Visconti Wall Street (regular edition)

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Visconti Wall Street (regular edition)

Messaggio da Rogozin »

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La premessa inutile.

Il mio rapporto con questa penna comincia diversi anni orsono, allorchè passando dallo showroom di Visconti qui a Firenze vidi in vetrina questa penna della quale letteralmente mi innamorai. 450 euro (per la versione normale) allora erano troppi, non parliamo della limitata a 650 e la mia passione per le penne stava appena nascendo per cui preferii orientarmi verso altri lidi, sostanzialmente nel mercato dell'usato.

Passano gli anni, cambiano le disponibilità, i gusti e le passioni, ma da qualche parte nel mio cervello la WS ormai si era infilata, ed anche se quiescente era entrata nel DNA, gene recessivo destinato prima o poi a manifestarsi in maniera drammaticamente fenotipica.
Manco a farlo apposta, recentemente mi regalano una WS, ahimè, roller che sostanzialmente, come proporzioni, è identica alla stilo. Quindi l'insana idea: convertirla in stilografica. Una visitina allo showroom, mi si dice che è possibile. Tempo un paio di settimane e con 200 euro in meno, eccomi finalmente a parlare della Wall street, orgogliosa foriera di un pennino di palladio 23k, come sappiamo tutti ormai firma di Visconti.

La premessa (soltanto un po') meno inutile.

La wall street è una sorta di "evoluzione" della Manhattan, sempre di Visconti, la quale (come dice il nome stesso) aveva la peculiarità di riprodurre l'effetto visivo tipico di una skyline metropolitana, nel qual caso la più paradigmatica: quella di New York.

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Una penna prodotta mediante lo stesso procedimento, ma come si vede completamente diversa (clip, proporzioni, dimensioni, veretta, iscrizione etc).

A sua volta l'ispirazione della Manhattan era rivolta ad un'intramontabile pietra miliare delle penne: la Parker Vacumatic.

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Ma veniamo alla penna in oggetto...

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Questa di cui parlo è la versione "normale", che si affianca alla sorella maggiore limitata (4000 esemplari per colore). La differenza sta nelle dimensioni leggermente maggiori della limitata allo scopo di riuscire a contenere il meccanismo di riempimento, il brevettato power filler di Visconti e relativa finestrella. Viceversa, la mia è una semplice converter, che però come forse si nota dall'immagine non è il converterino atrofico che montano altre penne tipo la Kaleido Voyager (per rimanere in casa Visconti).Insomma lo spazio all'interno della penna è usato praticamente tutto e anche il materiale in cui è realizzato (acciaio) contribuisce a dare quella consistenza alla penna che secondo me in mano va "sentita".

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La caratteristica della Wall Street è il particolare procedimento produttivo, che vede appoggiati tanti fogli di celluloide (che in tal modo formano degli "strati") che vengono tagliati longitudinalmente come un perito salumiere potrebbe tagliare una bella mortadella(non di rado infatti, nelle più raffinate boutique Visconti, si sente chiedere le Wall Street accompagnate dalla seguente raccomandazione: "La me la tagli fine fine, se mi ci toglie anche i'grasso la mi fa un favore" ). Il risultato è quella caratteristica apparenza "anellata" (tanto che alcuni rivenditori scrivono , appunto, "in celluloide anellata") e sbrilluccicosa.
Come un grattacielo notturno illuminato.


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L'abbinamento mi sembrava d'obbligo, tributo a W. Allen e a uno dei suoi capolavori del passato che credo si sposi molto bene, per ovvi motivi, con questa penna :)

In mano la penna restituisce un'ottima sensazione di levigatezza e "consistenza". La dimensioni non eccessive, unitamente alla sagomatura ottagonale rendono la penna estremamente maneggevole.
A proposito della linea, la forma ottagonale di cui ho appena detto fa parte della serie "quadratura del cerchio" di Visconti, che comprende sostanzialmente tutta la famiglia Opera.
E' particolare in quanto secondo certi angoli prospettici la penna sembra assolutamente cilindrica, secondo altri si notano le sfaccettature. La disposizione della celluloide non aiuta in questo senso :)


Una foto con l'inchiostro utilizzato per la prova di scrittura. Dall'immagine e dai riflessi di luce, qui si capisce perfettamente la sfaccettatura della penna.

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Sul cappuccio è presente la veretta col nome della penna (esattamente come succede sull'Opera).

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E l'ormai classica clip Visconti, sostanzialmente un altro dei marchi distintivi se non il principale.

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A tal proposito non si può non notare il piccolo difetto presente sulla C, che sembra un po' cancellata. La penna in origine mi è stata regalata già usata, quindi non posso garantire che ne sia stato fatto sempre un uso attento e delicato, pertanto un po' di usura ci sta che sia avvenuta. Non mi sento quindi di pronunciarmi sulla facilità o meno di rovinarsi (l'altro lato è perfetto), così come potrebbe benissimo essere un difetto di produzione. Quando avrò tempo e voglia (quindi molto probabilmente mai) forse farò sostituire la clip, ma in realtà è un non problema dato che l'ho notato per la prima volta osservando questa foto fatta con la funzione macro :)

La sommità del cappuccio è personalizzabile con il solito sistema Visconti MyPen system a calamita. Sulla WS (come sulla Opera) le lettere hanno aderito perfettamente e non hanno mai "traballato", non si corre alcun rischio di perderle, nemmeno per sfregamento (cosa che invece succede abbondantemente con la Homo Sapiens, che avendo il magnete sul cappuccio "più alto" rispetto a questa penna, rende le letterine più esposte ai contatti esterni).

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Sempre guardando l'immagine ingrandita (lì per lì non me ne sono accorto, ma nemmeno nell'uso quotidiano) sembra che mi sia stata attaccata una N un capellino più scura. Anche lì, dettaglio abbastanza insignificante, anche considerato il fatto che viene fatto gratuitamente in negozio (non mi capacito come molti rivenditori online lo facciano pagare somme anche non indifferenti).

Per quanto riguarda le dimensioni, come accennavo sopra la WS è "media". Senza star a menzionare cifre e numeri, basti sapere che potrebbe essere accostata a una Montblanc 146, rispetto alla quale è solo di pochissimo più corta e meno cicciuta.

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Il pennino è in palladio monocolore per dare continuità alla sezione.

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E' il secondo pennino in palladio che provo, l'altro era quello della Homo Sapiens. Devo dire che nonostante la differenza sia soltanto nella misura del tratto (HS: F, WS: EF), differenza che tra l'altro non è assolutamente coerente con le misure dichiarate (ma su questo più avanti), devo dire che mi hanno restituito sensazioni differenti. Ho trovato il pennino della HS più morbido e molleggiato rispetto a quello della WS che ho trovato più "chiacchierone" sul foglio: non arrivando mai a graffiare o raschiare, qualche rumorino in più lo fa e onestamente non me ne so spiegare la ragione (poi è vero che le macchine e gli strumenti, via via che si utilizzano per creare le penne, si usurano e vanno cambiati quindi delle differenze, seppur minimamente percettibili, possono esserci).

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Sulla scrittura, le solite paginette di prova.

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Insomma, questa è una penna con la quale ho sempre avuto ed ho tuttora un legame affettivo indissolubile (potrebbe anche essere considerata una delle penne che mi ha fatto amare le stilografiche, non avessi paura d'esagerare un po' ma nemmeno troppo) e sono sicuro che resterà sempre una delle mie preferite, nonostante tante penne nel tempo l'hanno seguita ed ancora di più, si spera, la seguiranno.

Qualche scatto in posa con le sue amiche...

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I riflessi di luce, aiutati dall'accostamento al vetro dei cassetti qua riprodotti, crea un effetto che per me è ipnotico, mi accarezza lo sguardo e lo riposa.
Non è un caso che mi ricordi i miei giorni ad Hong Kong, qualche anno fa: le primissime notti, incapace di dormire, restavo sveglio tutto il tempo, immobile, nella silenziosa contemplazione della skyline della baia, via via che la (già tenue di per sè) luce solare si spegneva e si accendevano, moderne, irrazionali e caotiche scacchiere, le luci nei grattacieli.
Vedere brulicare la vita, irrefrenabile e colorata, a qualsiasi ora del giorno e della notte in un inseguirsi folle di atomi che cozzano, si amalgamano o esplodono nell'eterno fluire d ciò che è stato, è e continuera ad essere dopo di noi mi ha dato e mi dà sensazioni il cui retrogusto malinconico riscontro rigirandomi fra le mani la Wall Street.

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Peccato abbia perso le foto notturne, sicuramente molto più suggestive.
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piccardi
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Re: Visconti Wall Street (regular edition)

Messaggio da piccardi »

Come sempre, complimenti per la splendida recensione, ormai sono scontati, ma di certo non inutili.

Bellissima penna e bellissima celluloide, la Manhattan (il primo predecessore) resta una delle pochissime penne moderne che ho comprato, ma anche questa fa venire voglia...

Simone
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Re: Visconti Wall Street (regular edition)

Messaggio da Alexander »

Complimenti come sempre per l'ottima recensione, attenta ai dettagli ed equilibrata.
"Ho dei gusti semplicissimi: mi accontento sempre del meglio"
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rembrandt54

Re: Visconti Wall Street (regular edition)

Messaggio da rembrandt54 »

Andrea....dovevi fare lo scrittore !!! sei veramente bravo ;)
Come sai possiedo una WS come la tua ma la versione limitata ; volevo sapere da te se anche la tua, dopo avvitato il cappuccio, ha problemi di allineamento tra le sfaccettature del fusto con quelle del cappuccio ? Sarò troppo pignolo , ma è un difetto che su una penna così bella non ci dovrebbe essere ;)
Per il resto devo dire che anche la mia ( pennino in oro 18 Kt punta M) scrive favolosamente bene !!!!


stefano
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Re: Visconti Wall Street (regular edition)

Messaggio da Simone »

Ok, patti chiari e amicizia lunga: io stavo studiando e mi sono distratto a leggere la bellissima recensione! :)
Che tu sei qui,
che la vita esiste e l’identità,
Che il potente spettacolo continui,
e che tu puoi contribuire con un verso.

W.W.
rembrandt54

Re: Visconti Wall Street (regular edition)

Messaggio da rembrandt54 »

Simone ha scritto:Ok, patti chiari e amicizia lunga: io stavo studiando e mi sono distratto a leggere la bellissima recensione! :)
Ti consiglio di portare come tesina le recensioni di Andrea/Rogozin :lol: :lol: :lol:
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Re: Visconti Wall Street (regular edition)

Messaggio da vikingo60 »

rembrandt54 ha scritto:
Simone ha scritto:Ok, patti chiari e amicizia lunga: io stavo studiando e mi sono distratto a leggere la bellissima recensione! :)
Ti consiglio di portare come tesina le recensioni di Andrea/Rogozin :lol: :lol: :lol:
Concordo in pieno!
Alessandro
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Re: Visconti Wall Street (regular edition)

Messaggio da vikingo60 »

Caro Andrea,non so fare altro che porgerti i miei complimenti ancora una volta:sei bravissimo,potresti davvero fare lo scrittore!Magari come quelli di una volta,che scrivevano le loro opere con le stilografiche.
Le tue recensioni sono tanto interessanti quanto riposanti.
Cordiali saluti
Alessandro
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Re: Visconti Wall Street (regular edition)

Messaggio da colex »

Da amente del "genere" non posso che aggiungermi ai meritati apprezzamenti per la recensione ed ai complimenti per la stilo!
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Re: Visconti Wall Street (regular edition)

Messaggio da scossa »

Che dire, uno stile inconfondibile quanto la stilo :lol:

Bravo Andrea
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Marco
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Re: Visconti Wall Street (regular edition)

Messaggio da FedericoPari »

Gia' la wall street mi stuzzicava, ora con questa recensione direi che un "prima o poi la piglio" ci sta tutto, rigorosamente in versione regular, dato che non riesco davvero a sopportare la finestrella di ispezione e non mi faccio troppi problemi ad usare penne a converter.
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Re: Visconti Wall Street (regular edition)

Messaggio da Rogozin »

Che bello tornare a casa la notte e trovare un siffatto riscontro da parte vostra :)

@piccardi: intanto grazie dei complimenti, fa sempre piacere :) Della Manhattan persi una ghiottissima occasione su ebay, tempo fa. Il tizio in questione diceva di avere in vendita una Wall Street, ma senza saperlo stava vendendo una Manhattan (a un prezzo stracciato). Dopo un po' di ricerche capii che si stava (in buona fede) sbagliando, solo che io volevo la WS... se solo avessi saputo che la Manhattan ormai è rara. In più rispetto alla WS (anche se questo lo possiamo dire solo in retrospettiva immagino) ha quel connubio fra moderno e classico che alla WS manca. Lo si vede dalla clip "a onda" dalle linee pià dolci e classicheggianti, la veretta dorata con bassorilievo, la forma circolare... a tutto questo fa da contraltare la celluloide "anellata", un salto nel futuro, nella metropoli e nei tempi moderni. Insomma, chi ce l'ha se la tenga ben stretta.

@Alexander, colex, scossa e Simone: grazie anche a voi. La vedo in un modo molto "bottegaio": per determinate cifre, l'attenzione ai particolari più che una virtù è un obbligo :) E lo "stile" nasce dalla passione e dall'emozione che certi oggetti mi comunicano. Infatti difficilmente mi sono trovato a descrivere penne che a conti fatti non mi sono piaciute e che globalmente mi hanno insoddisfatto; il forum in questo senso è un po' per me lo sfogo del bambino al quale succede una cosa bella, una bambina gli ha messo nella tasca del giacchetto una caramella e un bigliettino d'amore, ed è talmente contento che lo deve raccontare a chiunque. Per questo sono grato di far parte di questa cerchia di appassionati :) Poi va beh, lo scopo vero è distrarre Simone dallo studio, in Italia c'è troppa istruzione e di livello troppo alto, bisogna fare qualcosa in merito!

@rembrandt:grazie anche a te della stima, anche se in effetti scrivendo di getto riempio la pagina di imperfezioni, errori e quant'altro (tanto che le prime venti/trenta visite del counter sono i miei continui e forsennati accessi per correggere questo o quello, è quasi imbarazzante).
Per quanto riguarda il problema di allineamento delle sfaccettature cappuccio/corpo penna, devo dire che non ne soffro (se mi capitasse, houston , avremmo un problema dato che la penna è fresca fresca di assistenza). Però ho capito cosa intendi, l'ho sperimentato personalmente allorchè, per esperimento, ho provato a montare dei pennini in oro di visconti di altre penne sulla Ws. Andare andavano, ma la penna presentava poi quei problemi di allineamento (che, di una certa entità, possono essere insopportabili). Io credo sia dovuto al restringimento (o comunque a cambiamenti anche minimi nella morfologia) della celluloide che in qualche modo ha coinvolto le anse del meccanismo di avvitamento, creando questo fastidioso disallineamento. Te lo dico perchè negli anni di amore a distanza tra me e la WS ho letto di tutto, e so che alcuni esemplari col tempo hanno sofferto di tale problema (ho letto parecchie testimonianze in tal senso sul Fountain pen network; forse mandate precedenti ne soffrivano di più, non saprei). Visto che (almeno per me) è una penna bellissima e che la "quadratura del cerchio" ne è un elemento fondante, ti consiglierei vivamente di fartela sistemare.
Il mio problema di disallineamento è un altro, che ti accennai tra l'altro qualche tempo fa: non sempre i pattern della celluloide fra cappuccio e penna sono solidali. Nel senso che ovviamente si intuisce un "disegno" generale, ma a seconda di come si avvita il tappo, cioè da che punto si comincia a girare, non è detto che il "disegno generale" venga sempre fuori integro, "spezzandosi" a volte il pattern.
Mi rendo conto che spiegarmi a parole risulta confuso, faccio un esempio: nella Montegrappa extra, da qualsiasi parte io cominci ad avvitare il cappuccio (quei 3-400 giri :) ), la parte con l'iscrizione finirà sempre e comunque solidale rispetto alla clip, cioè dalla stessa parte. Qui invece azzeccare la continuità del disegno è casuale. Non so se sia "intended" o meno, sta di fatto che molte penne, da qualunque parte inizi ad avvitarle, riescono a "terminare" sempre in un'unica e determinata posizione.

@vikingo60: grazie anche a te dell'apprezzamento, sappi che sei personalmente responsabile di gran parte della mia conoscenza e sensibilità pennistica :) Una sorta di "padre stilografico" (credo che il codice civile ne parli da qualche parte)

@FedericoPari: è sicuramente un discorso meramente soggettivo, piace o non piace, però mi viene davvero da dirti che è non solo bella, ma in mano restituisce anche un'ottima sensazione di "presenza". Poi sicuramente sono anche influenzato dall'elemento emotivo che mi ci lega, ma non sono assolutamente pentito di averci investito qualche soldo.
Per il converter, se già non ti crea problemi tanto meglio, ma sappi che come dicevo sopra quello della WS è più che dignitoso.

Per qualsiasi altro dubbio, perplessità, curiosità, minaccia, donazioni su C/C, intestazioni di 5 per mille etc, sono qua :)
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Re: Visconti Wall Street (regular edition)

Messaggio da vikingo60 »

Inoltre se non sbaglio su questa Visconti il converter è a vite.
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Re: Visconti Wall Street (regular edition)

Messaggio da piccardi »

Rogozin ha scritto:Lo si vede dalla clip "a onda" dalle linee pià dolci e classicheggianti, la veretta dorata con bassorilievo, la forma circolare... a tutto questo fa da contraltare la celluloide "anellata", un salto nel futuro, nella metropoli e nei tempi moderni. Insomma, chi ce l'ha se la tenga ben stretta.
Io ho, e devo dire che preferisco, la prima versione con la clip traforata, sostituita dopo qualche tempo con la veretta continua perché questa risultava di montaggio più semplice (almeno a quanto mi dissero a suo tempo...). Credo sia ancora più rara, e ora che me lo hai riportato alla mente mi devo ricordare di tirarla fuori e metterla in rotazione ...


Simone
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Re: Visconti Wall Street (regular edition)

Messaggio da FilippoP »

Rispetto ad altre sorelle Visconti, della WS a me piacciono molto le dimensioni dalla veretta, più ridotte:

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Grazie anche da parte mia a Rogozin per l’accattivamente recensione!
Filippo
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