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L'Italia del Coronavirus

Inviato: mercoledì 26 febbraio 2020, 20:43
da ASTROLUX
Da giorni stiamo vivendo l'incubo della temuta pandemia.
Qui al sud, tra Napoli e Caserta si respira un'aria di calma prima della tempesta...e intanto si saccheggia l'amuchina e l'altro ieri lo scaffale del latte a lunga conservazione era vuoto. Nell'azienda dove lavoro sono comparsi i dispenser con il sapone sanificante, le mascherine per chi è in contatto con personale l'esterno e una gestione prudenziale delle visite e delle trasferte.
Questo clima di attesa di un disastro imminente mi rammenta il "deserto dei tartari".
Tutta la mia solidarietà va a quanti, sono nelle zone dei focolai, o nelle regioni "incriminate", vittime due volte: Per il virus e per quella discriminazione strisciante, dettata dal panico, che li vede oggetto di certi comportamenti che mai vorremmo vedere.
Forza amici, ce la faremo!

L'Italia del Coronavirus

Inviato: mercoledì 26 febbraio 2020, 20:47
da Polemarco
ASTROLUX ha scritto: mercoledì 26 febbraio 2020, 20:43 Da giorni stiamo vivendo l'incubo della temuta pandemia.
Qui al sud, tra Napoli e Caserta si respira un'aria di calma prima della tempesta...e intanto si saccheggia l'amuchina e l'altro ieri lo scaffale del latte a lunga conservazione era vuoto. Nell'azienda dove lavoro sono comparsi i dispenser con il sapone sanificante, le mascherine per chi è in contatto con personale l'esterno e una gestione prudenziale delle visite e delle trasferte.
Questo clima di attesa di un disastro imminente mi rammenta il "deserto dei tartari".
Tutta la mia solidarietà va a quanti, sono nelle zone dei focolai, o nelle regioni "incriminate", vittime due volte: Per il virus e per quella discriminazione strisciante, dettata dal panico, che li vede oggetto di certi comportamenti che mai vorremmo vedere.
Forza amici, ce la faremo!
👍👍👍

L'Italia del Coronavirus

Inviato: mercoledì 26 febbraio 2020, 20:48
da francoiacc
Tranquillo sono appena arrivati i primi due casi dal Nord, uno a Caserta l'altro a Vallo della Lucania.
Piena solidarietà a tutti noi.

L'Italia del Coronavirus

Inviato: mercoledì 26 febbraio 2020, 20:50
da Placo
Il problema è che l'Italia ospita una minaccia pericolosa: i pecoroni. Tutti infettivologi e tutti microbiologi nell'ultima settimana, quando prima magari non si lavavano neanche le mani e basta pensare a cosa si può trovare in un carrello della spesa. Poi, nel fine settimana, tutti a svaligiare i supermercati neanche fossimo in guerra, tutti a comprare mascherine che a stento proteggono dalla polvere. Altro che affidarsi agli esperti, i social pullulano di idiozie.
Ne usciremo tutti, basta osservare i minimi dettami igienici e stare attenti.

L'Italia del Coronavirus

Inviato: mercoledì 26 febbraio 2020, 20:57
da Gargaros
Non preoccupatevi, non succederà nulla.

L'Italia del Coronavirus

Inviato: mercoledì 26 febbraio 2020, 21:16
da sussak
Dunque, la metà è psicosi. Passaparola, fake news e strombazzate dei titoloni dei giornali per aumentare le tirature che non hanno.
La seconda metà è che è qualcosa più di una virulenta influenza.
L'accaparramento è stupido; siamo tre gruppi familiari noi e due figlie sposate: normale spesa settimanale.
Gli alimentari a Milano non sono mai mancati; man mano che gli ossessionati li svuotavano venivano riforniti.
Precauzioni: lavarsi le mani il più possibile, ci sono ottime saponette di sapone marsiglia che fungono benissimo.
Mascherine: una porca speculazione, prima costavano 2 €., ora tentano di venderle (quando va bene) a 12-15 €. e servono a poco e nulla se uno è sano.
Mezzi pubblici (ed anche cinema e teatri): evitarne l'uso se non indispensabile ed usare i guanti. Se qualcuno comincia a stenutire allontanarsi e scendere. Meglio scordarsi l'ecologia ed usare auto o scooter. Cercare di evitare assembramenti e centri commerciali, specie nei festivi.
Credo sia tutto qui; quelli che rischiano sono i vecchi come me, o chi ha patologie (cardiache o respiratorie) od è immunodepresso.

io personalmente la prendo con filosofia (sono più preoccupato per mia moglie).
Mi ricordo la lezione dell'inverno 1970 a Brà (Cn) al II° rgt alpini.
Una caserma fatiscente, con camerate senza riscaldamento a -15°C con 60 reclute ciascuna.
C'era qualcuno debilitato fin dall'arruolamento; rancio da schifo, scoppiò una epidemia di meningite.
Su 600 soldati ci furono 2 morti con febbre a 42°- un solo tenente medico di prima nomina.
Ci dissero che se qualcuno parlava ci avrebbero messi tutti in quarantena, niente libere uscite, permessi brevi o licenze.
Tutti stettero zitti e muti e ci lasciarono uscire, e nessuno fuori seppe mai nulla.

L'Italia del Coronavirus

Inviato: giovedì 27 febbraio 2020, 0:56
da jebstuart
C’è un caso ricoverato al Cotugno ed uno diagnosticato e mandato in isolamento domiciliare. Non sono casi autoctoni, ma provenienti dalla zona rossa lodigiana. Una evoluzione attesa ed inevitabile, analoga a quanto si sta purtroppo verificando al Centronord.
Sembrerebbe, allo stato, che il COVID-19 sia un CoV-SARS (quello del 2003) mutato, con maggiore diffusibilità ma minore virulenza. Alcuni sensazionalismi giornalistici (ed ancor di più le bufale da social) andrebbero pertanto ridimensionati, ma senza abbassare in alcun modo la guardia, visto che il contenimento dei contagi è l’unica vera arma a nostra disposizione.
Non servono però tanto guanti, amuchina e mascherine, quanto un senso civico e di responsabilità profondo e radicato.

Detto questo, quando le bocce saranno ferme e la tempesta passata, l’Italia e l’Occidente in generale farebbero bene ad aprire una discussione sociale, antropologica e politica sulla smania di viaggiare in barba alle più elementari norme di prudenza, sui social assurti a canale pressoché unico di confronto sociale, sul minimalismo culturale e sulla disinvoltura del non sapere, sul ruolo che la Cina ed i suoi stili di vita stanno ritagliandosi nel Mondo del Terzo Millennio.
Ignorare il rischioso portato di tutti questi fattori messi insieme significa - nella più rosea delle ipotesi - essere affetti da una grave forma di miopia.

L'Italia del Coronavirus

Inviato: giovedì 27 febbraio 2020, 6:01
da sussak
Si fa presto a dire che bisogna abolire i viaggi; a parte i turisti ad oltranza, c'è un interscambio per lavoro incredibile, il mondo è diventato piccolo.
La signora da cui vado a prendere il caffè quando porto fuori il cane è cinese, e dell'interno, a due ore di volo dalla costa; trema più per il pensiero di non riuscire a pagare l'affitto, quando vede il suo bar vuoto, che per il virus; più della metà dei locali di Milano sono gestiti da loro.
Il mio portiere è cingalese, e torna a Colombo un paio di volte l'anno per le sue questioni di famiglia. Il fruttivendolo è tunisino.
L'azienda automobilistica ove lavora una delle mie due figlie è coreana, ed i manager vanno e vengono in continuo dalla sede.
Sotto di me due appartamenti vuoti sono stati acquistati, ironia della sorte, uno da una famiglia ebrea e quello di fronte da una egiziana; tutti auspicano una pacifica convivenza. Il mio meccanico è bulgaro, ed il giardiniere di Milano filippino. Le badanti dei più vecchi qui sono moldave.
In campagna, l'uomo che mi fa la manutenzione in casa, un vero mago come abilità, è un ungherese dei Maramures, e quello che mi aiuta in giardino albanese, le vigne sono mandate avanti da un centinaio di rumeni.
Tutte queste persone sono qui per lavorare ed appena possono tornano a casa loro a trovare i parenti, a portare denaro. Non considerando i "turisti per caso", come la blocchi tutta questa gente ? E' una situazione più intricata di un porto di mare.

Dimenticavo: a 500 mt da casa mia hanno aperta una chiesa cristiana copta; c'è la processione per il rito di egiziani, etiopi ed eritrei.

L'Italia del Coronavirus

Inviato: giovedì 27 febbraio 2020, 7:37
da Tribbo
Puntualissima disamina la tua, Umberto, che mi sento di condividere appieno. Bravo!
Paolo

L'Italia del Coronavirus

Inviato: giovedì 27 febbraio 2020, 8:38
da jebstuart
Cercherò di ripetere tutto questo al prossimo vecchietto in insufficienza respiratoria che trovo, spiegandogli che non é così grave che muoia se questo serve a far girare l’economia.

L'Italia del Coronavirus

Inviato: giovedì 27 febbraio 2020, 9:50
da Gargaros
Non credo che Jeb proponesse il fermare le passeggiate in giro per il mondo, cosa non fattibile. Lo dice chiaro anzi che serve informazione. D'altro canto alcune crisi non sono facilmente prevedibili (anche se sul Covid ho letto di sfuggita che era previsto già negli anni scorsi).

L'unica cosa che va potenziata è lo studio e la medicina. D'altronde se questa "crisi" fosse scoppiata nell'800 avrebbe portato al dimezzamento della popolazione mondiale, segno dei grandi passi avanti fatti finora. Dobbiamo far in modo che la prossima epidemia sia mezza volta meno pericolosa.

Ma è pericoloso, questo Covid? A giudicare dalle stime tutt'altro! Spaventa la sua facilità di trasmissione, per il resto finora, almeno in Italia, sta uccidendo solo anziani già acciaccati da altri problemi. Il che significa che la normale influenza avrebbe fatto la stessa cosa.

L'Italia del Coronavirus

Inviato: giovedì 27 febbraio 2020, 10:33
da sussak
jebstuart ha scritto: giovedì 27 febbraio 2020, 8:38 Cercherò di ripetere tutto questo al prossimo vecchietto in insufficienza respiratoria che trovo, spiegandogli che non é così grave che muoia se questo serve a far girare l’economia.
Mettici anche me nel mazzo, anche se non ho insufficienze respiratorie, ma solo artrosi galoppante.
Forse sono un pragmatico, ma non un illuso di campare in eterno.

L'Italia del Coronavirus

Inviato: giovedì 27 febbraio 2020, 10:46
da jebstuart
sussak ha scritto: giovedì 27 febbraio 2020, 10:33
jebstuart ha scritto: giovedì 27 febbraio 2020, 8:38 Cercherò di ripetere tutto questo al prossimo vecchietto in insufficienza respiratoria che trovo, spiegandogli che non é così grave che muoia se questo serve a far girare l’economia.
Mettici anche me nel mazzo, anche se non ho insufficienze respiratorie, ma solo artrosi galoppante.
Forse sono un pragmatico, ma non un illuso di campare in eterno.
E anche me, che ho più di 60 anni e sono un infartuato.

Resistiamo, Umberto, che siamo della vecchia guardia :)

Gargaros ha scritto: giovedì 27 febbraio 2020, 9:50 Non credo che Jeb proponesse il fermare le passeggiate in giro per il mondo, cosa non fattibile. Lo dice chiaro anzi che serve informazione.
Proprio così. Grazie della precisazione :)

Quanto al Coronavirus, questo ceppo, a meno che non muti nei vari passaggi da un individuo all'altro, ha al momento una "pericolosità" sostanzialmente non dissimile dall'influenza comune e manifesta solo in un ristretto numero di casi la tendenza a dare una sindrome da distress respiratorio (la SARS, appunto, che costringe a ventilare il paziente in Terapia Intensiva) come invece faceva frequentissimamente il Coronavirus del 2003 o l'H1N1.
Il problema della presente epidemia è piuttosto che, trattandosi di un virus di recente comparsa, la popolazione non ha una memoria immunitaria specifica, come succede per i ceppi influenzali consueti.
Per questo siamo tutti recettivi all'infezione e - non disponendo di un vaccino - se non contenessimo il contagio potremmo avere un numero di pazienti da ospedalizzare così alto da mettere in crisi la recettività ospedaliera, pur restando questi ultimi una parte comunque minimale del totale dei contagiati e pur essendo la guarigione la regola nella stragrande maggioranza dei casi.
L'influenza comune, invece, grazie a vaccini e memoria immunitaria viene ogni anno contratta da "solo" 7-8 milioni di persone, con 7-8mila decessi (che stranamente non spaventano nessuno). E sono numeri che possiamo fronteggiare...

L'Italia del Coronavirus

Inviato: giovedì 27 febbraio 2020, 11:08
da sussak
se non contenessimo il contagio potremmo avere un numero di pazienti da ospedalizzare così alto da mettere in crisi la recettività ospedaliera

Questa è una verità sacrosanta; le strutture avanzate, ove ci siano, come qui, sono dimensionate sul normale stato clinico della salute pubblica, e non sulle emergenza. Isolamento, terapia intensiva, atti alle cure della media degli interventi, non possono far fronte ad una situazione epidemica.
E' strano quel che succede nella mia zona, programmato antevirus.
Vicino a me l'ospedale S. Paolo, grande ma ormai cinquantenne; più a nord il S. Carlo di analoga capienza, ed altrettanto datato. Hanno bisogno di manutenzione, e ciò ha un costo notevole. Hanno pensato bene di progettare la costruzione di uno nuovo a S. Cristoforo al capolinea della nuova linea metropolitana M4, abbattendo i due vecchi e realizzando così un risparmio. Ma così non dimezzano la capienza ?

L'Italia del Coronavirus

Inviato: giovedì 27 febbraio 2020, 12:03
da jebstuart
sussak ha scritto: giovedì 27 febbraio 2020, 11:08 se non contenessimo il contagio potremmo avere un numero di pazienti da ospedalizzare così alto da mettere in crisi la recettività ospedaliera

Questa è una verità sacrosanta; le strutture avanzate, ove ci siano, come qui, sono dimensionate sul normale stato clinico della salute pubblica, e non sulle emergenza. Isolamento, terapia intensiva, atti alle cure della media degli interventi, non possono far fronte ad una situazione epidemica.
E' strano quel che succede nella mia zona, programmato antevirus.
Vicino a me l'ospedale S. Paolo, grande ma ormai cinquantenne; più a nord il S. Carlo di analoga capienza, ed altrettanto datato. Hanno bisogno di manutenzione, e ciò ha un costo notevole. Hanno pensato bene di progettare la costruzione di uno nuovo a S. Cristoforo al capolinea della nuova linea metropolitana M4, abbattendo i due vecchi e realizzando così un risparmio. Ma così non dimezzano la capienza ?
Certo. Considera però che l'idea imperante, oggi, è di ridurre numero e durata dei ricoveri, potenziando le prestazioni senza pernottamento.
Lodevole, a meno che non compaia un'epidemia.

A questo aggiungi che, almeni qui al sud, molti hanno ancora una tendenza atavica a chiedere il ricovero anche per motivi non gravi, o a ricorrere al pronto soccorso per aggirare in un colpo solo ticket, prenotazioni ed attese.
È un fenomeno che riguarda una porzione non maggioritaria dell'utenza, ma é sufficiente a tenere i PS e le OBI in perenne regime di quasi-saturazione.