Ecclesiastical Stationery Supplies Registrar Ink
Inviato: mercoledì 28 febbraio 2018, 21:12
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PremessaScrivo per la prima volta una recensione. Di solito sono pragmatico nelle cose, mi piace/non mi piace, senza stare troppo ad argomentare le cose. Visto però che ho spesso menzionato questo inchiostro, chiamandolo semplicemente ESSRI, e più di una volta mi è stato risposto "che cos'è?", ho deciso di fare una recensione che sia il più possibile completa.
Dopo il mio primo inchiostro ferrogallico, ormai due anni fa circa, mi ero messo alla ricerca di un altro inchiostro che potesse essere più adatto alle occasioni formali. Certo, non mi capita spesso di firmare atti importanti o scrivere qualcosa che abbia una certa importanza che non siano appunti personali, ma nella vita non si sa mai. I miei requisiti erano rapidità di asciugatura ed impermeabilità all'acqua.
Dapprima, ho gravitato verso il famoso Hero Carbon Black, ma dopo due cartucce Lamy (forse tre, comunque un buon numero di pagine le avevo scritte) sono tornato definitivamente sui ferrogallici. Forse mi sono perso qualcosa, snobbando Noodler's, ma tant'è. KWZI non mi ha mai particolarmente attratto, più per il problema della difficoltà nel rimuoverlo che altro, mentre Stipula, con il suo Calamo ferrogallico, è troppo caro per le mie tasche.
Questo inchiostro, l'ESSRI, l'ho trovato per caso, in realtà cercavo un Seppia: ricordo di aver letto che [gli inchiostri ferrogallici] diventano seppia dopo un tot di anni, dovuti alla loro acidità. Tentar non nuoce, male che va butto via una Hero 616, mi sono detto.
Un anno fa ho acquistato la prima boccetta, da 100mL... Tanto, tantissimo inchiostro almeno per me. Usato molto, tutti giorni per appunti universitari per rimpiazzare la biro, regalato diversi campioncini assieme alle penne. A circa 16€ la boccetta, sono 0.16 centesimi al mL, non male!
La recensione
I tre quadrati sulla destra mostrano come l'inchiostro scurisca visibilmente col passare del tempo. Pur non avendo raggiunto la massima ossidazione ho cercato al meglio delle mie capacità di illustrare come l'inchiostro tenda a scurire visibilmente, molto di più di quanto non abbia fatto il Blu/Nero della Hero o il Salix. Il primo quadrato l'ho "pocciato" stamane verso le 10:00, assieme alla prova di scrittura; il secondo in pausa pranzo mentre il terzo poco prima di mettere il foglio sullo scanner.
La prova di resistenza all'acqua è stata fatta strusciando un cotton fioc bagnato sul testo
L'inchiostro non mi ha mai dato particolari problemi, a parte una specie di patina bluastra appena visibile che si era formata sul pennino della Safari. Mai intoppi, mai converter macchiati.
C'è da dire che ogni due settimane circa faccio un accurato lavaggio.
Non smonto niente, ma vado per gradi:
1. Acqua
2. Acqua e sapone per i piatti
3. Acqua e aceto
4. Acqua
Ricordo che questa guida era scritta sul sito KWZI, con un ulteriore step: credo Candeggina(?) dopo l'acqua e aceto.
Personalmente, non ho mai dovuto arrivare fino a quel punto.
Conclusioni
Mi piace.
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Consigliato su penne dal flusso medio/abbondante e per mancini che scrivono "di lato", cioè coprendo il testo appena scritto con la mano e a quelli definiti "overwriter", cioè che fanno un uncino con la mano (se si scrive con un italico si deve far così). L'ho provato per intinzione con una penna ad inzuppo pennino italico 1.1 e 1.9 ed ho fatto un poccio indegno, ma il risultato è splendido.
No vintage e no TWSBI tipo Vac700.