In viaggio e nel taschino: Summit Joy
Inviato: domenica 28 luglio 2019, 16:32
1928: il batteriologo britannico Frederick Griffith dimostra l’esistenza del DNA. Viene completato l’Oxford English Dictionary, la cui redazione ha richiesto 70 anni. John Logie Baird effettua la prima dimostrazione di una trasmissione televisiva a colori. Alexander Fleming, presso l’Ospedale di Santa Maria a Londra, scopre la penicillina. Topolino, il famoso personaggio di Walt Disney, debutta in un cortometraggio a cartoni animati. La Francia inizia la costruzione della Linea Maginot. Il M.I.A.R. (Movimento Italiano per l'Architettura Razionale) organizza a Roma la prima mostra di architettura razionale, che promuove il Razionalismo italiano.
E’ in quest’anno che Curzons introdusse il modello “Joy”, una stilografica per così dire “accorciata”, studiata, grazie alla sua praticità, per essere riposta nel taschino del gilet, allora molto in voga, oppure per accompagnare più agevolmente il suo proprietario nei suoi viaggi, di lavoro o di piacere. Per quanto è stato possibile stabilire, furono commercializzate molte varianti di questa stilografica: la Joy, non meglio definita e che probabilmente fu il primo modello offerto al mercato; la Joy Charmeuse; la J.4, con anello all’estremità del cappuccio e probabilmente indirizzata al pubblico femminile; le J.5.C, J.7.C, J.9.C e J. 14, tutte con forma a sigaro e sotto l’egida del marchio Summit; infine la J.16, che tornava alle forme “flat top” con anellino all’estremità del cappuccio. Non v’è alcuna certezza che la numerazione sia anche indicativa della successione con la quale le penne vennero introdotte ma è estremamente probabile che la produzione sia continuata fino allo scoppio della seconda guerra mondiale.
Una delle caratteristiche di questa serie, che in certo qual modo presagiva l’introduzione del modello S. 77, più serio e professionale nelle forme e nei colori, era la grande varietà cromatica, permessa dalla celluloide. Conobbe un buon successo, collocandosi in una fascia di prezzo attraente: costava infatti 10 scellini e 6 pence.
Come potete notare dalle immagini, la mia J.7.C., ancora in ottime condizioni, faceva parte d’un set ed era accompagnata da una matita meccanica, con mine da 1,2mm e serbatoio posteriore, celato dal fondello a vite.
Ma veniamo alle caratteristiche principali della stilografica:
- fusto e cappuccio: celluloide
- sezione ed alimentatore: ebanite
- pennino: oro 14k
- lunghezza chiusa: 107 mm
- lunghezza aperta: 97 mm
- lunghezza aperta con cappuccio calzato: 135 mm
- lunghezza della leva (di tipo “Princess”): 30 mm
- diametro del fusto: 11 mm
- diametro del cappuccio: 12,7 mm
- diametro medio della sezione: 8,2 mm
- peso (scarica): 12 gr
- peso del cappuccio: 5 gr. L’architettura generale è un classico degli anni Trenta: alimentazione a leva laterale con serbatoio interno in gomma; semplice, robusto e di facile manutenzione, garanzia di soddisfazione per lungo tempo. La leva, del modello “Princess” con estremità a cerchio, riporta la sigla “LC”, che ricorda le due società principali del gruppo di Liverpool che proponeva la penna: Lang Pen Co. Ltd, responsabile della produzione, e Curzons Ltd, deputata alla commercializzazione.
La stilografica, probabilmente la più piccola del catalogo Summit fino all’introduzione, una ventina d’anni dopo, del modello S. 80 (http://forum.fountainpen.it/viewtopic.p ... 58#p210547), viene impugnata senza problemi e concede una scrittura confortevole una volta che il cappuccio viene calzato. Ne guadagna, naturalmente, anche in termini di bilanciamento. La scrittura segue gli ottimi standard Summit: pronta, senza difetti e con un buon flusso. Nel complesso, ma la cosa non stupisce, si tratta d’un prodotto d’ottima qualità. La strategia commerciale di Lang e Curzons, infatti, fu quella di puntare sul miglior rapporto fra prezzo e qualità, confidando nel fatto che la buona fama che i loro prodotti avrebbero inevitabilmente acquisito avrebbe costituito la miglior pubblicità. Una strategia che, almeno a quei tempi, si dimostrò azzeccata, consentendo a quella realtà imprenditoriale del nord dell’Inghilterra di prosperare per più di mezzo secolo.
Ma veniamo alle caratteristiche principali della stilografica:
- fusto e cappuccio: celluloide
- sezione ed alimentatore: ebanite
- pennino: oro 14k
- lunghezza chiusa: 107 mm
- lunghezza aperta: 97 mm
- lunghezza aperta con cappuccio calzato: 135 mm
- lunghezza della leva (di tipo “Princess”): 30 mm
- diametro del fusto: 11 mm
- diametro del cappuccio: 12,7 mm
- diametro medio della sezione: 8,2 mm
- peso (scarica): 12 gr
- peso del cappuccio: 5 gr. L’architettura generale è un classico degli anni Trenta: alimentazione a leva laterale con serbatoio interno in gomma; semplice, robusto e di facile manutenzione, garanzia di soddisfazione per lungo tempo. La leva, del modello “Princess” con estremità a cerchio, riporta la sigla “LC”, che ricorda le due società principali del gruppo di Liverpool che proponeva la penna: Lang Pen Co. Ltd, responsabile della produzione, e Curzons Ltd, deputata alla commercializzazione.
La stilografica, probabilmente la più piccola del catalogo Summit fino all’introduzione, una ventina d’anni dopo, del modello S. 80 (http://forum.fountainpen.it/viewtopic.p ... 58#p210547), viene impugnata senza problemi e concede una scrittura confortevole una volta che il cappuccio viene calzato. Ne guadagna, naturalmente, anche in termini di bilanciamento. La scrittura segue gli ottimi standard Summit: pronta, senza difetti e con un buon flusso. Nel complesso, ma la cosa non stupisce, si tratta d’un prodotto d’ottima qualità. La strategia commerciale di Lang e Curzons, infatti, fu quella di puntare sul miglior rapporto fra prezzo e qualità, confidando nel fatto che la buona fama che i loro prodotti avrebbero inevitabilmente acquisito avrebbe costituito la miglior pubblicità. Una strategia che, almeno a quei tempi, si dimostrò azzeccata, consentendo a quella realtà imprenditoriale del nord dell’Inghilterra di prosperare per più di mezzo secolo.