di Tullio Crali. Tutto quello che proviene dai ruggenti anni ’20 e dai successivi (non facili) anni ’30, ha sempre esercitato su di me un grandissimo fascino.
Per fortuna ci sono passioni che permettono di tuffarsi in pieno nei periodi storici prediletti. Quindi...
Attingendo al Wiki, scopro che la Morrison’s fu fondata nel 1910 e che per i primi anni si concentrò sulla produzione di penne in ebanite laminate, con caricamento a levetta; nel 1933 iniziò la produzione del modello “Black Beauty”, seguito nel 1942 dalla “Patriot” che è forse da considerarsi l’unico modello di rilievo del marchio. Quindi questa Morrison’s rientra probabilmente nella produzione degli anni ‘10 e ’20.
La penna misura:
- 13 cm chiusa
- 11,6 cm aperta
- 16 cm aperta a cappuccio calzato.
Sulla clip e sulla levetta sono presenti il nome Morrison’s e il logo dell’Azienda: una M inscritta all’interno di una corona di alloro (in realtà a me sembra di vedere sia una L che una M).
Alla base del fusto è stampigliato il dettaglio relativo alla laminatura: 1/40 - 14KT. Quindi in questa laminatura 1/40 del peso complessivo è oro; 14K significa che la caratura è di 585/1000, ovvero che su 1000 parti di metallo 585 sono di oro puro mentre il resto è composto da altri materiali come argento, rame...
Il pennino, non originale, è in acciaio marchiato Monviso - ABT (Achille Busi Torino), è fine e flessibile, discretamente flessibile, sebbene presenti una probabile riparazione.
Avevo pensato di cercare un più coerente pennino in oro, ma questo pare così ben affiatato col resto della penna, che sembra un peccato separarli.
Scrive in modo molto scorrevole, scrive dal lato asciutto (“reverse”) e scrive pure tenendo la penna del fondo a lasciando strisciare il pennino sotto il solo peso della penna: in pratica scrive sempre.
La penna trasmette una buona sensazione di solidità e sembra adatta anche all’uso giornaliero, con un pennino così scorrevole che difficilmente affaticherà la mano. Sebbene se le dimensioni siano contenute, si può usare senza necessità di calzare il cappuccio (è anche vero che ho una mano piccola).
Per creare un po’ di atmosfera ho invitato anche il mio Bulova modello “Stanford” dei primi anni ’30...
...e la giovincella Conway Stewart 15
Nelle foto compaiono anche:
- Moda Futurista, a cura di Guido Andrea Pautasso; Abscondita Editore
- Ishiki No Kashi (Il letargo dei sentimenti) di Igort - Opera distopica ambientata in Giappone, disegnata con tratti chiaramente di ispirazione futurista, pubblicata per la prima volta nel 1984 e recentemente uscita per Oblomov Edizioni.
- Il taccuino Paperblanks “Arroyo” della serie Ori, che riproduce l’opera dell’artista Yuko Nishimura
Grazie per l'attenzione.
Per fortuna ci sono passioni che permettono di tuffarsi in pieno nei periodi storici prediletti. Quindi...
Vi presento la Morrison’s Gold Filled 1/40 - 14KT
Attingendo al Wiki, scopro che la Morrison’s fu fondata nel 1910 e che per i primi anni si concentrò sulla produzione di penne in ebanite laminate, con caricamento a levetta; nel 1933 iniziò la produzione del modello “Black Beauty”, seguito nel 1942 dalla “Patriot” che è forse da considerarsi l’unico modello di rilievo del marchio. Quindi questa Morrison’s rientra probabilmente nella produzione degli anni ‘10 e ’20.
La penna misura:
- 13 cm chiusa
- 11,6 cm aperta
- 16 cm aperta a cappuccio calzato.
Sulla clip e sulla levetta sono presenti il nome Morrison’s e il logo dell’Azienda: una M inscritta all’interno di una corona di alloro (in realtà a me sembra di vedere sia una L che una M).
Alla base del fusto è stampigliato il dettaglio relativo alla laminatura: 1/40 - 14KT. Quindi in questa laminatura 1/40 del peso complessivo è oro; 14K significa che la caratura è di 585/1000, ovvero che su 1000 parti di metallo 585 sono di oro puro mentre il resto è composto da altri materiali come argento, rame...
Il pennino, non originale, è in acciaio marchiato Monviso - ABT (Achille Busi Torino), è fine e flessibile, discretamente flessibile, sebbene presenti una probabile riparazione.
Avevo pensato di cercare un più coerente pennino in oro, ma questo pare così ben affiatato col resto della penna, che sembra un peccato separarli.
Scrive in modo molto scorrevole, scrive dal lato asciutto (“reverse”) e scrive pure tenendo la penna del fondo a lasciando strisciare il pennino sotto il solo peso della penna: in pratica scrive sempre.
La penna trasmette una buona sensazione di solidità e sembra adatta anche all’uso giornaliero, con un pennino così scorrevole che difficilmente affaticherà la mano. Sebbene se le dimensioni siano contenute, si può usare senza necessità di calzare il cappuccio (è anche vero che ho una mano piccola).
Per creare un po’ di atmosfera ho invitato anche il mio Bulova modello “Stanford” dei primi anni ’30...
...e la giovincella Conway Stewart 15
Nelle foto compaiono anche:
- Moda Futurista, a cura di Guido Andrea Pautasso; Abscondita Editore
- Ishiki No Kashi (Il letargo dei sentimenti) di Igort - Opera distopica ambientata in Giappone, disegnata con tratti chiaramente di ispirazione futurista, pubblicata per la prima volta nel 1984 e recentemente uscita per Oblomov Edizioni.
- Il taccuino Paperblanks “Arroyo” della serie Ori, che riproduce l’opera dell’artista Yuko Nishimura
Grazie per l'attenzione.