Una stilo... ti può salvare la vita
Inviato: martedì 11 dicembre 2018, 9:05
Ciao a tutti,
inizio con lo scusarmi con il Signor Proclo (nome di un filosofo neoplatonico che userò da qui in avanti perché mi ha chiesto la cortesia di conservare il suo anominato). Questo messaggio non era d'immediata scrittura e la ragione di ciò, penso sia facile da comprendere da quel che scriverò poi. Sono passati nove giorni da quando potevo già scriverlo.
Passando ai fatti, in una mattina d'inizio Dicembre mi sono dato appuntamento con un amico in questo negozio. Avevo deciso di prendermela comoda e di approfittare dell'ospitalità dello staff. Eravamo assorti nei nostri acquisti mentre un altro cliente con la moglie, era lì per fare un regalo.
Complice l'atmosfera del momento, il mio immenso piacere nello scambiare chiacchiere intorno al mondo delle penne, con una certa sfrontatezza mi sono presentato al Signor Proclo ed alla sua Signora ed abbiamo iniziato una piacevole conversazione. Aveva deciso di regalare al figlio una penna che potesse essere usata nello spazio e sott'acqua, una Fisher SpacePen Orignal, se non erro. Intento com'ero sulle mie aspirazioni e quelle del mio amico, non avevo fatto caso al loro acquisto. Poi un breve accenno su quanto le penne fossero importanti per la loro famiglia. Il Signor Proclo era visibilmente orgoglioso di suo figlio di cui ha descritto senza eccedere e con compostezza gli ottimi risultati sul lavoro. Era soddisfatto dell'acquisto, un po' titubante all'inizio, ad un certo punto ha deciso di rivelarmi perché le penne sono molto importanti per la sua famiglia.
Decide di narrare, in uno spazio come fuori dal tempo, che suo padre era proprietario di una gioielleria e, tra le altre cose, vendeva anche penne di lusso. Ne teneva sempre una nel taschino, una Parker d'oro. Un giorno subì una rapina ed il rapinatore, complice l'adrenalina, la paura o chissà cosa, sparò un colpo di pistola su suo padre in pieno petto. Ebbene, il feticcio tanto amato, costantemente nel taschino del suo padrone, fece quello che era nel dovere di ogni essere e oggetto amato nell'universo: salvò la vita al padrone. La penna assorbì l'impatto del proiettile deviandone la traiettoria mortale.
Il racconto si concludeva con il padre che incorniciava la penna a eterna memoria e gratitudine, forse a voler ricordare quanto a volte la vita possa dipendere da qualcosa di apparentemente effimero, ma che può giocare un ruolo determinante.
Mentre concludeva il suo racconto eravamo tutti di sasso, rapiti. Il proprietario, con un tempismo perfetto, ha deciso di chiudere il negozio. Era mattina presto e la sua Signora, per non tardare l'apertura del negozio non aveva nemmeno fatto colazione. Quindi i proprietari ci hanno offerto un caffè a tutti, chiedendo se desideravamo accompagnarlo con un pasticcino. Questo è stato un ulteriore spingere verso una ruota che aveva già preso la sua corsa nella direzione del caldo scambio umano.
Non un'ombra di dubbio si era affacciata nella mia mente sulla sincerità del Signor Proclo che non aveva nulla da guadagnare a raccontare una storia del genere, aveva lo sguardo fermo nei miei occhi, calmo ed allo stesso tempo elettrizzato come di chi decide di oltrepassare le barriere dell'anima che si ergono tra quasi sconosciuti, per tendere la mano e condividere quel che ha di più prezioso.
Una certezza affiorava nella mia mente, un evento simile andava raccontato e, se possibile, documentato.
M'immaginavo già come l'animo di chi avrebbe letto potesse oscillare combattuto tra due mondi: quello della meraviglia e quello dell'incredulità di una formazione scientifica di base. Mentalmente valutavo le probabilità di colpire una penna rispetto all'intera superficie offerta da un corpo umano di medio-alta statura, veramente irrisorie, se non del tutto trascurabili.
Così, con ulteriore sfrontatezza, ho detto che una storia così andava condivisa ed ho chiesto al Signor Proclo se poteva mandarmi una foto della bacheca di suo padre. Gli ho parlato di questo forum, ascoltava ricambiando pienamente tutta l'attenzione ricevuta, è felice proprietario di una roller Montblanc 149, naturalmente l'ho esortato a provare in futuro anche una stilografica, enunciando alcuni dei motivi che la rendono la scelta migliore nel campo della scrittura, ideale per un hobby in cui si coltiva la serenità d'animo ad ogni tratto.
Il Signor Proclo nella sua gentilezza mi ha mandato una mail con allegato la foto della bacheca di suo padre. L'etichetta non è leggibile, il che salvaguarda la sua identità.
Ho deciso di rinominare la foto come si conviene, in piena concezione animista.
La penna è più potente della spada, ma a volte, può essere anche uno scudo.
Un grazie speciale al Signor Proclo ed allo staff del negozio per aver permesso questo messaggio, i miei migliori auguri di Buone Feste a loro e a tutto il forum.
inizio con lo scusarmi con il Signor Proclo (nome di un filosofo neoplatonico che userò da qui in avanti perché mi ha chiesto la cortesia di conservare il suo anominato). Questo messaggio non era d'immediata scrittura e la ragione di ciò, penso sia facile da comprendere da quel che scriverò poi. Sono passati nove giorni da quando potevo già scriverlo.
Passando ai fatti, in una mattina d'inizio Dicembre mi sono dato appuntamento con un amico in questo negozio. Avevo deciso di prendermela comoda e di approfittare dell'ospitalità dello staff. Eravamo assorti nei nostri acquisti mentre un altro cliente con la moglie, era lì per fare un regalo.
Complice l'atmosfera del momento, il mio immenso piacere nello scambiare chiacchiere intorno al mondo delle penne, con una certa sfrontatezza mi sono presentato al Signor Proclo ed alla sua Signora ed abbiamo iniziato una piacevole conversazione. Aveva deciso di regalare al figlio una penna che potesse essere usata nello spazio e sott'acqua, una Fisher SpacePen Orignal, se non erro. Intento com'ero sulle mie aspirazioni e quelle del mio amico, non avevo fatto caso al loro acquisto. Poi un breve accenno su quanto le penne fossero importanti per la loro famiglia. Il Signor Proclo era visibilmente orgoglioso di suo figlio di cui ha descritto senza eccedere e con compostezza gli ottimi risultati sul lavoro. Era soddisfatto dell'acquisto, un po' titubante all'inizio, ad un certo punto ha deciso di rivelarmi perché le penne sono molto importanti per la sua famiglia.
Decide di narrare, in uno spazio come fuori dal tempo, che suo padre era proprietario di una gioielleria e, tra le altre cose, vendeva anche penne di lusso. Ne teneva sempre una nel taschino, una Parker d'oro. Un giorno subì una rapina ed il rapinatore, complice l'adrenalina, la paura o chissà cosa, sparò un colpo di pistola su suo padre in pieno petto. Ebbene, il feticcio tanto amato, costantemente nel taschino del suo padrone, fece quello che era nel dovere di ogni essere e oggetto amato nell'universo: salvò la vita al padrone. La penna assorbì l'impatto del proiettile deviandone la traiettoria mortale.
Il racconto si concludeva con il padre che incorniciava la penna a eterna memoria e gratitudine, forse a voler ricordare quanto a volte la vita possa dipendere da qualcosa di apparentemente effimero, ma che può giocare un ruolo determinante.
Mentre concludeva il suo racconto eravamo tutti di sasso, rapiti. Il proprietario, con un tempismo perfetto, ha deciso di chiudere il negozio. Era mattina presto e la sua Signora, per non tardare l'apertura del negozio non aveva nemmeno fatto colazione. Quindi i proprietari ci hanno offerto un caffè a tutti, chiedendo se desideravamo accompagnarlo con un pasticcino. Questo è stato un ulteriore spingere verso una ruota che aveva già preso la sua corsa nella direzione del caldo scambio umano.
Non un'ombra di dubbio si era affacciata nella mia mente sulla sincerità del Signor Proclo che non aveva nulla da guadagnare a raccontare una storia del genere, aveva lo sguardo fermo nei miei occhi, calmo ed allo stesso tempo elettrizzato come di chi decide di oltrepassare le barriere dell'anima che si ergono tra quasi sconosciuti, per tendere la mano e condividere quel che ha di più prezioso.
Una certezza affiorava nella mia mente, un evento simile andava raccontato e, se possibile, documentato.
M'immaginavo già come l'animo di chi avrebbe letto potesse oscillare combattuto tra due mondi: quello della meraviglia e quello dell'incredulità di una formazione scientifica di base. Mentalmente valutavo le probabilità di colpire una penna rispetto all'intera superficie offerta da un corpo umano di medio-alta statura, veramente irrisorie, se non del tutto trascurabili.
Così, con ulteriore sfrontatezza, ho detto che una storia così andava condivisa ed ho chiesto al Signor Proclo se poteva mandarmi una foto della bacheca di suo padre. Gli ho parlato di questo forum, ascoltava ricambiando pienamente tutta l'attenzione ricevuta, è felice proprietario di una roller Montblanc 149, naturalmente l'ho esortato a provare in futuro anche una stilografica, enunciando alcuni dei motivi che la rendono la scelta migliore nel campo della scrittura, ideale per un hobby in cui si coltiva la serenità d'animo ad ogni tratto.
Il Signor Proclo nella sua gentilezza mi ha mandato una mail con allegato la foto della bacheca di suo padre. L'etichetta non è leggibile, il che salvaguarda la sua identità.
Ho deciso di rinominare la foto come si conviene, in piena concezione animista.
La penna è più potente della spada, ma a volte, può essere anche uno scudo.
Un grazie speciale al Signor Proclo ed allo staff del negozio per aver permesso questo messaggio, i miei migliori auguri di Buone Feste a loro e a tutto il forum.