Il trionfo del colore: Summit H. 65
Inviato: venerdì 26 ottobre 2018, 18:09
Ne è un esempio la stilografica che vi presento oggi, una Summit H. 65 dei primi anni Trenta.
D’altra parte, il colore primeggiava in molti campi: dalla moda all’architettura dalle auto all’arredamento. Segno evidente della voglia di vivere e di bellezza, forse stimolate anche dalle nubi che si addensavano nuovamente all’orizzonte in Europa, a causa delle tensioni scatenate dalla Germania nazista, e dalle preoccupazioni generate dalla neonata Unione Sovietica. Grazie ad un volantino pubblicitario stampato da Curzons in quel periodo, sappiamo che la H. 65 era una stilografica in celluloide infrangibile “Eternite”, che veniva prodotta espressamente per soddisfare la voglia di colore, che era sempre dotata di banda dorata sul cappuccio e che era disponibile in tre diverse cromie, ma non in nero.
La versione con clip costava 5 Scellini e 6 Pence, mentre per la variante senza clip erano sufficienti 5 Scellini. La levetta d’alimentazione era del tipo definito “Princess” (Principessa) e riportava il logo “LC”, che stava per “Lang Curzons”, ripetuto anche sulla sommità della clip. Come ricorderete, Lang Pen Co. Ltd., la società a capo del gruppo, si occupava della produzione integrale delle penne (dalla materia prima al prodotto finito), mentre Curzons Ltd. era dedita alla loro commercializzazione.
La H. 65 è una stilografica decisamente grande, più lunga della Parker Duofold Senior Big Red sia chiusa sia con cappuccio calzato; nella fotografia che vi propongo viene confrontata (dal basso verso l’alto) con la Sheaffer Balance Oversize Senior, con la Swan 245/60, con la Eversharp Coronet e con la Swan 300. Quello che colpisce maggiormente però è la bella finitura striata (che gli inglesi chiamano “bamboo”), ben diversa da quella marmorizzata (già allora molto più comune) e che avevo potuto ammirare anche su un’altra Summit: la S. 77 (viewtopic.php?f=72&t=17069).
La stilografica è ben conservata ed il suo restauro conservativo non ha richiesto grandi interventi: è bastato procedere ad una pulizia approfondita, anche interna, e riportare al colore nero originario le parti esterne in ebanite (fondello e testa del cappuccio). L’unico difetto estetico che non è stato possibile eliminare è l’annerimento trasmesso internamente alla celluloide dalla filettatura della testa del cappuccio, in pezzo unico con il contro-cappuccio. Ma anche questo elemento estetico fa parte della storia della penna e detto francamente non mi disturba. Grazie all’ottima distribuzione dei pesi, alla lunghezza del corpo e della sezione ed alla sapiente svasatura di quest’ultima, la scrittura si rivela molto confortevole oltre che piacevole. Il cappuccio è piuttosto grande e personalmente preferisco non calzarlo durante l’uso della penna. Il pennino, del tipo "warranted" anteriore al 1935, è morbido, anche se non flessibile, ed è chiaramente stato utilizzato molto, anche se con attenzione. La scrittura risponde appieno ai migliori standard Summit ed è esente da difetti: nessuna falsa partenza, nessun salto, flusso sempre corposo. Ma ecco le caratteristiche tecniche:
- Lunghezza chiusa: 143 mm
- Lunghezza aperta: 132 mm
- Lunghezza aperta con cappuccio calzato: 180 mm
- Lunghezza del cappuccio: 63 mm
- Lunghezza della sezione: 16,5 mm
- Dimensioni del pennino (smontato): 20,5 x 5,8 mm
- Diametro massimo del fusto: 11,2 mm
- Diametro medio della sezione: 8,5 mm
- Diametro massimo del cappuccio: 13 mm
- Peso (scarica): 17 gr
- Materiali: celluloide, con pennino d’oro a 14 carati; alimentatore, sezione, testa del cappuccio e fondello del corpo: ebanite; fermaglio e levetta in lega metallica dorata.
Nel complesso, penso si possa tranquillamente affermare che questa H. 65 è ancora in grado non solo di donare molte soddisfazioni ma anche di figurare molto bene nell’uso quotidiano, aggiungendo al piacere dell’uso di un’ottima stilografica anche quello, a mio parere impagabile, di un bagaglio di storia certamente non secondario.