La penna scrive benissimo, e sa fare di tutto:
Ma, in casa nostra, non c’é penna che abbia diritto a un suo posto nella scatola delle meraviglie se non si é guadagnata la pagnotta facendo qualcosa che la renda speciale per il fatto di averla realizzata, unica per averla fatta nel migliore dei modi, e “giustificata” per aver dimostrato di essere capace di fare qualcosa che altre sue simili non sanno fare altrettanto bene.
Milord Grigioperla l’abbiamo messa al lavoro per disegnare il nuovo ex-libris di famiglia.
Riprendo qui alcune cose che avevo scritto in un argomento a suo tempo iniziato da ciro, dedicato al tema degli ex-libris (https://forum.fountainpen.it/viewtopic.php?f=16&t=16519). [ciro, se ci sei batti un colpo…]
"Nella sua forma più comune, l'ex-libris é una etichetta o un timbro, ornati di un motto e di uno stemma, che compie la funzione di un emblema. Nella sua accezione moderna, almeno da quando Andrea Alciato lo canonizzò del suo Emblematum Liber del 1531, l'emblema é infatti una figura simbolica, con frequenza composto da un'immagine e da un motto, che può essere anche in versi o un commento in prosa. A sua volta, l'emblema della cultura rinascimentale si rifà alla cultura araldica degli stemmi e dei loro motti.
Lo stemma, l'emblema e l'ex-libris hanno in comune una certa forma di "linguaggio", tanto nella figura come nella parola, in certo modo studiati per dire e nascondere allo stesso tempo. Cosí l'umanista rinascimentale interpretava l'emblematica (e l'araldica), come un linguaggio che dicesse ai pochi adepti e nascondesse ai più.
Negli ultimi due anni ho disegnato gli ex-libris di mio padre e delle mie due figlie. Nel caso di mia figlia Margherita, fu lei stessa a scrivere un motto che divenne scusa per l'emblema e poi per l'ex-libris. Anche nel caso di Carlotta e di Giorgio, tanto le figure come i motti degli ex-libris sono carichi di significati personali riferiti alle persone e alle loro storie di vita".
I tre ex-libris potete vederli qui: https://forum.fountainpen.it/viewtopic. ... 9&start=30
Ora alla bella Milord Grigioperla toccava il lavoro di disegnare il nostro usando un motto che mi é stato sempre caro, forse in origine del pittore greco Apelle: nulla dies sine linea. La figura l’avevo già adocchiata da tempo in un’opera straordinaria del drammaturgo tedesco Gabriel Rollenhagen (1583–1619), Selectorum emblematum centuria secunda, pubblicato a Utrecht nel 1613. L’emblema numero 24 rappresentava una mano che, uscendo dalle nubi verso il chiarore del sole, impugnava una penna d’oca e tracciava una linea. Io dovevo solo sostituire la mano dell'emblema con un “ritratto” della mia mano, la penna d'oca con una penna stilografica… e aggiungere la scritta dell’ex-libris di famiglia.
Ed ecco qui come la Omas Milord Grigioperla si é conquistata il suo diritto di far parte del gruppo seletto delle stilografiche di casa:
Il pennino flessibile é bellissimo per disegnare. Qui l’ho impiegato con un inchiostro grigio di Diamine, un colore scuro e neutro che mi piace molto in questa penna perché ne riprende le sfumature di “non colore”.