Corsivo Inglese: troppe informazioni, troppi riferimenti, troppa confusione.
Inviato: sabato 6 ottobre 2018, 20:10
Buona sera a tutti!
Ho realizzato due giorni fa, dopo mesi a pastrocchiare con le penne stilografiche che, inconsciamente, mi stavo spingendo verso il Copperplate. Preso atto della cosa, ho deciso di impararlo quindi ho cominciato la ricerca dei vari materiali di cui necessitavo: da quel momento il web è diventato il mio Caronte. Ho letto così tanti pareri, visto così tanti testi di riferimento che, adesso, ho la testa piena di mille cose e non so più come uscirne. Uno dei problemi principali è il non avere tutte le informazioni in un unico luogo, seppur virtuale, davanti ai miei occhi: come quando, facendo un puzzle, si stendono tutti i pezzi lì davanti e si comincia ad osservarli e dividerli in base a forme e colori. Provando a procedere con la stessa logica, provo ad elencare brevemente i punti (parti del puzzle) che sto cercando di ricondurre ad unità per fare chiarezza.
1) TESTI/MANUALI DI RIFERIMENTO
Ho visto consigliare i testi della Calzolari, quelli della Winters, quelli di Vitolo, quelli di Ebrahimi e infine la Kossokowska come i più "adatti" ad imparare. Ma, se ho capito una cosa, è che una volta iniziato a seguire un manuale, è caldamente consigliato di farlo pedissequamente e non saltare di qua e di là tra l'uno e l'altro ,poichè ogni autore ha il proprio metodo e segue specifiche regole (ad esempio l'inclinazione o la lunghezza di ascendenti/discendenti). Quindi tra questi testi, qual è quello che posso considerare il più completo, che mi segue dai banali esercizi preparatori all'esecuzione vera e propria di una perfetta (o quasi) esecuzione del corsivo inglese?
2) IL PENNINO
Forse, per fortuna, la questione che mi preoccupa un pò meno delle altre ma di certo non meno importante.
Premetto qui che ho una grafia abbastanza compatta in termini generali, stetta ma allungata e con in'inclinazione accentuata: ciò mi ha portata ad acquistare pennini Zebra G che ho assemblato in una jinhao, per poter avere una stilografica in grado di riprodurre tratti molto sottili ma senza rinunciare alle variazioni di spessore del tratto. Ora che purtroppo l'ultimo pennino in mio possesso sta per esalare i suoi ultimi respiri e, avendo notato che questo pennino gratta un pò sulla carta, stavo pensando che potrei cogliere questa circostanza per valutare altri pennini da calligrafia. Ho letto il post di Irishtales e mi pare di capire, tra quelli elencati, che il Leonardt EF Principal sia quello più adatto a me. Però vorrei prima sentire il parere di qualcuno più esperto di me. Vorrei un pennino che non si rovinasse subito e non grattasse ecco (ma qui forse dipende da come lo uso o ,dalla carta?!).
3) INCLINAZIONE E RIGATORI
Con questo punto, mi ricollego in parte al punto 1) sulla scelta del manuale. Ho visto che ognuno segue un'inclinazione diversa. Facendo le prime ricerche mi sono imbatutta ,all'interno di un gruppo facebook di calligrafia, su dei pdf di rigatori da apporre sotto al foglio per non perdere l'inclinazione. Curiosa come uno struzzo, li ho scaricati e stampati, maqui mi sono accorta che fanno riferimento a misure diverse che non riesco a capire a cosa si riferiscano. Un rigatore è da 3,5mm, l'altro da 8mm (ce n'erano ancheda 4, 7 ecc): ho misurato la cosa che ad occhio mi sembrava più evidente, cioè la distanza tra una linea e l'altra ma le misure non corrispondono per nulla. Qualcuno potrebbe chiarirmi l'arcano? Allego foto e scusate ma non ho proprio resistito allo scarabocchiare qualche lettera "a" però mi sono fermata per non imparare una specifica inclinazione e poi magari seguire un manuale che ne ha una totalmente diversa.
Che dire, mi sembra tutto per ora. Scusate la lungaggine ma avevo bisogno di esporre questi dubbi. Spero possiate aiutarmi in qualche modo a fare chiarezza. Un caro saluto
Ho realizzato due giorni fa, dopo mesi a pastrocchiare con le penne stilografiche che, inconsciamente, mi stavo spingendo verso il Copperplate. Preso atto della cosa, ho deciso di impararlo quindi ho cominciato la ricerca dei vari materiali di cui necessitavo: da quel momento il web è diventato il mio Caronte. Ho letto così tanti pareri, visto così tanti testi di riferimento che, adesso, ho la testa piena di mille cose e non so più come uscirne. Uno dei problemi principali è il non avere tutte le informazioni in un unico luogo, seppur virtuale, davanti ai miei occhi: come quando, facendo un puzzle, si stendono tutti i pezzi lì davanti e si comincia ad osservarli e dividerli in base a forme e colori. Provando a procedere con la stessa logica, provo ad elencare brevemente i punti (parti del puzzle) che sto cercando di ricondurre ad unità per fare chiarezza.
1) TESTI/MANUALI DI RIFERIMENTO
Ho visto consigliare i testi della Calzolari, quelli della Winters, quelli di Vitolo, quelli di Ebrahimi e infine la Kossokowska come i più "adatti" ad imparare. Ma, se ho capito una cosa, è che una volta iniziato a seguire un manuale, è caldamente consigliato di farlo pedissequamente e non saltare di qua e di là tra l'uno e l'altro ,poichè ogni autore ha il proprio metodo e segue specifiche regole (ad esempio l'inclinazione o la lunghezza di ascendenti/discendenti). Quindi tra questi testi, qual è quello che posso considerare il più completo, che mi segue dai banali esercizi preparatori all'esecuzione vera e propria di una perfetta (o quasi) esecuzione del corsivo inglese?
2) IL PENNINO
Forse, per fortuna, la questione che mi preoccupa un pò meno delle altre ma di certo non meno importante.
Premetto qui che ho una grafia abbastanza compatta in termini generali, stetta ma allungata e con in'inclinazione accentuata: ciò mi ha portata ad acquistare pennini Zebra G che ho assemblato in una jinhao, per poter avere una stilografica in grado di riprodurre tratti molto sottili ma senza rinunciare alle variazioni di spessore del tratto. Ora che purtroppo l'ultimo pennino in mio possesso sta per esalare i suoi ultimi respiri e, avendo notato che questo pennino gratta un pò sulla carta, stavo pensando che potrei cogliere questa circostanza per valutare altri pennini da calligrafia. Ho letto il post di Irishtales e mi pare di capire, tra quelli elencati, che il Leonardt EF Principal sia quello più adatto a me. Però vorrei prima sentire il parere di qualcuno più esperto di me. Vorrei un pennino che non si rovinasse subito e non grattasse ecco (ma qui forse dipende da come lo uso o ,dalla carta?!).
3) INCLINAZIONE E RIGATORI
Con questo punto, mi ricollego in parte al punto 1) sulla scelta del manuale. Ho visto che ognuno segue un'inclinazione diversa. Facendo le prime ricerche mi sono imbatutta ,all'interno di un gruppo facebook di calligrafia, su dei pdf di rigatori da apporre sotto al foglio per non perdere l'inclinazione. Curiosa come uno struzzo, li ho scaricati e stampati, maqui mi sono accorta che fanno riferimento a misure diverse che non riesco a capire a cosa si riferiscano. Un rigatore è da 3,5mm, l'altro da 8mm (ce n'erano ancheda 4, 7 ecc): ho misurato la cosa che ad occhio mi sembrava più evidente, cioè la distanza tra una linea e l'altra ma le misure non corrispondono per nulla. Qualcuno potrebbe chiarirmi l'arcano? Allego foto e scusate ma non ho proprio resistito allo scarabocchiare qualche lettera "a" però mi sono fermata per non imparare una specifica inclinazione e poi magari seguire un manuale che ne ha una totalmente diversa.
Che dire, mi sembra tutto per ora. Scusate la lungaggine ma avevo bisogno di esporre questi dubbi. Spero possiate aiutarmi in qualche modo a fare chiarezza. Un caro saluto