Timori e speranze: la Summit H. 55
Inviato: domenica 10 marzo 2019, 16:09
Lo testimonia anche il numero di stilografiche d’epoca di quel periodo, e di colore nero, attualmente disponibili, generalmente in numero superiore a quello delle concorrenti colorate. Nel caso di Summit, un catalogo della prima parte degli anni Trenta dimostra che ad alcuni modelli di stilografiche nere vennero addirittura riservati alcuni numeri specifici, come ad esempio H. 55, che vi presento oggi, H. 65, H. 75, H. 85 ed H. 100, anche se successivamente questi ultimi quattro modelli, forse con l’eccezione dell’ H. 85, vennero proposti anche in celluloide colorata. La H. 55 venne commercializzata con due prezzi differenti: 5 scellini per la versione base, 5 scellini e 6 pence per la versione con clip. Le finiture di entrambe le varianti erano al nickel.
Dotata d'un pennino d’oro a 14 carati, spesso con la classica stampigliatura “warranted” circolare tipica della prima produzione Lang, questa stilografica era destinata ad un pubblico di fascia media, usualmente composto da impiegati, insegnanti e piccoli imprenditori.
Corpo e cappuccio erano in celluloide “unbreakable”, introdotta nel 1930, mentre corona del cappuccio ed estremità del fondello erano in ebanite, così come l’alimentatore e la sezione. La prima versione della H. 55 era dotata di leva “Princess”, con estremità a disco recante la scritta “Curzons” in tipico carattere art deco. L’elegante cesellatura “barleycorn” conferiva maggior dignità estetica a cappuccio e corpo, con il tocco addizionale, usualmente molto apprezzato all’epoca, d'un riquadro liscio sul corpo, disponibile per l’incisione delle proprie iniziali od una dedica.
Molto confortevole la sezione, grazie all’ottima svasatura ed alla lunghezza, in grado d’assecondare le preferenze del proprietario. La lunghezza del corpo consentiva una scrittura comoda anche senza calzare il cappuccio, operazione che, in presenza della clip, tendeva a sbilanciare un po’ la penna verso il retro.
Il corpo riporta l’iscrizione incisa tipica dei modelli Summit della prima parte degli anni Trenta; disposta su tre livelli, recitava: “Summit – London unbreakable Liverpool – Curzons Ltd”. Il numero del modello è inciso sul fondello.
Il cappuccio, dotato di quattro fori d’aereazione in posizione simmetrica, si chiude in un giro completo. Ma ecco le caratteristiche principali:
• Lunghezza chiusa: 133 mm
• Lunghezza aperta: 124 mm
• Lunghezza aperta con il cappuccio calzato: 173 mm
• Lunghezza della sezione: 16 mm
• Lunghezza del cappuccio: 58 mm
• Dimensioni complete del pennino: 6,2 x 21,7 mm
• Dimensioni dell’alimentatore: 4,5 x 40,5 mm
• Diametro del corpo: 11,2 mm
• Diametro del cappuccio: 13 mm
• Diametro medio della sezione: 8,5 mm
• Peso (scarica): 15 gr La scrittura è piacevole e pronta, senza difetti di sorta, con un flusso generoso ma controllato. Il molleggio gradevole del pennino la rende una bella esperienza, che invita a proseguire nell’uso. Quando questa stilografica fu prodotta il mondo si trovava ancora sull’orlo di una guerra: alle speranze di riuscire a scongiurarla mediante l’azione diplomatica si aggiungeva la consapevolezza, almeno da parte dei più avveduti, del fatto che la Germania nazista non si sarebbe fermata; erano tempi aperti alla speranza di un progresso tecnico e sociale galoppante, ma sui quali pendeva la spada di Damocle bellica. Di tutto questo è testimone silenziosa questa H. 55: semplice ed elegante, forte e seria; una buona compagna anche per i nostri tempi.