The roaring twenties: Summit Velvet Tip
Inviato: lunedì 22 ottobre 2018, 18:21
E’ il caso della penna che vi presento oggi.
Stando ad un foglietto pubblicitario rivolto ai distributori stampato da Curzons, le stilografiche della serie “Velvet Tip” dovrebbero ricadere in questa serie di modelli: H. 60, H. 70, H. 80, H. 90 ed H. 95. Ma evidentemente non sempre fu così. Infatti, la penna che vedete, incontestabilmente una “Velvet Tip”, non riporta alcuna iscrizione in merito al modello. Con buon senso, penso si possa azzardare un’ipotesi e cioè che questa stilografica faccia parte di una serie produttiva antecedente alla data di distribuzione del volantino. Probabilmente, il buon successo del modello, grazie anche alle caratteristiche del pennino, spinse il gruppo di Liverpool ad introdurne diverse versioni. Sul retro il volantino in questione offre un elenco completo dei modelli Curzons a quel momento. Manca del tutto la serie “S.” ma viene promossa la serie “Unbreakable”, che secondo Stephen Hull (cfr. “The English fountain pen industry 1875 – 1975”) venne introdotta nel 1930. Sappiamo anche, sempre dalla medesima fonte, che i modelli della serie “H.” vennero prodotti a partire dagli anni Venti.
Per ora, sembra dunque possibile concludere, in mancanza d’elementi migliori, che il volantino sia stato stampato dopo il 1930, che la serie “S.” sia stata prodotta successivamente (sostituendosi progressivamente alla serie “H.”) e che la nostra Velvet Tip, in ebanite, risalga alla seconda metà degli anni Venti. Un periodo dinamico, ricco di novità e rivolgimenti in molti campi: da quello culturale (con la scoperta della tomba di Tutankhamun) a quello artistico (con l’inizio del movimento surrealista ed il successo del jazz e del charleston), da quello sociale (con il proibizionismo negli USA, la nuova moda femminile, la creazione dell’Unione Sovietica e l’elezione del primo governo fascista), a quello economico (con il “boom” al quale mise fine la crisi del 1929), da quello scientifico (con la scoperta della penicillina) a quello tecnologico (con l’invenzione della televisione). E si potrebbero fare molti altri esempi. E’ bello poter constatare che questa penna si presenta oggi in ottime condizioni, pur essendo stata sottoposta semplicemente ad una pulizia accurata, con uno smontaggio completo.
La parte più interessante è costituita dal pennino, non solo perché da sempre il gruppo forma il cuore di una stilografica, ma perché erano proprio le caratteristiche del pennino ad attribuire il nome al modello.
La prova di scrittura che ho effettuato è stata molto piacevole, perché il pennino, di dimensioni medio – grandi, si presenta morbido anche se non flessibile e dona una sensazione “di ritorno” davvero all’altezza del nome della penna. Il volantino al quale accennavo poc’anzi precisa che in casa Lang erano necessarie ben 34 operazioni per la produzione di un pennino d’oro e che dopo ognuna di esse veniva effettuato un test specifico, al fine d’assicurare il massimo della scorrevolezza e della regolarità nel flusso. In effetti, la strategia del gruppo di Liverpool puntava sulla qualità dei prodotti e sul passaparola fra i clienti, rinunciando ad investimenti pubblicitari in favore di un ottimo rapporto fra qualità e prezzo. Una strategia che consentì al gruppo di crescere notevolmente e di diventare uno dei maggiori operatori del settore, almeno nell’ambito del mercato anglosassone; il quale, includendo i territori dell’Impero, non era certamente ristretto (nel 1926 si estendeva a circa il 25% delle terre emerse). Ma passiamo alle caratteristiche tecniche:
- Lunghezza chiusa: 140 mm
- Lunghezza aperta: 129 mm
- Lunghezza aperta con cappuccio calzato: 170 mm
- Lunghezza del cappuccio: 59 mm
- Lunghezza della sezione: 12 mm
- Dimensioni del pennino (smontato): 29,2 x 6,8 mm
- Diametro massimo del fusto: 11,4 mm
- Diametro medio della sezione: 9,5 mm
- Diametro massimo del cappuccio: 13 mm
- Peso (scarica): 15 gr
- Materiale: ebanite, con pennino d’oro a 14 carati; leva d’alimentazione e fermaglio in lega metallica.
La stilografica è di dimensioni generose: basti osservare che, chiusa, è più lunga della coeva Parker Duofold Senior “Big Red”, pur essendo più slanciata. Si impugna molto bene, anche con il cappuccio calzato, e come ho già avuto modo d’osservare dona sensazioni di scrittura piacevolissime. Vengono i brividi nel pensare attraverso quali periodi storici è passata questa Velvet Tip, probabilmente sopravvivendo al suo primo proprietario. Quante cose potrebbe raccontare se avesse il dono della parola: le ansie degli anni Trenta, caratterizzati dall’ascesa al potere del nazismo, le paure causate dalla nuova guerra mondiale, dopo soli vent’anni dalla conclusione della prima, le fatiche della ricostruzione, la guerra fredda, il benessere apparentemente assicurato, le nuove ansie determinate delle recenti crisi economiche e sociali…
Nella sua semplicità elegante e con modestia, questo manufatto, testimone di tempi nei quali il consumismo era sconosciuto ed i beni venivano prodotti per durare, può ricordarci la saggezza ed il coraggio di un noto slogan britannico, coniato nel 1939: “Keep calm and carry on”.