WATERMAN 42, Italian 18K.R. overlay - 1927
Inviato: lunedì 22 gennaio 2018, 19:21
Prologo
- WATERMAN's # 12 S - 1915
https://forum.fountainpen.it/viewtopic.php?t=10415
- WATERMAN # 42 putti, full guilloché overlay, calligraphic nib
https://forum.fountainpen.it/viewtopic.php?t=11247
- WATERMAN 0644 – 1918
https://forum.fountainpen.it/viewtopic.php?t=13154
- WATERMAN'S IDEAL SAFETY Clava di Ercole
https://forum.fountainpen.it/viewtopic.php?t=12788
- WATERMAN 42 1/2 Cavaliere con codice di controllo, 1933
https://forum.fountainpen.it/viewtopic.php?t=12143
…presumo di essere, almeno per oggi, esentato da un lavoro “lungo” (anche perché sono già all'opera su un paio di recensioni davvero toste
)!
Sul nostro formidabile Wiki, in ogni caso, oltre alla storia della Marca troverete anche tutte le informazione sulle rientranti della Casa (e le foto di bellissimi esemplari rivestiti in America o in Italia conferite dai collezionisti https://www.fountainpen.it/Waterman_4x ) e un capitolo sul sistema di caricamento: https://www.fountainpen.it/Safety
Una domanda sorge comunque spontanea: ma non ce l’avevi già la #42?!
Queste rientranti Waterman sono fondamentalmente tutte uguali, i maligni non hanno torto: di seguito insieme alla 42 18K.R. overlay protagonista della recensione odierna vi mostro una 12S (così si chiamava la #42 dal debutto nel 1908 al 1917) con clip-cap in alpacca (“German Silver”) ed una #42 del primo dopoguerra (1919/1923) senza fermaglio nella sua scatolina originale di cartone blu, entrambe non rivestite. Come avrete notato, non sono poi neanche così perfettamente uguali…
In ogni modo, e questo è un dato di fatto, uno potrebbe divertirsi a raccogliere molte decine (comunque solo poche centinaia) di #42 rivestite in modo sempre differente (prevalentemente in Italia, ma pure all’origine dalla fabbrica negli U.S.A. e poi in Inghilterra ed in Francia), anche di diverse dimensioni (più piccole, 42½V, più sottili, 42½, o più grandi, 44, 48…), decorate con motivi che coprono un ampio ventaglio di scelte stilistiche (dall’estetica neo-pompeiana al Déco più spinto, passando per il floreale Art Nouveau e non disdegnando nemmeno l’astratto rigore di un rivestimento completamente liscio, nello spirito del più puro modernismo geometrico) e tecniche (rivestimento in oro o argento, liscio o lavorato, intero o spezzato, solido o traforato, in rilievo, con pietre dure o preziose o smalti…).
La penna in sé è bruttina e minimalista, ammettiamolo pure, e cioè fatta apposta per trasformarsi in qualsiasi cosa gli artigiani avessero immaginato: un’autentica Cenerentola, che dopo il tocco della bacchetta magica, finalmente ripulita e riccamente rivestita e adornata, è pronta a recarsi al gran ballo a corte in una carrozza d’oro…
Ma lasciamo le favole e torniamo alla sostanza: ciò che sempre accomuna tutte queste penne-che-sono-la-stessa-penna (4x) è la caratteristica di essere invariabilmente dotate di pennini dalle prestazioni eccezionali, per molti versi sconcertanti se paragonate alla produzione d’oggidì. Si consideri l’elaborata quanto ardita lavorazione sfaccettata della punta di questa 42… e poi si osannino pure senza ritegno i pennini Lamy di ferro intercambiabili… (il paragone non paia blasfemo: questo classico vintage l’ho pagato quanto una Aion). Le rientranti, che si erano mantenute sulla breccia per quasi un trentennio quando le innovazioni nel campo della scrittura erano all’ordine del giorno e la sfida per la sopravvivenza davvero durissima, sono penne grandiose, e così “corazzate” mi ricordano, chissà perché?, i dinosauri (ma avevo trovato similitudine anche con animaletti altrettanto simpatici ma assai meno impegnativi https://forum.fountainpen.it/viewtopic.php?t=14604
): nate come penne robuste e sommamente pratiche (potevano essere trasportate nelle borsette da signora in qualsiasi posizione in sicurezza), sportive e quasi da subito addirittura militaresche, oggi il loro piacevolissimo rito di apertura/chiusura pare relegarle allo scrittoio, nella quiete del focolare. Ma l’eccellenza della progettazione di un tempo le rende a distanza di quasi un secolo in grado di superare le prove più severe, come da me qui testimoniato:
- WATERMAN SAFETY 42 1/2 ] - Una prova sul campo
https://forum.fountainpen.it/viewtopic.php?t=12682
Per inciso, la penna testata così brillantemente in Estate era stata sconfitta l’Inverno seguente solo da un’escursione sulla neve a -10° in cui si era verificata l’irreversibile trasformazione del sughero imbevuto di inchiostro in…granita al caramello! Le stilografiche andrebbero sempre portate sul cuore…
Regolatevi pure come credete: personalmente, quando ho la fortuna di trovare un esemplare di safety Waterman ben conservato che promette di scrivere benissimo, non lo abbandono fuori al freddo (in the wild) ma lo porto invariabilmente a casa al calduccio con me… E così ho fatto anche la settimana scorsa a Milano.
La penna
WATERMAN’S IDEAL SAFETY 42, rientrante in ebanite nera, laminata in oro 18K.R., caricamento safety, pennino originale Waterman in oro 14 Kt., produzione U.S.A. e Italia, anno 1927.
Continua….
Avendo in passato già recensito il modello di stilografica rientrante di sicurezza della Waterman (Waterman’s Ideal Safety, 4x) per ben cinque volte…
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- WATERMAN's # 12 S - 1915
https://forum.fountainpen.it/viewtopic.php?t=10415
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- WATERMAN 0644 – 1918
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- WATERMAN 42 1/2 Cavaliere con codice di controllo, 1933
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…presumo di essere, almeno per oggi, esentato da un lavoro “lungo” (anche perché sono già all'opera su un paio di recensioni davvero toste
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Sul nostro formidabile Wiki, in ogni caso, oltre alla storia della Marca troverete anche tutte le informazione sulle rientranti della Casa (e le foto di bellissimi esemplari rivestiti in America o in Italia conferite dai collezionisti https://www.fountainpen.it/Waterman_4x ) e un capitolo sul sistema di caricamento: https://www.fountainpen.it/Safety
Una domanda sorge comunque spontanea: ma non ce l’avevi già la #42?!
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Queste rientranti Waterman sono fondamentalmente tutte uguali, i maligni non hanno torto: di seguito insieme alla 42 18K.R. overlay protagonista della recensione odierna vi mostro una 12S (così si chiamava la #42 dal debutto nel 1908 al 1917) con clip-cap in alpacca (“German Silver”) ed una #42 del primo dopoguerra (1919/1923) senza fermaglio nella sua scatolina originale di cartone blu, entrambe non rivestite. Come avrete notato, non sono poi neanche così perfettamente uguali…

In ogni modo, e questo è un dato di fatto, uno potrebbe divertirsi a raccogliere molte decine (comunque solo poche centinaia) di #42 rivestite in modo sempre differente (prevalentemente in Italia, ma pure all’origine dalla fabbrica negli U.S.A. e poi in Inghilterra ed in Francia), anche di diverse dimensioni (più piccole, 42½V, più sottili, 42½, o più grandi, 44, 48…), decorate con motivi che coprono un ampio ventaglio di scelte stilistiche (dall’estetica neo-pompeiana al Déco più spinto, passando per il floreale Art Nouveau e non disdegnando nemmeno l’astratto rigore di un rivestimento completamente liscio, nello spirito del più puro modernismo geometrico) e tecniche (rivestimento in oro o argento, liscio o lavorato, intero o spezzato, solido o traforato, in rilievo, con pietre dure o preziose o smalti…).
La penna in sé è bruttina e minimalista, ammettiamolo pure, e cioè fatta apposta per trasformarsi in qualsiasi cosa gli artigiani avessero immaginato: un’autentica Cenerentola, che dopo il tocco della bacchetta magica, finalmente ripulita e riccamente rivestita e adornata, è pronta a recarsi al gran ballo a corte in una carrozza d’oro…
Ma lasciamo le favole e torniamo alla sostanza: ciò che sempre accomuna tutte queste penne-che-sono-la-stessa-penna (4x) è la caratteristica di essere invariabilmente dotate di pennini dalle prestazioni eccezionali, per molti versi sconcertanti se paragonate alla produzione d’oggidì. Si consideri l’elaborata quanto ardita lavorazione sfaccettata della punta di questa 42… e poi si osannino pure senza ritegno i pennini Lamy di ferro intercambiabili… (il paragone non paia blasfemo: questo classico vintage l’ho pagato quanto una Aion). Le rientranti, che si erano mantenute sulla breccia per quasi un trentennio quando le innovazioni nel campo della scrittura erano all’ordine del giorno e la sfida per la sopravvivenza davvero durissima, sono penne grandiose, e così “corazzate” mi ricordano, chissà perché?, i dinosauri (ma avevo trovato similitudine anche con animaletti altrettanto simpatici ma assai meno impegnativi https://forum.fountainpen.it/viewtopic.php?t=14604
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- WATERMAN SAFETY 42 1/2 ] - Una prova sul campo
https://forum.fountainpen.it/viewtopic.php?t=12682
Per inciso, la penna testata così brillantemente in Estate era stata sconfitta l’Inverno seguente solo da un’escursione sulla neve a -10° in cui si era verificata l’irreversibile trasformazione del sughero imbevuto di inchiostro in…granita al caramello! Le stilografiche andrebbero sempre portate sul cuore…
Regolatevi pure come credete: personalmente, quando ho la fortuna di trovare un esemplare di safety Waterman ben conservato che promette di scrivere benissimo, non lo abbandono fuori al freddo (in the wild) ma lo porto invariabilmente a casa al calduccio con me… E così ho fatto anche la settimana scorsa a Milano.
La penna
WATERMAN’S IDEAL SAFETY 42, rientrante in ebanite nera, laminata in oro 18K.R., caricamento safety, pennino originale Waterman in oro 14 Kt., produzione U.S.A. e Italia, anno 1927.
Continua….