Montegrappa Extra Otto Shiny Lines: recensione della mia penna di Natale
Inviato: lunedì 31 dicembre 2018, 6:16
Come alcuni degli utenti gia sapranno, credo di potermi considerare un “sostenitore” della Montegrappa Extra, che possiedo in varie declinazioni di celluloide e in vari e misure di pennini. Extra 1930, la sua progenitrice Extra, la antesignana Historia e la capostipite di tutte loro, la splendida Classica inventata nel 1999, sono a mio avviso tra le piu classiche delle penne stilografiche di produzione cibtemporanea, di qualsiasi marca.
In un altro argomento, tempo fa, ho ripercorso le tappe e i miglioramenti che hanno condotto. dalla originale Classica sino alla Extra 1930, una penna sinceramente difficile da uguagliare e da migliorare. Per chi sia interessato a un maggior approfondimento della “dinastia” Extra, rimando al succitato post, che si trova qui: http://www.fountainpennetwork.com/forum ... 2Bclassica
Ai fini della presentazione di oggi, è sufficiente ribadire che i dettagli stilistici della Extra 1930 riassumono l’essenza stessa di Montegrappa, quello che un impiegato dell’azienda di Bassano una volta definì come “il DNA di Montegrappa”: l’argento, la celluloide, la greca palladiana incisa sull’anello e sul pennino di grandi dimensioni, la clip a ruzzolina e la perfetta forma curvilinea e rastremata, con i finali tronchi, allo stesso tempo un’immagine storica, vintage e raffinatamente contemporanea. Non è un caso che Extra sia in giro, praticamente invariata, da diciotto anni, e le aste di Ebay sono una conferma che il successo di questa penna non accenna a diminuire. Lunga vita alla Montegrappa Extra!
Quando, nel 2014, Montegrappa annunciò l’uscita di una versione ottagonale della sua Extra, una edizione limitata a 888 pezzi in due celluloidi monocromatiche piuttosto nuove, vi confesso che riuscirono a stimolare la mia curiosità. I disegnatori di Bassano erano riusciti a introdurre un nuovo elemento nella ricca storia della Extra, in linea per stile e qualità con la ormai classica bellezza della loro Extra 1930? La risposta fu un rotondo “sì”, e con Extra Otto fu amore a prima vista.
Extra Otto fu inizialmente offerta in due soli tipi di celluloide, entrambe in sfumature di neri, grigi e bianchi: Zebra, con un motivo di linee irregolari trasversali al corpo della penna, e Linee Brillanti, con un intricato disegno di linee parallele al fusto, in qualche modo simile alle famosa celluloide Arco di Omas. Nel corso di quest’ultimo anno, Montegrappa ha aggiunto alla linea Otto due ulteriori celluloidi, Lapis (ruggine e blu) e un blu iridescente chiamato Butterfly.
Sin dall’esordio della Extra Otto, il mio modello di elezione è stato Linee Brillanti, e da allora ho desiderato in modo ossessivo questa penna, ma il suo prezzo di cartellino la manteneva saldamente al di fuori della mia portata. Questo Natale, con la compiacente complicità della mia cara moglie, Shiny Lines si è materializzata per me sotto l’albero...
Permettetemi dunque iniziare la rassegna nel modo più tradizionale, iniziando dalla confezione della penna. La scatola di Extra Otto fa onore a una penna in edizione limitata e costosa. È snza dubbio una scatola premium, con una sleeve in cartoncino grigio perlato attraverso il quale è possibile vedere una pesante scatola di cartone nello stesso colore, su un lato della quale una etichetta adesiva indica il nodello, il tipo di celluloide, la gradazione del pennino e il numero di limitazione: nel mio caso, Shiny Lines, Stub, 18/888.
Dentro la scatola di cartone, che reca sul coperchio la scritta “Montegrappa” in colore grigio scuro, si trova la scatola della penna vera e propria. È una scatola in legno massiccio e venato, di un color tabacco chiaro, con unap paio di eleganti cerniere sferiche su un lato. Il coperchio è mantenuto chiuso da un paio di sottili calamite incavate nello spessore del legno in modo da rimanere a livello. la dimensione della scatola è la medesima di quella della Extra 1939, sufficientemente spaziosa per ospitare la penna, una boccetta di inchiostro, il manuale di istruzioni, la garanzia (tipo carta di credito), un piccolo certificato con il numero di limitazione, un panno anti-ossidante per pulire le parti in argento, e un tappetino in pelle scamosciata per appoggiare la penna. con rispetto alla vecchia scatola della Extra 1930, la similpelle che tendeva a sgretolarsi col tempo, è stata sostituita con interiori in scamosciato, probabilmente più durevole e più piacevole al tatto. la penna stessa è contenuta in una bustina in plastica trasparente con il logo di Montegrappa (che ho rimosso per scattare la fotografia).
Ed ora, la penna. Come dice il suo nome, Otto, il corpo della penna è ottagonale. La sezione ottagonale non è nuova per Montegrappa, ma rappresenta piuttosto uno stilema classico della casa di Bassano, una forma geometrica introdotta già per lo meno dagli anni 30 del secolo scorso. Chi sia interessato a una rassegna storica approfondita delle linee ottagonali di Montegrappa può consultare su fountainpennetwork l’eccellente lavoro di Jar a questo indirizzo web: http://www.fountainpennetwork.com/forum ... tion-pens/, oppure la pagina personale di Jar dedicata al tema: http://montegrappa-history.com
Tra le penne moderne, Reminiscence, Eleganza, Privilege e Privilege Deco nei modelli in argento, e Symphony, Harmony, Emblema, Piccola e Micra nei modelli in celluloide e in resina, presentano il corpo con otto faccette. Ad eccezione di Piccola, però, il corpo di queste penne è essenzialmente rettangolare nel senso della lunghezza, mentre Otto adotta la forma curvilinea e rastremata di Extra e la applica alla sezione ottagonale, certamente più difficile da tornire con regolarità.
Per ottenere l’allineamento delle faccette, Montegrappa ha adottato una filettatura sul fusto con un solo inizio, in modo che in qualsiasi mido si avviti il cappuccio la trama della celluloide sulle diverse facce della penna risulta sempre allineata. È un dettaglio ben riuscito, che evita di avvitare e svitare il cappuccio fino a trovare l’allineamento corretto. Nella mia penna, la geometria esagonale del fondello di carica risulta perfettamente allineata a fine corsa, ma non altrettanto le linee della celluloide, che sembrerebbe essere stata ripresa da un pezzo distinto della barra.
L’anello esagonale in argento massiccio del cappuccio è un piccolo capolavoro. In questo modello Montegrappa ha sostituito il classico motivo della greca palladiana con il suo nuovo motivo chiamato “filigree”, basato anch’esso sul motivo ottagonale. Le aree incise, finemente zigrinate, creano uno straordinario contrasto di luce con le aree a filo, conferendo all’anello una grande tridimensionalità e moltiplicando il suo effetto riflettente della luce. Unito alla eleganza della celluloide, l’anello ottagonale dà a Montegrappa Otto un aspetto molto raffinato, in una configurazione che definirei come una penna “da sera”.
In un altro argomento, tempo fa, ho ripercorso le tappe e i miglioramenti che hanno condotto. dalla originale Classica sino alla Extra 1930, una penna sinceramente difficile da uguagliare e da migliorare. Per chi sia interessato a un maggior approfondimento della “dinastia” Extra, rimando al succitato post, che si trova qui: http://www.fountainpennetwork.com/forum ... 2Bclassica
Ai fini della presentazione di oggi, è sufficiente ribadire che i dettagli stilistici della Extra 1930 riassumono l’essenza stessa di Montegrappa, quello che un impiegato dell’azienda di Bassano una volta definì come “il DNA di Montegrappa”: l’argento, la celluloide, la greca palladiana incisa sull’anello e sul pennino di grandi dimensioni, la clip a ruzzolina e la perfetta forma curvilinea e rastremata, con i finali tronchi, allo stesso tempo un’immagine storica, vintage e raffinatamente contemporanea. Non è un caso che Extra sia in giro, praticamente invariata, da diciotto anni, e le aste di Ebay sono una conferma che il successo di questa penna non accenna a diminuire. Lunga vita alla Montegrappa Extra!
Quando, nel 2014, Montegrappa annunciò l’uscita di una versione ottagonale della sua Extra, una edizione limitata a 888 pezzi in due celluloidi monocromatiche piuttosto nuove, vi confesso che riuscirono a stimolare la mia curiosità. I disegnatori di Bassano erano riusciti a introdurre un nuovo elemento nella ricca storia della Extra, in linea per stile e qualità con la ormai classica bellezza della loro Extra 1930? La risposta fu un rotondo “sì”, e con Extra Otto fu amore a prima vista.
Extra Otto fu inizialmente offerta in due soli tipi di celluloide, entrambe in sfumature di neri, grigi e bianchi: Zebra, con un motivo di linee irregolari trasversali al corpo della penna, e Linee Brillanti, con un intricato disegno di linee parallele al fusto, in qualche modo simile alle famosa celluloide Arco di Omas. Nel corso di quest’ultimo anno, Montegrappa ha aggiunto alla linea Otto due ulteriori celluloidi, Lapis (ruggine e blu) e un blu iridescente chiamato Butterfly.
Sin dall’esordio della Extra Otto, il mio modello di elezione è stato Linee Brillanti, e da allora ho desiderato in modo ossessivo questa penna, ma il suo prezzo di cartellino la manteneva saldamente al di fuori della mia portata. Questo Natale, con la compiacente complicità della mia cara moglie, Shiny Lines si è materializzata per me sotto l’albero...
In questi ultimi giorni non ho fatto altro che giocare con la mia Extra Otto, ed ho pensato di condividere la mia gioia con voi presentandovi una rassegna di questa penna straordinaria.
Permettetemi dunque iniziare la rassegna nel modo più tradizionale, iniziando dalla confezione della penna. La scatola di Extra Otto fa onore a una penna in edizione limitata e costosa. È snza dubbio una scatola premium, con una sleeve in cartoncino grigio perlato attraverso il quale è possibile vedere una pesante scatola di cartone nello stesso colore, su un lato della quale una etichetta adesiva indica il nodello, il tipo di celluloide, la gradazione del pennino e il numero di limitazione: nel mio caso, Shiny Lines, Stub, 18/888.
Dentro la scatola di cartone, che reca sul coperchio la scritta “Montegrappa” in colore grigio scuro, si trova la scatola della penna vera e propria. È una scatola in legno massiccio e venato, di un color tabacco chiaro, con unap paio di eleganti cerniere sferiche su un lato. Il coperchio è mantenuto chiuso da un paio di sottili calamite incavate nello spessore del legno in modo da rimanere a livello. la dimensione della scatola è la medesima di quella della Extra 1939, sufficientemente spaziosa per ospitare la penna, una boccetta di inchiostro, il manuale di istruzioni, la garanzia (tipo carta di credito), un piccolo certificato con il numero di limitazione, un panno anti-ossidante per pulire le parti in argento, e un tappetino in pelle scamosciata per appoggiare la penna. con rispetto alla vecchia scatola della Extra 1930, la similpelle che tendeva a sgretolarsi col tempo, è stata sostituita con interiori in scamosciato, probabilmente più durevole e più piacevole al tatto. la penna stessa è contenuta in una bustina in plastica trasparente con il logo di Montegrappa (che ho rimosso per scattare la fotografia).
Ed ora, la penna. Come dice il suo nome, Otto, il corpo della penna è ottagonale. La sezione ottagonale non è nuova per Montegrappa, ma rappresenta piuttosto uno stilema classico della casa di Bassano, una forma geometrica introdotta già per lo meno dagli anni 30 del secolo scorso. Chi sia interessato a una rassegna storica approfondita delle linee ottagonali di Montegrappa può consultare su fountainpennetwork l’eccellente lavoro di Jar a questo indirizzo web: http://www.fountainpennetwork.com/forum ... tion-pens/, oppure la pagina personale di Jar dedicata al tema: http://montegrappa-history.com
Tra le penne moderne, Reminiscence, Eleganza, Privilege e Privilege Deco nei modelli in argento, e Symphony, Harmony, Emblema, Piccola e Micra nei modelli in celluloide e in resina, presentano il corpo con otto faccette. Ad eccezione di Piccola, però, il corpo di queste penne è essenzialmente rettangolare nel senso della lunghezza, mentre Otto adotta la forma curvilinea e rastremata di Extra e la applica alla sezione ottagonale, certamente più difficile da tornire con regolarità.
Il risultato é visualmente magnifico. Nel caso specifico di Linee Brillanti, questa celluloide si comporta come la Arco di Omas. Gli strati di cleluloide corrono piú o meno paralleli su sei delle otto faccette, producendo appunto una impressione di linee iridescenti e luminose, sovrapposte l'una all'altra in un sottile disegno geometrico. Le linee sono piú sottile sulla facetta tagliata perpendicolarmente alla direzione degli strati di celluloide, piú larghe dove il taglio nel materiale é inclinato.
Su due delle faccette, quelle tagliate longitudinalmente rispetto alla direzione degli strati di celluloide, si produce un tipico disegno marezzato o moiré, che ricorda quello del tessuto o dell'acciaio di Damasco. Nella mia penna, come in tutte le altre che ho visto di persona, una di queste faccette damascate é allineata con il pennino, cosicché l'effetto a linee brillanti é visibile sui lati della penna.
Linee Brillanti è essenzialmente una celluloide grigia, ma con una sfumatura verde-azzurra che diviene più chiaramente visibile quando è posta accanto a un nero o grigio realmente neutri, come può osservarsi in alcune delle fotografie che illustrano questo argomento.
In questa particolare sfumatura, il colore di Linee Brillanti è piuttosto raro nel mondo delle penne stilografiche, e una ragione in più per fare tesoro di questa creazione di Montegrappa. in passato, l’azienda di Bassano aveva utilizzzato la stessa celluloide nella sua penna The Beauty Book da uomo, ma tagliata trasversalmente rispetto alla lunghezza della penna, in modo da ottenere una trama di “anelli” brillanti intorno al fusto e al cappuccio. Il taglio longitudinale è tecnicamente piu difficile per la difficoltà di mantenere la barra parallela alla direzione degli strati di celluloide, soprattutto dove il corpo e il cappuccio si curvano. nella mia penna numero 018 le linee brillanti sono quasi perfettamente parallele, ma ho visto numerose penne nella stessa configurazione con le linee storte e a volte con una torsione contraria lungo il cappuccio, il corpo e il fondello.
Per ottenere l’allineamento delle faccette, Montegrappa ha adottato una filettatura sul fusto con un solo inizio, in modo che in qualsiasi mido si avviti il cappuccio la trama della celluloide sulle diverse facce della penna risulta sempre allineata. È un dettaglio ben riuscito, che evita di avvitare e svitare il cappuccio fino a trovare l’allineamento corretto. Nella mia penna, la geometria esagonale del fondello di carica risulta perfettamente allineata a fine corsa, ma non altrettanto le linee della celluloide, che sembrerebbe essere stata ripresa da un pezzo distinto della barra.
L’anello esagonale in argento massiccio del cappuccio è un piccolo capolavoro. In questo modello Montegrappa ha sostituito il classico motivo della greca palladiana con il suo nuovo motivo chiamato “filigree”, basato anch’esso sul motivo ottagonale. Le aree incise, finemente zigrinate, creano uno straordinario contrasto di luce con le aree a filo, conferendo all’anello una grande tridimensionalità e moltiplicando il suo effetto riflettente della luce. Unito alla eleganza della celluloide, l’anello ottagonale dà a Montegrappa Otto un aspetto molto raffinato, in una configurazione che definirei come una penna “da sera”.
Per Extra Otto è stata adottata anche la nuova clip, precedentemente presentata su Extra Contempo, una penna in porcellana che non fu infine prodotta per il mercato per via della fragilità del materiale. La nuova clip in argento massiccio è, secondo me, tra le più belle mai prodotte da qualsiasi marca. È un rettangolo leggermente rastremato al centro, con una costola longitudinale non affilata per aumentarne la rigidezza, inciso a una estremità per ospitare la classica ruzzolina sferica della casa bassanese. Probabilmente per evitare l’effetto di annerimento dell’argento in un’area difficile da raggiungere, la superficie inferiore della clip è smaltata in rosso. Praticamente invisibile a un osservatore superficiale, si tratta di un bellissimo dettaglio che aggiunge un altro tocco di raffinatezza a una penna che ha classe da vendere.
Sul fondo piatto del fondello di carica é inserita una piastrina d'argento, che reca inciso il numero di limitazione e la orgogliosa scritta "Made in Italy".