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Timori e speranze: la Summit H. 55

Inviato: domenica 10 marzo 2019, 16:09
da A Casirati
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Anni Trenta: viene prodotta la prima pellicola in “Technicolor”. Negli Stati Uniti la “grande depressione” fa sentire nel modo più pesante i suoi effetti. In Italia viene fondato l’IRI, Istituto per la Ricostruzione Industriale, per la tutela ed il salvataggio delle imprese italiane. Carl Anderson scopre il primo positrone.
Carl Anderson
Carl Anderson
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E.H. Armstrong brevetta il sistema di trasmissione radio a modulazione di frequenza. In Giappone viene fondata la Nissan. Aldo Palazzeschi pubblica il suo romanzo più famoso: “Sorelle Materassi”.
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Sul fatto che, almeno nel Regno Unito, fino a tutti gli anni Trenta vigesse la regola non scritta secondo la quale un uomo affidabile, soprattutto negli affari, avrebbe senza dubbio scelto una penna nera, vi possono essere pochi dubbi.
Lo testimonia anche il numero di stilografiche d’epoca di quel periodo, e di colore nero, attualmente disponibili, generalmente in numero superiore a quello delle concorrenti colorate. Nel caso di Summit, un catalogo della prima parte degli anni Trenta dimostra che ad alcuni modelli di stilografiche nere vennero addirittura riservati alcuni numeri specifici, come ad esempio H. 55, che vi presento oggi, H. 65, H. 75, H. 85 ed H. 100, anche se successivamente questi ultimi quattro modelli, forse con l’eccezione dell’ H. 85, vennero proposti anche in celluloide colorata.
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La H. 55 venne commercializzata con due prezzi differenti: 5 scellini per la versione base, 5 scellini e 6 pence per la versione con clip. Le finiture di entrambe le varianti erano al nickel.
Dotata d'un pennino d’oro a 14 carati, spesso con la classica stampigliatura “warranted” circolare tipica della prima produzione Lang, questa stilografica era destinata ad un pubblico di fascia media, usualmente composto da impiegati, insegnanti e piccoli imprenditori.
Corpo e cappuccio erano in celluloide “unbreakable”, introdotta nel 1930, mentre corona del cappuccio ed estremità del fondello erano in ebanite, così come l’alimentatore e la sezione.
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La prima versione della H. 55 era dotata di leva “Princess”, con estremità a disco recante la scritta “Curzons” in tipico carattere art deco. L’elegante cesellatura “barleycorn” conferiva maggior dignità estetica a cappuccio e corpo, con il tocco addizionale, usualmente molto apprezzato all’epoca, d'un riquadro liscio sul corpo, disponibile per l’incisione delle proprie iniziali od una dedica.
Molto confortevole la sezione, grazie all’ottima svasatura ed alla lunghezza, in grado d’assecondare le preferenze del proprietario. La lunghezza del corpo consentiva una scrittura comoda anche senza calzare il cappuccio, operazione che, in presenza della clip, tendeva a sbilanciare un po’ la penna verso il retro.
Il corpo riporta l’iscrizione incisa tipica dei modelli Summit della prima parte degli anni Trenta; disposta su tre livelli, recitava: “Summit – London unbreakable Liverpool – Curzons Ltd”. Il numero del modello è inciso sul fondello.
Il cappuccio, dotato di quattro fori d’aereazione in posizione simmetrica, si chiude in un giro completo.
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Ma ecco le caratteristiche principali:
• Lunghezza chiusa: 133 mm
• Lunghezza aperta: 124 mm
• Lunghezza aperta con il cappuccio calzato: 173 mm
• Lunghezza della sezione: 16 mm
• Lunghezza del cappuccio: 58 mm
• Dimensioni complete del pennino: 6,2 x 21,7 mm
• Dimensioni dell’alimentatore: 4,5 x 40,5 mm
• Diametro del corpo: 11,2 mm
• Diametro del cappuccio: 13 mm
• Diametro medio della sezione: 8,5 mm
• Peso (scarica): 15 gr
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La scrittura è piacevole e pronta, senza difetti di sorta, con un flusso generoso ma controllato. Il molleggio gradevole del pennino la rende una bella esperienza, che invita a proseguire nell’uso.
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Quando questa stilografica fu prodotta il mondo si trovava ancora sull’orlo di una guerra: alle speranze di riuscire a scongiurarla mediante l’azione diplomatica si aggiungeva la consapevolezza, almeno da parte dei più avveduti, del fatto che la Germania nazista non si sarebbe fermata; erano tempi aperti alla speranza di un progresso tecnico e sociale galoppante, ma sui quali pendeva la spada di Damocle bellica. Di tutto questo è testimone silenziosa questa H. 55: semplice ed elegante, forte e seria; una buona compagna anche per i nostri tempi.

Timori e speranze: la Summit H. 55

Inviato: domenica 10 marzo 2019, 17:35
da maxpop 55
Grande Alberto, bella ed appassionante recinsione per una bella penna. :clap:

Timori e speranze: la Summit H. 55

Inviato: domenica 10 marzo 2019, 19:44
da piccardi
Ciao Alberto,

un ennesimo scontato ringraziamento per l'ennesima bellissima (e per niente scontata) recensione, e grazie anche per averci mostrato un'altra bella penna della Curzons/Lang/Summit, le cui foto, come sempre, andranno ad arricchire il wiki.

Simone

Timori e speranze: la Summit H. 55

Inviato: domenica 10 marzo 2019, 22:56
da A Casirati
Grazie ad entrambi, siete molto gentili.

Timori e speranze: la Summit H. 55

Inviato: domenica 10 marzo 2019, 23:17
da diegok54
Quando vedo un post a firma A. Casirati, lo leggo subito e mai sono stato deluso.
Dico solo questo :clap:

Timori e speranze: la Summit H. 55

Inviato: domenica 10 marzo 2019, 23:58
da edo68
Grazie Alberto,
una gran bella penna, accompagnata come al solito da una recensione molto interessante.

Buona serata

Edo

Timori e speranze: la Summit H. 55

Inviato: lunedì 11 marzo 2019, 15:47
da Stormwolfie
Bellissima ed in linea perfetta con tutte le immagini...Complimenti!

Timori e speranze: la Summit H. 55

Inviato: lunedì 11 marzo 2019, 22:57
da A Casirati
Grazie anche a voi, per le parole gentili d'apprezzamento.

Timori e speranze: la Summit H. 55

Inviato: domenica 24 marzo 2019, 14:12
da Giotto
Questa me l'ero persa!
Una curiosità: cosa conteneva, in origine, la scatolina recante la scritta "Herold"?

Timori e speranze: la Summit H. 55

Inviato: domenica 24 marzo 2019, 14:34
da A Casirati
Conteneva puntine da grammofono. E ci sono ancora, quasi tutte.