Lamy Al-star
Inviato: martedì 2 aprile 2019, 22:00
Ho preso, per i miei figli, due Lamy Al Star, una color bronzo con pennino M, l’altra nella colorazione vibrant pink con pennino EF.
Safari e Al Star sono la stessa penna, cambiano i materiali, ABS per la prima alluminio per la seconda; la mia scelta è caduta sulla Al star perché,
a mio giudizio, la sezione trasparente migliora la linea della penna.
Esteticamente è una penna difficile da collocare, racchiude in se i due estremi bello/brutto; qualcuno ha scritto: è come il maggiolino della Volkswagen... bello nella sua bruttezza.
Tolta dalla scatola, ho montato la cartuccia, la penna ha iniziato a scrivere senza esitazioni.
Entrambi i pennini sono molto rigidi ma hanno una scorrevolezza notevole, il che rende piacevolmente facile l’uso della penna.
Preferendo penne dal tratto sottile, ho provato prima il pennino EF; convinto di trovare il tipico tratto europeo abbondante, mi son trovato a scrivere con un tratto sottile, non troppo distante dal tratto asiatico.
Per chi invece preferisce un tratto più consistente, il pennino M è molto performante.
Ho provato i pennini su diversi tipi di carte, dalla riciclata per fotocopie alla Winsor & Newton da 130 grammi, la penna ha sempre scritto in modo continuo e affidabile.
La sezione triangolare è una particolarità di questa penna, per evitare sgradite sorprese, andrebbe provata prima, anche se si tratta di una penna dal prezzo “volks”.
Come il resto della penna genera un dualismo di opinioni: piace/non piace, comoda/scomoda; è una questione di gusti, quello che per uno è perfetto diventa un pugno nell'occhio per un altro.
Dal punto di vista fotografico è un bel soggetto, la geometria di questa penna, la rende capace di assorbire la luce e di restituire riflessi ben gestibili.
Ci sono penne blasonate, che in questa posizione fanno dannare il fotografo,
la Lamy ha un suo bel portamento, le linee semplici del fusto si lasciano illuminare senza creare riflessi indesiderati.
Anche fotografando il dettaglio, si possono ottenere risultati interessanti; si possono creare degli accostamenti cromatici o effetti tono su tono.
Come detto in precedenza, se la sezione fosse stata dello stesso colore del fusto, non ci sarebbe stata la possibilità di accoppiamenti cromatici, sarebbe finito tutto in un tono su tono.
Provare la penna dal punto di vista della scrittura e da quello fotografico, è stato interessante, spero di non avervi annoiato con questa pseudo recensione.
Sciolte alcune riserve, un dubbio mi è rimasto.
E’ una penna presente sul mercato da quasi 40 anni, nel corso degli anni è stata proposta in diverse colorazioni e in diverse edizioni limitate, sono disponibili ben 9 pennini, compreso quello per mancini e per principianti.
Al di là dei pregi e dell'affidabilità tipici di una penna scolastica (se ancora possiamo definirla tale), "perché la safari ha riscosso tanto successo?"
Quale particolarità invoglia la gente all’acquisto compulsivo di questa penna: "una volta che ne hai una, le vuoi tutte..."
Buona serata
Edo
Safari e Al Star sono la stessa penna, cambiano i materiali, ABS per la prima alluminio per la seconda; la mia scelta è caduta sulla Al star perché,
a mio giudizio, la sezione trasparente migliora la linea della penna.
Esteticamente è una penna difficile da collocare, racchiude in se i due estremi bello/brutto; qualcuno ha scritto: è come il maggiolino della Volkswagen... bello nella sua bruttezza.
Tolta dalla scatola, ho montato la cartuccia, la penna ha iniziato a scrivere senza esitazioni.
Entrambi i pennini sono molto rigidi ma hanno una scorrevolezza notevole, il che rende piacevolmente facile l’uso della penna.
Preferendo penne dal tratto sottile, ho provato prima il pennino EF; convinto di trovare il tipico tratto europeo abbondante, mi son trovato a scrivere con un tratto sottile, non troppo distante dal tratto asiatico.
Per chi invece preferisce un tratto più consistente, il pennino M è molto performante.
Ho provato i pennini su diversi tipi di carte, dalla riciclata per fotocopie alla Winsor & Newton da 130 grammi, la penna ha sempre scritto in modo continuo e affidabile.
La sezione triangolare è una particolarità di questa penna, per evitare sgradite sorprese, andrebbe provata prima, anche se si tratta di una penna dal prezzo “volks”.
Come il resto della penna genera un dualismo di opinioni: piace/non piace, comoda/scomoda; è una questione di gusti, quello che per uno è perfetto diventa un pugno nell'occhio per un altro.
Dal punto di vista fotografico è un bel soggetto, la geometria di questa penna, la rende capace di assorbire la luce e di restituire riflessi ben gestibili.
Ci sono penne blasonate, che in questa posizione fanno dannare il fotografo,
la Lamy ha un suo bel portamento, le linee semplici del fusto si lasciano illuminare senza creare riflessi indesiderati.
Anche fotografando il dettaglio, si possono ottenere risultati interessanti; si possono creare degli accostamenti cromatici o effetti tono su tono.
Come detto in precedenza, se la sezione fosse stata dello stesso colore del fusto, non ci sarebbe stata la possibilità di accoppiamenti cromatici, sarebbe finito tutto in un tono su tono.
Provare la penna dal punto di vista della scrittura e da quello fotografico, è stato interessante, spero di non avervi annoiato con questa pseudo recensione.
Sciolte alcune riserve, un dubbio mi è rimasto.
E’ una penna presente sul mercato da quasi 40 anni, nel corso degli anni è stata proposta in diverse colorazioni e in diverse edizioni limitate, sono disponibili ben 9 pennini, compreso quello per mancini e per principianti.
Al di là dei pregi e dell'affidabilità tipici di una penna scolastica (se ancora possiamo definirla tale), "perché la safari ha riscosso tanto successo?"
Quale particolarità invoglia la gente all’acquisto compulsivo di questa penna: "una volta che ne hai una, le vuoi tutte..."
Buona serata
Edo