Re-Ma ogivale faccettata
Inviato: domenica 3 giugno 2018, 11:43
La mia solita scorribanda mattutina al mercatino romano di Porta Portese mi ha fruttato una sola penna, tuttavia carina, acquistata grazie a una intensa trattativa.
Si tratta di una Re-Ma, sigla che, secondo l'ottimo wiki, è ricavata dalle iniziali di Renato Marrucci, titolare di un negozio torinese di stilografiche.
La penna, lo vedrete dalle foto, è molto simile alle Soffer Prismatic carenate, al punto da distinguersi solo per l'incisione della marca sul fusto.
Ciò rende credibile che il negozio del sig. Marrucci si fosse servito proprio della Soffer per la produzione di questo modello di stilografica.
Si tratta di una penna in una bella celluloide grigia marezzata di forma ogivale con le estremità appuntite e faccettata, a sezione dodecagonale, che utilizza il classico sistema di caricamento a levetta.
La fattura sembra proprio di qualità. A suggerirmelo, tanti particolari: oltre al pennino in oro, il fatto che sembri tornita dal pieno, che la faccettatura interessi tutto il corpo della penna, compresa la banda decorativa sul cappuccio e la ricercatezza proprio della banda, composta da tre verette, una delle quali è incisa.
La produzione è sicuramente risalente al dopoguerra, vista la presenza di un pennino carenato, tipico di quegli anni.
Le dimensioni sono rispettabili: chiusa raggiunge i 13,4 cm, per 1,3 di diametro al cappuccio.
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Corretto un refuso
Si tratta di una Re-Ma, sigla che, secondo l'ottimo wiki, è ricavata dalle iniziali di Renato Marrucci, titolare di un negozio torinese di stilografiche.
La penna, lo vedrete dalle foto, è molto simile alle Soffer Prismatic carenate, al punto da distinguersi solo per l'incisione della marca sul fusto.
Ciò rende credibile che il negozio del sig. Marrucci si fosse servito proprio della Soffer per la produzione di questo modello di stilografica.
Si tratta di una penna in una bella celluloide grigia marezzata di forma ogivale con le estremità appuntite e faccettata, a sezione dodecagonale, che utilizza il classico sistema di caricamento a levetta.
La fattura sembra proprio di qualità. A suggerirmelo, tanti particolari: oltre al pennino in oro, il fatto che sembri tornita dal pieno, che la faccettatura interessi tutto il corpo della penna, compresa la banda decorativa sul cappuccio e la ricercatezza proprio della banda, composta da tre verette, una delle quali è incisa.
La produzione è sicuramente risalente al dopoguerra, vista la presenza di un pennino carenato, tipico di quegli anni.
Le dimensioni sono rispettabili: chiusa raggiunge i 13,4 cm, per 1,3 di diametro al cappuccio.
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Corretto un refuso