Penne vintage e penne moderne
Inviato: mercoledì 13 marzo 2019, 16:59
Argomento che già so potrà scatenare qualche polemica. Vorrei cercare però di evitare per quanto possibile argomenti che siano di tipo soggettivo o eccessivamente generali (es. tutte le penne moderne fanno pena), e invece concentrarmi su un discorso che coinvolga le principali marche storiche, questo però escludendo marche che di storico hanno oramai solo il nome (a mio modo di vedere in questa categoria rientrano ad esempio Parker, Waterman, Kaweco, ed altre, non perché oggi questi marchi non producano buone penne, ma perché secondo me il filo con la loro storia è stato in qualche punto spezzato).
Altro punto che vorrei eliminare dal discorso sono i pennini. E' certo che rispetto al passato la scelta nei tipi di pennino disponibili si è molta ridotta, rimane però difficile da stabilire se questo è dovuto ad una involuzione tecnica (poco probabile secondo me), o piuttosto ad una semplice mancanza di richiesta da parte del mercato (e comunque su questo aspetto con un certo ritorno in auge della stilografica si sta piano piano tornando indietro, si vedano i tentativi più o meno riusciti di produrre pennini flessibili da parte di alcune aziende).
Con queste premesse vado a fare alcuni esempi:
1) Pelikan: secondo me le penne moderne sono migliori di quelle passate, anzi forse Pelikan è la ditta che è riuscita a far evolvere meglio le sue penne da un punto di vista tecnico. I materiali ed il pistone di una M200 odierna sono migliori di quelli usati sulle vecchie 100, 100N, 400, etc che possono facilmente trovarsi sul mercato dell'usato. Inoltre al di la dei materiali e di dettagli secondari Pelikan non si è neanche molto sbizzarita, per cui se vi piace la 100N, oggi entrate in un negozio vi comprate una M101 e siete comunque contenti.
2) Montblanc: qui un confronto è più difficile, perché le Montblanc vintage sono in celluloide (ed ancora prima in ebanite) ed hanno un sistema di caricamento a pistone estremamente sofisticato. Sul primo aspetto si può dire che è vero che le moderne plastiche possono essere migliori da un punto di vista meccanico e di longevità (nessuna cristallizzazione), ma d'altra parte la celluloide ha ancora dei vantaggi alla vista ed al tatto. Sul pistone Montblanc ha proceduto ad una semplificazione che ha un vantaggio dal punto di vista della costruzione (riduzione del numero di parti) e uno svantaggio che si misura in una riduzione della capacità del serbatoio. Sommando tutti gli aspetti, secondo me in questo caso si giunge alla parità. Una 146 moderna o una vintage degli anni 50 sono due ottime penne, entrambe svolgeranno il loro compito più che egregiamente.
Una ultima nota su Montblanc, ho letto in passato di molte critiche riguardanti l'estrema fragilità delle penne prodotte in un certo periodo (anni '80 o '90, non ricordo), da quel che ho capito questa fragilità era conseguenza di un cambiamento nel processo di produzione che è stato poi corretto, per cui le penne prodotte attualmente non soffrono più del problema, nel mio ragionamento non ho quindi portato in conto questo fatto.
3) Omas: Omas non esiste più, ma possiamo comunque confrontare la vecchia e la nuova produzione. Qui al contrario di quanto accaduto per le due tedesche di sopra, il vintage vince nettamente. Da un punto di vista dei materiali, Omas ha continuato a tenere in vita una produzione di penne in celluloide per le quali ha mantenuto intatta la sua fama, ha però affiancato a questa linea delle penne in resina vegetale che in molti casi sono state soggette a delle deformazioni (soprattutto del tappo), altro problema riscontrato su queste penne (e non su quelle passate) è nella placcatura di clip ed anelli che sembra non resistere bene al tempo. Inoltre anche Omas ha semplificato il suo sistema a pistone, però in questo caso la sostituzione ha portato ad un sistema molto fragile basato su un dentino che se si rompe richiede la sostituzione dell'intero corpo penna. Nella mia casistica al confronto di zero rotture di pistoni su Montblanc e Pelikan moderne, si riscontrano diversi problemi a pistoni di penne Omas, dovuti o al cedimento del pennino o al restringimento della guarnizione (inutile dire che le guarnizioni Pelikan e Montblanc odierne sono molto migliori di quelle Omas).
4) Aurora: Anche Aurora si è difesa molto bene le moderne 88 e Optima hanno un disegno costruttivo semplificato rispetto al passato ma che a me risulta essere abbastanza affidabile. Come nel caso di Omas e di Montblanc ad un certo punto si è avuto qualche problema con i materiali (la cosiddetta Auroloide), che però è stato risolto (tra l'altro riconoscendo il problema a molti clienti). Insomma tra una 88 odierna ed una 88 degli anni '60, io sceglierei quella odierna (preferendo però la Optima o la Talentum, la forma della 88 mi sembra in realtà poco azzeccata, ma qui si entra nella soggettività che voglio evitare). Quindi per Aurora meglio il moderno!
Concludo qui le mie analisi (ripromettendomi di aggiungere qualche altra marca storica che mi dovesse venire in mente) e passo a voi la parola.
Alfredo
Altro punto che vorrei eliminare dal discorso sono i pennini. E' certo che rispetto al passato la scelta nei tipi di pennino disponibili si è molta ridotta, rimane però difficile da stabilire se questo è dovuto ad una involuzione tecnica (poco probabile secondo me), o piuttosto ad una semplice mancanza di richiesta da parte del mercato (e comunque su questo aspetto con un certo ritorno in auge della stilografica si sta piano piano tornando indietro, si vedano i tentativi più o meno riusciti di produrre pennini flessibili da parte di alcune aziende).
Con queste premesse vado a fare alcuni esempi:
1) Pelikan: secondo me le penne moderne sono migliori di quelle passate, anzi forse Pelikan è la ditta che è riuscita a far evolvere meglio le sue penne da un punto di vista tecnico. I materiali ed il pistone di una M200 odierna sono migliori di quelli usati sulle vecchie 100, 100N, 400, etc che possono facilmente trovarsi sul mercato dell'usato. Inoltre al di la dei materiali e di dettagli secondari Pelikan non si è neanche molto sbizzarita, per cui se vi piace la 100N, oggi entrate in un negozio vi comprate una M101 e siete comunque contenti.
2) Montblanc: qui un confronto è più difficile, perché le Montblanc vintage sono in celluloide (ed ancora prima in ebanite) ed hanno un sistema di caricamento a pistone estremamente sofisticato. Sul primo aspetto si può dire che è vero che le moderne plastiche possono essere migliori da un punto di vista meccanico e di longevità (nessuna cristallizzazione), ma d'altra parte la celluloide ha ancora dei vantaggi alla vista ed al tatto. Sul pistone Montblanc ha proceduto ad una semplificazione che ha un vantaggio dal punto di vista della costruzione (riduzione del numero di parti) e uno svantaggio che si misura in una riduzione della capacità del serbatoio. Sommando tutti gli aspetti, secondo me in questo caso si giunge alla parità. Una 146 moderna o una vintage degli anni 50 sono due ottime penne, entrambe svolgeranno il loro compito più che egregiamente.
Una ultima nota su Montblanc, ho letto in passato di molte critiche riguardanti l'estrema fragilità delle penne prodotte in un certo periodo (anni '80 o '90, non ricordo), da quel che ho capito questa fragilità era conseguenza di un cambiamento nel processo di produzione che è stato poi corretto, per cui le penne prodotte attualmente non soffrono più del problema, nel mio ragionamento non ho quindi portato in conto questo fatto.
3) Omas: Omas non esiste più, ma possiamo comunque confrontare la vecchia e la nuova produzione. Qui al contrario di quanto accaduto per le due tedesche di sopra, il vintage vince nettamente. Da un punto di vista dei materiali, Omas ha continuato a tenere in vita una produzione di penne in celluloide per le quali ha mantenuto intatta la sua fama, ha però affiancato a questa linea delle penne in resina vegetale che in molti casi sono state soggette a delle deformazioni (soprattutto del tappo), altro problema riscontrato su queste penne (e non su quelle passate) è nella placcatura di clip ed anelli che sembra non resistere bene al tempo. Inoltre anche Omas ha semplificato il suo sistema a pistone, però in questo caso la sostituzione ha portato ad un sistema molto fragile basato su un dentino che se si rompe richiede la sostituzione dell'intero corpo penna. Nella mia casistica al confronto di zero rotture di pistoni su Montblanc e Pelikan moderne, si riscontrano diversi problemi a pistoni di penne Omas, dovuti o al cedimento del pennino o al restringimento della guarnizione (inutile dire che le guarnizioni Pelikan e Montblanc odierne sono molto migliori di quelle Omas).
4) Aurora: Anche Aurora si è difesa molto bene le moderne 88 e Optima hanno un disegno costruttivo semplificato rispetto al passato ma che a me risulta essere abbastanza affidabile. Come nel caso di Omas e di Montblanc ad un certo punto si è avuto qualche problema con i materiali (la cosiddetta Auroloide), che però è stato risolto (tra l'altro riconoscendo il problema a molti clienti). Insomma tra una 88 odierna ed una 88 degli anni '60, io sceglierei quella odierna (preferendo però la Optima o la Talentum, la forma della 88 mi sembra in realtà poco azzeccata, ma qui si entra nella soggettività che voglio evitare). Quindi per Aurora meglio il moderno!
Concludo qui le mie analisi (ripromettendomi di aggiungere qualche altra marca storica che mi dovesse venire in mente) e passo a voi la parola.
Alfredo