Ho letto molte volte, come certo lo avrete fatto anche voi sfogliando gli argomenti di questo e di altri forum, che vi é in generale una maggioranza di opinioni che considerano i pochi pennini “flessibili” contemporanei molto inferiori, quanto a flessibilità, rispetto ai pennini delle stilografiche vintage. I più insistono sul fatto che un “flessibile” contemporaneo deve trattarsi piuttosto come un pennino morbido e semi-flessibile. Io ho provato dal vivo, nella boutique Montegrappa di Milano, il pennino flessibile di una Montegrappa Nazionale, e con la mia poca esperienza lo ho trovato certamente più flessibile di qualsiasi altro pennino nella mia collezione di stilografiche moderne.
Incerto sulla qualità dei pennini flessibile contemporanei, e visto il costo spesso veramente alto delle penne di produzione attuale che ne installano uno, ho deciso di dirigermi a una penna vintage.
Devo confessare che ho sino ad ora rifuggito con cura il vintage, per un paio di buone ragioni.
In primo luogo, mi preoccupa il fatto che, in caso di problemi di qualsiasi natura, non saprei a chi rivolgermi per fare assistere la penna. In realtà non ne ho avuto occasione spesso (per fortuna), ma quando mi é capitato ho trovato il servizio di assistenza delle differenti marche eccellente, se non ineccepibile.
Secondariamente, temevo (e temo) che il vintage rappresenti, per un amante delle penne un vero e proprio “vaso di Pandora”. Tra le moderne immagino che molti altri, così come me, abbiano le loro tre-quattro marche preferite. Questo non significa che uno non possa, di tanto in tanto, sforare verso qualche competitore, ma in generale uno resta nel “suo” e questo ha il vantaggio che le penne di una data marca che uno trova piacevoli o addirittura irresistibili, sono un numero finito. Affacciarsi sull’abisso del vintage apre invece una prospettiva infinita di modelli, epoche, stili, variazioni… Troppo per chi, come me, soffre un poco di una mentalità sistematica.
Però il flessibile…
Se dev'essere vintage, che sia dunque Omas, giacché é una delle mie marche. Che sia una (ripeto, una) penna in celluloide che mi piaccia davvero, con caricamento a pistone (un sistema che conosco e apprezzo). Tra le celluloidi, sono in una fase grigia, per colpa di mia figlia Carlotta, che s’é innamorata di una Dama grigia. Delle vecchie Omas preferisco quelle con la greca sull’anello del cappuccio. Alcuni la hanno definita “pacchiana”, ma io la trovo squisitamente anni ’30, e in particolare il motivo “alla greca” di Omas é a mio avviso il più bello che conosco dal punto di vista grafico. Mi piacciono i tre anellini, ma sono onestamente più generici, più anonimi: li hanno usati decine, forse centinaia di modelli e marche di penne. A differenza dei motivi alla greca, che sono tutti diversi, gli anelli sono tutti uguali… E la greca di Omas é puro Omas!
Appena presa questa difficile decisione, mi sono reso conto che non esistono molte penne Omas che riuniscano le caratteristiche di essere fatte in celluloide, con pennino davvero flessibile, con caricamento a pistone, e per di più con un anello con disegno “alla greca”. Devo togliere le bellissime “riedizioni” in celluloide a partire dagli anni ’90, perché ne ho alcune e so che i loro pennini non sono flessibili. Tolgo le anni 30-40, con il caricamento a levetta. Altre con gli anellini, o con un solo anello “grasso”, come nei bellissimi modelli degli anni ’50 (ora ho scoperto che le penne Omas con un solo anello cicciotto mi piacciono molto, ma ne riparleremo…). Dunque, dopo lunghe ricerche in rete (benedetto Internet), credo di aver capito che il mio target sono le penne fine ’60: Gentlemen (con la “e”), Milord e Dama. Tutte e tre sono state prodotte in una bellissima celluloide nera (jet black) e, per lo meno Milord e Dama, in una stupenda celluloide che Omas chiamava nelle pubblicità dell’epoca “grigioperla” (una sola parola). Se sia esistita una Gentlemen in celluloide grigio perla resta aperto a speculazione, ma da quel che ho letto sul nostro forum (il più informato certamente) pare di capire che Gentlemen fosse in livrea “rigorosamente nera”. Vabbè, a caccia…
Galeotto fu Paolo, della Zona…
Paolo mi ha trovato una Milord grigio perla, prodotta intorno al 1967, con un bellissimo pennino Extra Lucens fine (così lo ha classificato Paolo). Ed é davvero flessibile! Tanto flessibile da lasciarmi giocare con il Copperplate…
Ma meglio che lasci parlare la carta…
(continuerá…)