Slim anni 80: Pelikan Signum P570
Inviato: lunedì 11 dicembre 2017, 0:01
Provo a scrivere due commenti su un'altra stilografica anni 80 di cui sono venuto recentemente in possesso: la Pelikan Signum P570.
La Signum é il risultato della decisione di Pelikan sul finire degli anni 70 di entrare sul mercato delle stilografiche "moderne".
A mio parere lo stile della Signum rappresenta al meglio la necessità di un'azienda leader nel suo mercato di seguire una moda, uno stile che però non fa parte della propria filosofia, della propria "anima".
La Pelikan in quell'occasione volle disegnare e produrre una stilografica innovativa mantenendola al contempo nei confini di un'ortodossia ferrea. Ad un'analisi superficiale si potrebbe pensare ad un'evidente contraddizione, ma non é così.
Il progetto fu affidato alla scuola di design di Ulma, fondata dopo la Seconda Guerra Mondiale e orientata ad uno stile semplice che esaltasse la funzionalità e praticità degli oggetti, secondo un'impostazione stilistica coerente con la più antica e famosa scuola di Bauhaus.
La Signum ha uno stile essenziale, assolutamente aderente alla modernità anni 80 ma privo di ogni originalità. Un semplice cilindro sottile in acciaio (in alcuni modelli verniciato, nel mio caso in nero), una clip essenziale e squadrata, due anelli metallici sulla coda del fusto e in cima al cappuccio dove viene posto il simbolo del pellicano in argento su fondo nero. E' questa l'unica indicazione della paternità della penna, a parte la scritta PELIKAN incisa alla base del cappuccio. Se non si trattasse di una Pelikan si potrebbe definire la Signum una stilografica anonima, priva di alcun carattere, assolutamente non interessante.
Ma la Signum é una Pelikan, e di conseguenza va considerata con maggiore attenzione, e rispetto.
Prima di tutto la qualità complessiva mi pare piuttosto elevata.
Dopo un'attenta pulizia non ho notato nel mio esemplare, una P570 in acciaio verniciato di nero, particolari difetti conseguenti agli anni di utilizzo. Solo un leggero schiarimento del colore in due piccole zone alla base del cappuccio, dovuto evidentemente alla perdita di intensità della verniciatura in quei punti, dove si può appena intravvedere l'acciaio sottostante. Ma non si tratta ne di scrostature ne di totale perdita del colore, direi che sia più un segno di uso abbastanza intensivo che un vero difetto.
Inoltre, tenuto conto che in questo specifico modello (P570) sulla superficie di fusto e cappuccio sono incisi numerosissimi anelli sottili mi sarei aspettato altre irregolarità ben più evidenti nella verniciatura,invece di fatto assenti.
Il meccanismo di chiusura a scatto é stato sicuramente usato per lunghi periodi, e pur non avendo la durezza tipica delle stilografiche nuove assicura comunque una buona tenuta.
Tutte le parti cromate, dalla clip agli anellini che terminano cappuccio e fusto, sono ancora in condizioni sostanzialmente perfette, così come il fondo fusto nero e il top del cappuccio, sempre nero con il logo Pelikan (mi scuso per le foto di scarsa qualità, quelli che potete interpretare come imperfezioni agli anelli sono solo effetti di luce. Il fotografo é davvero scarso...).
Le proporzioni (circa 140 mm chiusa per un diametro di 9,8 mm scarsi) corrispondono ad una stilografica particolarmente sottile, come dicevo sopra nella piena ortodossia dello stile anni 80.
Ma sono soprattutto le qualità di scrittura che mi hanno impressionato.
Il sistema di caricamento é a cartuccia, il fusto ne può contenere due come nel caso delle mitiche scolastiche Pelikano. Le cartucce sono ovviamente quella standard. Non so se sia disponibile anche un converter, il mio esemplare non ne era dotato.
L'alimentatore fa egregiamente il suo lavoro, permettendo all'inchiostro di fluire verso il pennino in modo regolare, assolutamente non arido secondo la buona tradizione Pelikan ma senza arrivare ad un'abbondanza eccessiva.
Ho voluto provare la scrittura con un inchiostro che a mio parere non é di grande qualità, un Hero Black di provenienza Cinese, ormai attempato e per tale ragione diluito con una piccola quantità di acqua distillata.
Anche con questo propellente non esattamente nobile, la mia Signum si comporta egregiamente regalando una scrittura scorrevole e morbida.
Una piacevolissima sensazione di leggera, quasi impercettibile resistenza del pennino che permette un controllo senza nulla togliere alla scorrevolezza. Definirei questa sensazione come scrittura "attutita", o "vellutata". A mio parere un pennino davvero particolare.
Ecco una semplice prova di scrittura. E' da sottolineare come il pennino 14 ct. della mia P570, pur non potendosi certo definire rigido, non ha certo doti di flessibilità. Navigando per internet alla ricerca di informazioni interessanti sulla Signum ho anche trovato dei cenni ad un pennino 14 ct. flex che ha equipaggiato alcuni esemplari. Vi lascio immaginare la descrizione che il fortunato possessore di uno di questi esemplari ha dato della scrittura con questo pennino....
Arrivato alla sintesi finale, non posso che esprimere un giudizio estremamente positivo su questa stilografica anni 80, a prima vista così anonima.
Come volevasi dimostrare, una Pelikan non é MAI una penna anonima. Anche un modello che non ne rispecchia appieno la filosofia ha comunque caratteristiche tali da definirne un profilo particolare che lo distinguono chiaramente dal resto della truppa.
La Signum non fa eccezione a questa regola.
Ciao, alla prossima!
La Signum é il risultato della decisione di Pelikan sul finire degli anni 70 di entrare sul mercato delle stilografiche "moderne".
A mio parere lo stile della Signum rappresenta al meglio la necessità di un'azienda leader nel suo mercato di seguire una moda, uno stile che però non fa parte della propria filosofia, della propria "anima".
La Pelikan in quell'occasione volle disegnare e produrre una stilografica innovativa mantenendola al contempo nei confini di un'ortodossia ferrea. Ad un'analisi superficiale si potrebbe pensare ad un'evidente contraddizione, ma non é così.
Il progetto fu affidato alla scuola di design di Ulma, fondata dopo la Seconda Guerra Mondiale e orientata ad uno stile semplice che esaltasse la funzionalità e praticità degli oggetti, secondo un'impostazione stilistica coerente con la più antica e famosa scuola di Bauhaus.
La Signum ha uno stile essenziale, assolutamente aderente alla modernità anni 80 ma privo di ogni originalità. Un semplice cilindro sottile in acciaio (in alcuni modelli verniciato, nel mio caso in nero), una clip essenziale e squadrata, due anelli metallici sulla coda del fusto e in cima al cappuccio dove viene posto il simbolo del pellicano in argento su fondo nero. E' questa l'unica indicazione della paternità della penna, a parte la scritta PELIKAN incisa alla base del cappuccio. Se non si trattasse di una Pelikan si potrebbe definire la Signum una stilografica anonima, priva di alcun carattere, assolutamente non interessante.
Ma la Signum é una Pelikan, e di conseguenza va considerata con maggiore attenzione, e rispetto.
Prima di tutto la qualità complessiva mi pare piuttosto elevata.
Dopo un'attenta pulizia non ho notato nel mio esemplare, una P570 in acciaio verniciato di nero, particolari difetti conseguenti agli anni di utilizzo. Solo un leggero schiarimento del colore in due piccole zone alla base del cappuccio, dovuto evidentemente alla perdita di intensità della verniciatura in quei punti, dove si può appena intravvedere l'acciaio sottostante. Ma non si tratta ne di scrostature ne di totale perdita del colore, direi che sia più un segno di uso abbastanza intensivo che un vero difetto.
Inoltre, tenuto conto che in questo specifico modello (P570) sulla superficie di fusto e cappuccio sono incisi numerosissimi anelli sottili mi sarei aspettato altre irregolarità ben più evidenti nella verniciatura,invece di fatto assenti.
Il meccanismo di chiusura a scatto é stato sicuramente usato per lunghi periodi, e pur non avendo la durezza tipica delle stilografiche nuove assicura comunque una buona tenuta.
Tutte le parti cromate, dalla clip agli anellini che terminano cappuccio e fusto, sono ancora in condizioni sostanzialmente perfette, così come il fondo fusto nero e il top del cappuccio, sempre nero con il logo Pelikan (mi scuso per le foto di scarsa qualità, quelli che potete interpretare come imperfezioni agli anelli sono solo effetti di luce. Il fotografo é davvero scarso...).
Le proporzioni (circa 140 mm chiusa per un diametro di 9,8 mm scarsi) corrispondono ad una stilografica particolarmente sottile, come dicevo sopra nella piena ortodossia dello stile anni 80.
Ma sono soprattutto le qualità di scrittura che mi hanno impressionato.
Il sistema di caricamento é a cartuccia, il fusto ne può contenere due come nel caso delle mitiche scolastiche Pelikano. Le cartucce sono ovviamente quella standard. Non so se sia disponibile anche un converter, il mio esemplare non ne era dotato.
L'alimentatore fa egregiamente il suo lavoro, permettendo all'inchiostro di fluire verso il pennino in modo regolare, assolutamente non arido secondo la buona tradizione Pelikan ma senza arrivare ad un'abbondanza eccessiva.
Ho voluto provare la scrittura con un inchiostro che a mio parere non é di grande qualità, un Hero Black di provenienza Cinese, ormai attempato e per tale ragione diluito con una piccola quantità di acqua distillata.
Anche con questo propellente non esattamente nobile, la mia Signum si comporta egregiamente regalando una scrittura scorrevole e morbida.
Una piacevolissima sensazione di leggera, quasi impercettibile resistenza del pennino che permette un controllo senza nulla togliere alla scorrevolezza. Definirei questa sensazione come scrittura "attutita", o "vellutata". A mio parere un pennino davvero particolare.
Ecco una semplice prova di scrittura. E' da sottolineare come il pennino 14 ct. della mia P570, pur non potendosi certo definire rigido, non ha certo doti di flessibilità. Navigando per internet alla ricerca di informazioni interessanti sulla Signum ho anche trovato dei cenni ad un pennino 14 ct. flex che ha equipaggiato alcuni esemplari. Vi lascio immaginare la descrizione che il fortunato possessore di uno di questi esemplari ha dato della scrittura con questo pennino....
Arrivato alla sintesi finale, non posso che esprimere un giudizio estremamente positivo su questa stilografica anni 80, a prima vista così anonima.
Come volevasi dimostrare, una Pelikan non é MAI una penna anonima. Anche un modello che non ne rispecchia appieno la filosofia ha comunque caratteristiche tali da definirne un profilo particolare che lo distinguono chiaramente dal resto della truppa.
La Signum non fa eccezione a questa regola.
Ciao, alla prossima!
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