Mi presento...in punta di penna
Inviato: sabato 31 marzo 2018, 18:25
Un caro saluto a tutti. Vi leggo in anonimo da tanto e mi è parso corretto smettere di spiarvi dalla vetrina, ma entrare e presentarmi. Non ho una collezione di penne importanti, né una raccolta degna di nota di inchiostri, anzi quelli che possiedo mi paiono al momento quasi eterni, considerato quanto poco ormai sia richiesta la scrittura a penna, rispetto all'uso della tastiera. Ho una grafia che non si può che definire brutta, indecifrabile per la quasi totalità delle persone.
Però amo le penne stilografiche e le uso da sempre, per questo sono qui. La prima penna, quando l’età l’ha consentito, è stata una Pelikano di colore blu, caricata perennemente con cartucce di inchiostro Pelikan Blu Royal. Nel piccolo mondo delle cartoleria davanti alle scuole non sembrava esistere altro. Ricordo di averla maltrattata in ogni possibile modo, ma era una compagna fedele e affidabile. Se per qualche motivo non cominciava subito a scrivere sfregavo vigorosamente la parte superiore del pennino contro un pezzo di carta o un fazzoletto. E se proprio la situazione sembrava drammatica o urgente, la aprivo e schiacciavo la cartuccia come fosse un tubetto di dentifricio, fino a quando un gocciolone di inchiostro non faceva capolino sul pennino, rimanendo in bilico qualche secondo per poi cadere macchiandomi sempre inesorabilmente le mani, il foglio su cui scrivevo, il banco, tutto.
Sono seguite poi varie e anonime penne di cui ricordo vagamente i colori fino a quando non arrivo lei, la prima vera penna importante, che sancì definitivamente la mia passione per le penne stilografiche, ma che ne fu anche la causa del mio allontanamento per tanti anni.
Era una Parker Duofold Centennial Pearl and Black, con un meraviglioso pennino medio, che aveva richiesto almeno 30 minuti di prove e comparazioni con gli altri formati per essere scelto. Rimanevo incantata a guardare il fusto perlescente, inclinandolo e girandolo per scoprire gli effetti della luce. La prima penna con cui non avrei mai usato cartucce, la penna che scriveva come sul velluto, con cui riempivo pagine e pagine di fogli protocollo senza nessuna fatica. Le parole sgorgavano facili e lei mi seguiva, senza mai arrestarsi. La penna che mi fu rubata per una mia disattenzione.
Suona sciocco anche a me mentre lo scrivo, ma fu davvero un dolore immenso. Non solo perché era una penna di valore, non solo perché era stato un regalo importante per un momento significativo della mia vita e immaginavo mi avrebbe accompagnato per sempre in ogni cambiamento ed evoluzione della mia crescita. Non solo perché se fossi stata più attenta e non l’avessi lasciata incustodita non sarebbe successo. Ma soprattutto perché avvenne in un luogo familiare e lo sconosciuto autore del gesto era sicuramente nella mia stretta cerchia di conoscenti, se non amici. Per la mia mente di sensibile diciottenne fu davvero un amaro boccone, che faticavo ad accettare mentre guardavo la scatola vuota e la boccetta di inchiostro appena iniziata.
Fu così che per tanti anni non ci furono altre penne stilografiche. Ricordo solo la fugace apparizione di una penna acquistata non so dove, che si ruppe quasi subito. Mi parve un segno. Le penne stilografiche non erano più per me. Solo ogni tanto mi fermavo davanti alla opulenta vetrina del negozio di penne e le guardavo distante.
Evidentemente però la passione vera rimane sopita sotto la cenere, ma non si spegne mai del tutto, perché tre o quattro anni fa sono capitata su questo forum, ho cominciato a leggervi e mi sono comprata una penna stilografica, una Pelikan M205 Aquamarine, con il suo bel inchiostro coordinato. Sono seguite un paio di Lamy, una Twsbi Eco, una Jinhao X750 e alcune 992 di colori assortiti. Non ho più usato una penna che non fosse una stilografica ed ho cominciato a stilare una lista dei desideri di penne da acquistare, che ogni tanto aggiorno, sperando di poter spuntare qualche nome prima o poi.
Mi piacciano i pennini medi e le penne dal flusso abbondante. Anche gli inchiostri li preferisco saturi e pregni di colore, adoro quando il tratto appena scritto è ancora un po’ lucente e brilla alla luce. Nutro una grande curiosità per il mondo delle penne vintage e prima o poi dovrò vincere i miei timori e provare ad acquistare qualcosa. Credo che a breve mi toglierò lo sfizio di avere un inchiostro di colore verde scuro.
Ringrazio tanto chi ha avuto la pazienza di leggere fino a qui e spero di poter dare in futuro un qualche contributo a questo bellissimo forum.
A presto
Chiara
Però amo le penne stilografiche e le uso da sempre, per questo sono qui. La prima penna, quando l’età l’ha consentito, è stata una Pelikano di colore blu, caricata perennemente con cartucce di inchiostro Pelikan Blu Royal. Nel piccolo mondo delle cartoleria davanti alle scuole non sembrava esistere altro. Ricordo di averla maltrattata in ogni possibile modo, ma era una compagna fedele e affidabile. Se per qualche motivo non cominciava subito a scrivere sfregavo vigorosamente la parte superiore del pennino contro un pezzo di carta o un fazzoletto. E se proprio la situazione sembrava drammatica o urgente, la aprivo e schiacciavo la cartuccia come fosse un tubetto di dentifricio, fino a quando un gocciolone di inchiostro non faceva capolino sul pennino, rimanendo in bilico qualche secondo per poi cadere macchiandomi sempre inesorabilmente le mani, il foglio su cui scrivevo, il banco, tutto.
Sono seguite poi varie e anonime penne di cui ricordo vagamente i colori fino a quando non arrivo lei, la prima vera penna importante, che sancì definitivamente la mia passione per le penne stilografiche, ma che ne fu anche la causa del mio allontanamento per tanti anni.
Era una Parker Duofold Centennial Pearl and Black, con un meraviglioso pennino medio, che aveva richiesto almeno 30 minuti di prove e comparazioni con gli altri formati per essere scelto. Rimanevo incantata a guardare il fusto perlescente, inclinandolo e girandolo per scoprire gli effetti della luce. La prima penna con cui non avrei mai usato cartucce, la penna che scriveva come sul velluto, con cui riempivo pagine e pagine di fogli protocollo senza nessuna fatica. Le parole sgorgavano facili e lei mi seguiva, senza mai arrestarsi. La penna che mi fu rubata per una mia disattenzione.
Suona sciocco anche a me mentre lo scrivo, ma fu davvero un dolore immenso. Non solo perché era una penna di valore, non solo perché era stato un regalo importante per un momento significativo della mia vita e immaginavo mi avrebbe accompagnato per sempre in ogni cambiamento ed evoluzione della mia crescita. Non solo perché se fossi stata più attenta e non l’avessi lasciata incustodita non sarebbe successo. Ma soprattutto perché avvenne in un luogo familiare e lo sconosciuto autore del gesto era sicuramente nella mia stretta cerchia di conoscenti, se non amici. Per la mia mente di sensibile diciottenne fu davvero un amaro boccone, che faticavo ad accettare mentre guardavo la scatola vuota e la boccetta di inchiostro appena iniziata.
Fu così che per tanti anni non ci furono altre penne stilografiche. Ricordo solo la fugace apparizione di una penna acquistata non so dove, che si ruppe quasi subito. Mi parve un segno. Le penne stilografiche non erano più per me. Solo ogni tanto mi fermavo davanti alla opulenta vetrina del negozio di penne e le guardavo distante.
Evidentemente però la passione vera rimane sopita sotto la cenere, ma non si spegne mai del tutto, perché tre o quattro anni fa sono capitata su questo forum, ho cominciato a leggervi e mi sono comprata una penna stilografica, una Pelikan M205 Aquamarine, con il suo bel inchiostro coordinato. Sono seguite un paio di Lamy, una Twsbi Eco, una Jinhao X750 e alcune 992 di colori assortiti. Non ho più usato una penna che non fosse una stilografica ed ho cominciato a stilare una lista dei desideri di penne da acquistare, che ogni tanto aggiorno, sperando di poter spuntare qualche nome prima o poi.
Mi piacciano i pennini medi e le penne dal flusso abbondante. Anche gli inchiostri li preferisco saturi e pregni di colore, adoro quando il tratto appena scritto è ancora un po’ lucente e brilla alla luce. Nutro una grande curiosità per il mondo delle penne vintage e prima o poi dovrò vincere i miei timori e provare ad acquistare qualcosa. Credo che a breve mi toglierò lo sfizio di avere un inchiostro di colore verde scuro.
Ringrazio tanto chi ha avuto la pazienza di leggere fino a qui e spero di poter dare in futuro un qualche contributo a questo bellissimo forum.
A presto
Chiara