Platinum Plaisir 0.3
Inviato: mercoledì 19 febbraio 2020, 0:24
Come sarebbe a dire? un'altra recensione della Plaisir? non sarebbe meglio rilevare un vecchio post sullo stesso argomento?
Ammetto di essere stato abbastanza combattuto su questo, ma incalzato da alcuni utenti che in altri post mi hanno chiesto di dire la mia su questa penna e sulla base di un'esplicita "deroga" del regolamento in materia di recensioni, ho preferito creare un post nuovo, riservandomi la possibilità di chiuderlo se i mod dovessero ritenerlo opportuno.
Ma veniamo a noi.. Platinum Plaisir, l'economica(un po' meno economica) di casa platinum, stesso blocco pennino/alimentatore della preppy con un corpo di alluminio leggero.
Facciamo una doverosa premessa, da studente universitario (squattrinato per definizione) ho iniziato ad usare le stilografiche per ragioni puramente pratiche, causa crampi alle mani con le biro che mi avevano portato a prendere appunti usando solo il computer, sono amante del tratto ultra fine e mi sto avvicinando solo adesso a questo mondo.. quindi perché stare a sentire qualcuno con così poca esperienza e con pochi termini di paragone?
Per due motivi:
Il primo è che se state qui a leggere e volete andare a vedere come va a finire questo post non ve lo impedirò di certo, quindi colpa vostra, prendetevi le vostre responsabilità.
Il secondo, perché basandomi su elementi puramente "pratici" credo (e auspico) di poter dare a chi come me ha poca esperienza nel settore alcune informazioni utili per capire se questa penna può o può non fare al caso suo.
Partiamo dalle basi e vediamo come si presenta: la penna viene venduta in una bella confezione in plastica rettangolare bianca, molto "giapponese", con istruzioni in giapponese al suo interno e (almeno nel mio caso) con due cartucce proprietarie, una in blu e una in nero. Per poter recensire questa penna ho usato lo stesso inchiostro con cui ho inchiostrato le mie altre due penne: faber castell Royal Blue (sia per poter avere dei termini di paragone avendo la penna come unica variabile, sia perché ho già testato lungamente questo inchiostro e sulla carta che uso io non ha problemi di "passaggio" o "spiumaggio". L'inchiostro è stato caricato nella penna con un apposito converter Platinum, comprato a parte per la mia desk pen.
La penna è semplice, forse per alcuni lo potrebbe essere anche troppo, corpo in alluminio con cappuccio a scatto in alluminio dello stesso colore, a spiccare sono una clip, da molti definita orribile (ma per me semplicemente "base", senza infamia né lodi, praticamente ignava) e un fascione cromato che riporta la scritta "platinum Plaisir".
Andiamo alla prova di scrittura. Come ho ampiamente premesso sono un amante del tratto finissimo, quindi ho deciso di metterla a confronto con altre due penne: quella che preferisco in assoluto per il tratto (platinum carbon desk pen) ma che più tra tutte mi dà problemi di crampi alle mani (e gratta parecchio), e quella che preferisco per la morbidezza di scrittura e la comodità della presa (lamy safari, con pennino EF).
Il pennino è in acciaio, riporta il logo dell'azienda e la dicitura 0.3, l'alimentatore è trasparente e mostra un po' il comportamento dell'inchiostro al suo interno. Questa è una cosa che a me francamente non piace, ma penso siano gusti. Quando ho caricato la penna ed ho visto tutto il blocco dell'alimentatore riempirsi di inchiostro mi sono chiesto se l'avessi già rotta o se perdesse qualcosa
Tralasciando la calligrafia da bambino che ha appena smesso di giocare con le formine, si può notare come la platinum carbon sia caratterizzata da un tratto sottilissimo nonostante una carta da stampa dolphin di infima qualità (studente, non dimenticatelo), la lamy safari nonostante il pennino con su scritto EF si comporta un po' come un idrante, mentre la Plaisir che sono qui a recensire si trova in una bella via di mezzo.
In altre parole, il tratto è sufficientemente sottile (lo gradirei ancor più fino, ma vabbè, amen), mentre la sensazione di scrittura è eccezionale, la penna è "morbida", scivola piacevolmente sulla carta senza mai grattare né dar problemi di sorta, tanto basta per farmi consigliare questa Plaisir a chiunque sia in cerca di una bella penna che fa ciò per cui è fondamentalmente nata: scrivere.
Dalle foto la differenza tra la Plaisir e la safari sembra minima in termini di scrittura, si tratta di tratti comunque relativamente simili in spessore, la differenza riguarda proprio il "feeling" nella scrittura: con la lamy safari, causa la sua leggerezza, si è portati a dover un po' "premere" la penna sul foglio, anche se con cappuccio calzato; questa Plaisir ha un peso sufficiente da permettere una scrittura confortevole senza dover far pressione (e quindi sollevando la mano da tensioni inutili.
Prima di scrivere questa recensione ho ricopiato 3 canti della Divina Commedia, nessun dolore, nessun problema di false partenze, interruzioni di flusso, variazioni di flusso, "grattate" o altro.. insomma, ve la consiglio caldamente.
Resto disponibile per fornire ulteriori dettagli e resto in "ascolto" per vedere i vostri pareri su questa bella penna e sul mio maldestro modo di recensire.
Ammetto di essere stato abbastanza combattuto su questo, ma incalzato da alcuni utenti che in altri post mi hanno chiesto di dire la mia su questa penna e sulla base di un'esplicita "deroga" del regolamento in materia di recensioni, ho preferito creare un post nuovo, riservandomi la possibilità di chiuderlo se i mod dovessero ritenerlo opportuno.
Ma veniamo a noi.. Platinum Plaisir, l'economica(un po' meno economica) di casa platinum, stesso blocco pennino/alimentatore della preppy con un corpo di alluminio leggero.
Facciamo una doverosa premessa, da studente universitario (squattrinato per definizione) ho iniziato ad usare le stilografiche per ragioni puramente pratiche, causa crampi alle mani con le biro che mi avevano portato a prendere appunti usando solo il computer, sono amante del tratto ultra fine e mi sto avvicinando solo adesso a questo mondo.. quindi perché stare a sentire qualcuno con così poca esperienza e con pochi termini di paragone?
Per due motivi:
Il primo è che se state qui a leggere e volete andare a vedere come va a finire questo post non ve lo impedirò di certo, quindi colpa vostra, prendetevi le vostre responsabilità.
Il secondo, perché basandomi su elementi puramente "pratici" credo (e auspico) di poter dare a chi come me ha poca esperienza nel settore alcune informazioni utili per capire se questa penna può o può non fare al caso suo.
Partiamo dalle basi e vediamo come si presenta: la penna viene venduta in una bella confezione in plastica rettangolare bianca, molto "giapponese", con istruzioni in giapponese al suo interno e (almeno nel mio caso) con due cartucce proprietarie, una in blu e una in nero. Per poter recensire questa penna ho usato lo stesso inchiostro con cui ho inchiostrato le mie altre due penne: faber castell Royal Blue (sia per poter avere dei termini di paragone avendo la penna come unica variabile, sia perché ho già testato lungamente questo inchiostro e sulla carta che uso io non ha problemi di "passaggio" o "spiumaggio". L'inchiostro è stato caricato nella penna con un apposito converter Platinum, comprato a parte per la mia desk pen.
La penna è semplice, forse per alcuni lo potrebbe essere anche troppo, corpo in alluminio con cappuccio a scatto in alluminio dello stesso colore, a spiccare sono una clip, da molti definita orribile (ma per me semplicemente "base", senza infamia né lodi, praticamente ignava) e un fascione cromato che riporta la scritta "platinum Plaisir".
Andiamo alla prova di scrittura. Come ho ampiamente premesso sono un amante del tratto finissimo, quindi ho deciso di metterla a confronto con altre due penne: quella che preferisco in assoluto per il tratto (platinum carbon desk pen) ma che più tra tutte mi dà problemi di crampi alle mani (e gratta parecchio), e quella che preferisco per la morbidezza di scrittura e la comodità della presa (lamy safari, con pennino EF).
Il pennino è in acciaio, riporta il logo dell'azienda e la dicitura 0.3, l'alimentatore è trasparente e mostra un po' il comportamento dell'inchiostro al suo interno. Questa è una cosa che a me francamente non piace, ma penso siano gusti. Quando ho caricato la penna ed ho visto tutto il blocco dell'alimentatore riempirsi di inchiostro mi sono chiesto se l'avessi già rotta o se perdesse qualcosa
Tralasciando la calligrafia da bambino che ha appena smesso di giocare con le formine, si può notare come la platinum carbon sia caratterizzata da un tratto sottilissimo nonostante una carta da stampa dolphin di infima qualità (studente, non dimenticatelo), la lamy safari nonostante il pennino con su scritto EF si comporta un po' come un idrante, mentre la Plaisir che sono qui a recensire si trova in una bella via di mezzo.
In altre parole, il tratto è sufficientemente sottile (lo gradirei ancor più fino, ma vabbè, amen), mentre la sensazione di scrittura è eccezionale, la penna è "morbida", scivola piacevolmente sulla carta senza mai grattare né dar problemi di sorta, tanto basta per farmi consigliare questa Plaisir a chiunque sia in cerca di una bella penna che fa ciò per cui è fondamentalmente nata: scrivere.
Dalle foto la differenza tra la Plaisir e la safari sembra minima in termini di scrittura, si tratta di tratti comunque relativamente simili in spessore, la differenza riguarda proprio il "feeling" nella scrittura: con la lamy safari, causa la sua leggerezza, si è portati a dover un po' "premere" la penna sul foglio, anche se con cappuccio calzato; questa Plaisir ha un peso sufficiente da permettere una scrittura confortevole senza dover far pressione (e quindi sollevando la mano da tensioni inutili.
Prima di scrivere questa recensione ho ricopiato 3 canti della Divina Commedia, nessun dolore, nessun problema di false partenze, interruzioni di flusso, variazioni di flusso, "grattate" o altro.. insomma, ve la consiglio caldamente.
Resto disponibile per fornire ulteriori dettagli e resto in "ascolto" per vedere i vostri pareri su questa bella penna e sul mio maldestro modo di recensire.