Mi chiamo Miriam, ho origine toscane (credo si noterà dal modo di scrivere) anche se al momento lavoro in Veneto. Non ho il dono della sintesi, sono una mezza gotica, ho un pupetto di prima elementare e se sono capitata qua è anche colpa sua.
Sono tre giorni che non faccio altro che spulciare nel forum, leggere le vostre recensioni, i vostri consigli e... in primis volevo ringraziarvi. Mi avete insegnato tantissimo (e sono solo all'inizio!), mi avete fatto notare cose a cui io non avrei mai dato peso.
Ho cominciato a scrivere con la stilografica in prima elementare, sotto suggerimento del babbo: scrivevo con la destra e la sinistra (come avevo sempre fatto fino a quel momento colorando e disegnando) e a volte con due mani, senza contare che pigiavo su quelle povere Bic, tanto da rompere i fogli a volte. La stilografica è stata la penna con cui davvero ho imparato a scrivere: la stilografica e quei fogli assorbenti color carta da zucchero (per farmi sare anche la mano con cui non scrivevo...). Non so quanti pennini ho rotto, ho rimosso quel ricordo. Ma mi è rimasto impresso in modo indelebile un episodio: mi ricordo che con la prima paghetta sono corsa a compratmi una Pelikan da 10000 lire, che per me erano tantissimi soldi. Ancora è con me, rotta in alcune parti di plastica ma scrive alla perfezione.
Ho sempre scritto con le stilografiche, non le ho mai abbandonate: tutte le scuole dell'obbligo, le superiori, l'università. Avevo una penna per ogni colore in mio possesso e tutte quelle povere penne le ho martoriate: non mi sono mai fatta problemi circa l'inchiostro, la pulizia, le botte... Guardandomi indietro mi chiedo come hanno fatto a sopravvivere per così tanto tempo.
Le ho abbandonate con l'ultimo lavoro, dove mi avevano detto di non poterle usare. E per anni sono rimaste lasciate là nella scatola dove le avevo riposte tutte, alcune direttamente con la cartuccia (che ovviamente si è seccata). Ora mio figlio ha cominciato le elementari ed ha il mio stesso problema con la scrittura: ambidestro, non ha deciso neppure iniziando a fare le piccole letterine. Quindi sto ripercorrendo la strada che avevo intrapreso io a suo tempo. Solo che i tempi sono cambiati: servono più colori (ne usa undici!!
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La voglia di riprovare a portare la stilografica anche al lavoro è rinata. Ci riprovo con gli inchiostri certificati (mica demordo facilmente!!). Mi avevano fatto storie circa la durata e l'indelebilità degli inchiostri.
Ho visto le vostre meraviglie, sia di penne che di inchiostri, e credo che per me molte cose resteranno solo come utopia: in laboratorio di certo non userò mai una penna da 200-300 euro (ma neppure da 100), oppure in borsa in cui verrebba maltrattata peggio di una penna di uno studente. Vorrà dire che mi sbizzarrirò con gli inchiostri
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Scusate il papiro, GRAZIE ANCORA, grazie infinite!
Miriam
PS: ve l'avevo anticipato che non ho il dono della sintesi
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