Inchiostro al mordente per legno
Inviato: sabato 14 settembre 2019, 23:15
Salve a tutti, sono iscritto da poco e ho letto solo qualche pagina dell'universo che c'è nel forum, quindi non so l'argomento è già stato trattato.
Da appassionato di scrittura con pennino e cannuccia, uso una discreta quantità di inchiostro e, credo come tutti, con il piacere di cambiare tonalità o colore dell'inchiostro usato e il dispiacere (per il portafoglio) di dover acquistare molti inchiostri (a causa delle diverse risultanze in base al pennino, alla carta, al tipo di scrittura, ecc.)
Siccome sono allo stesso tempo anche piuttosto pigro, finora non mi sono cimentato in inchiostri autoprodotti (ho letto nel forum interessanti ed esaustive ricette e informazioni a riguardo) e ho cercato di risolvere il problema in modo più immediato, grazie ad alcune informazioni che mi erano pervenute da altri.
In pratica uso il mordente per legno (anilina all'acqua) come inchiostro e devo dire che mi trovo bene (forse anche per il mio non eccelso livello di scrittura). Probabilmente non è l'inchiostro più adatto per lavori importanti, ma credo che per esercizio, prove, bozze, ecc. possa andare più che bene.
Finora ho usato i colori noce e mogano (ma tengo disponibili anche bustine di colori più aranciati, noce chiaro ed ebano; ma ci sono anche azzurri, verdi, gialli...) :
- 1 bustina di mordente, circa 8 grammi (costo circa € 1,50)
- circa 130 ml di acqua leggermente calda (meglio se distillata, ma non è fondamentale)
- agitare ben bene l'insieme e lasciato riposare un po' (non so per quanto tempo sia meglio, io lo preparo la sera e lo uso dal giorno dopo).
Tutto qui.
Con queste dosi sia il noce che il mogano rendono un inchiostro molto scuro, quasi nero: diciamo un bruno molto intenso con naturalmente delle sfumature marroni o rossastre più o meno evidenti a seconda dei tratti e del tipo di scrittura. Può essere anche molto più diluito per ottenere i toni desiderati (direi che si può arrivare a quasi raddoppiare la quantità di acqua).
Non mi risultano problemi nel mescolare fra loro inchiostri di diverso colore (ma la mia esperienza finora è ferma al noce e mogano che, nelle diluizioni che uso sono piuttosto simili).
Una variante che può interessare è farlo abbastanza diluito e poi scurirlo secondo piacere aggiungendo inchiostro sumi. Questo sistema in particolare mi pare renda un buon effetto con la scrittura a pennello.
Ripetuto che non so se l'argomento è già stato trattato, mi interessa sapere se qualcuno ha verificato inconvenienti sui pennini o sulle carte usate (corrosioni, ecc.); mi è stato detto che potrebbe succedere ma vorrei la conferma di qualcuno che l'abbia sperimentato. Io lo uso da circa 1 anno- 1 anno e mezzo, e finora non mi sembra di aver riscontrato problemi. Non mi preoccupano molto i pennini a punta fine (credo siano "finiti" prima che corrosi; naturalmente lavandoli sempre dopo l'uso), quanto quelli a punta tronca che hanno normalmente una vita più lunga e possono essere manutenuti per tenerli in massima efficienza.
Una curiosità a corollario: si può usare senza problemi nelle stilografiche? Non ho fatto questo esperimento perché non sono un conoscitore delle stilografiche e non le uso costantemente (mi affido a normali inchiostri calligrafici).
Da appassionato di scrittura con pennino e cannuccia, uso una discreta quantità di inchiostro e, credo come tutti, con il piacere di cambiare tonalità o colore dell'inchiostro usato e il dispiacere (per il portafoglio) di dover acquistare molti inchiostri (a causa delle diverse risultanze in base al pennino, alla carta, al tipo di scrittura, ecc.)
Siccome sono allo stesso tempo anche piuttosto pigro, finora non mi sono cimentato in inchiostri autoprodotti (ho letto nel forum interessanti ed esaustive ricette e informazioni a riguardo) e ho cercato di risolvere il problema in modo più immediato, grazie ad alcune informazioni che mi erano pervenute da altri.
In pratica uso il mordente per legno (anilina all'acqua) come inchiostro e devo dire che mi trovo bene (forse anche per il mio non eccelso livello di scrittura). Probabilmente non è l'inchiostro più adatto per lavori importanti, ma credo che per esercizio, prove, bozze, ecc. possa andare più che bene.
Finora ho usato i colori noce e mogano (ma tengo disponibili anche bustine di colori più aranciati, noce chiaro ed ebano; ma ci sono anche azzurri, verdi, gialli...) :
- 1 bustina di mordente, circa 8 grammi (costo circa € 1,50)
- circa 130 ml di acqua leggermente calda (meglio se distillata, ma non è fondamentale)
- agitare ben bene l'insieme e lasciato riposare un po' (non so per quanto tempo sia meglio, io lo preparo la sera e lo uso dal giorno dopo).
Tutto qui.
Con queste dosi sia il noce che il mogano rendono un inchiostro molto scuro, quasi nero: diciamo un bruno molto intenso con naturalmente delle sfumature marroni o rossastre più o meno evidenti a seconda dei tratti e del tipo di scrittura. Può essere anche molto più diluito per ottenere i toni desiderati (direi che si può arrivare a quasi raddoppiare la quantità di acqua).
Non mi risultano problemi nel mescolare fra loro inchiostri di diverso colore (ma la mia esperienza finora è ferma al noce e mogano che, nelle diluizioni che uso sono piuttosto simili).
Una variante che può interessare è farlo abbastanza diluito e poi scurirlo secondo piacere aggiungendo inchiostro sumi. Questo sistema in particolare mi pare renda un buon effetto con la scrittura a pennello.
Ripetuto che non so se l'argomento è già stato trattato, mi interessa sapere se qualcuno ha verificato inconvenienti sui pennini o sulle carte usate (corrosioni, ecc.); mi è stato detto che potrebbe succedere ma vorrei la conferma di qualcuno che l'abbia sperimentato. Io lo uso da circa 1 anno- 1 anno e mezzo, e finora non mi sembra di aver riscontrato problemi. Non mi preoccupano molto i pennini a punta fine (credo siano "finiti" prima che corrosi; naturalmente lavandoli sempre dopo l'uso), quanto quelli a punta tronca che hanno normalmente una vita più lunga e possono essere manutenuti per tenerli in massima efficienza.
Una curiosità a corollario: si può usare senza problemi nelle stilografiche? Non ho fatto questo esperimento perché non sono un conoscitore delle stilografiche e non le uso costantemente (mi affido a normali inchiostri calligrafici).