Bologna Pen Show - Mostra Scambio di Bologna
30 novembre 2024 - Hotel I Portici, via dell’Indipendenza 69
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Esterofilia ed acquisti online
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Ho molto esitato prima di aprire questo argomento, perché mi secca sempre moltissimo esprimere giudizi negativi sul nostro Paese. Ma poi ho ritenuto che il confronto con i membri del Forum possa essere comunque utile a capire se si tratti di una mia esclusiva esperienza o di una mia errata percezione.
Sputo subito il rospo.
Io ho una miriade di interessi collezionistici, per cui bazzico quotidianamente il noto sito d'aste da cui molti di noi attingono a piene mani i propri oggetti del desiderio.
Ebbene, premettendo con chiarezza che non mi permetto di generalizzare, e che mi riferisco a venditori più o meno improvvisati e non certo ai professionisti o agli amatori avanzati del settore, devo dire con rammarico che, quando un oggetto collezionistico - ed una penna in particolar modo - proviene da un venditore di altri Paesi (Germania e Regno Unito, per fare i due esempi che mi vengono più immediatamente) spessissimo la descrizione dell'oggetto risulta infinitamente più accurata ed aderente alla realtà.
Non lo stesso per molti venditori italiani, che per le spese postali contenute e la facilità di comunicazione sarebbero invece il target naturale degli acquirenti nostrani, ma che a mio parere tendono purtoppo a fornire descrizioni sommarie e sibilline, quando non fraudolentemente sensazionalistiche ed edulcorate.
Voglio dire che mi pare che troppo spesso una penna "eccezionalmente ben conservata" sia in realtà un oggetto in stato d'uso medio-basso e che un'altra "in condizioni molto buone per l'età" sia quasi un rottame.
Né le foto, ridotte di numero, sfocate e spesso riprese da lontano quando non con un unico scatto della penna ancora chiusa e riposta nella scatola, aiutano a farsi un'idea precisa di cosa arriverà a casa dopo l'acquisto.
Capisco benissimo che descrivere o fotografare perfettamente una penna possa essere complesso, e che in fondo nessuno ci impedisce di chiedere altre foto o dichiarazioni esplicite al venditore, ma a me pare non solo che questa gente non abbia la minima voglia di essere obiettiva, ma soprattutto che tenda a sfruttare gli equivoci comunicativi per evidenti fini.
E' per questo che ormai tendo dolorosamente ad ignorare gli annunci provenienti da venditori italiani, rivolgendomi (con fiducia finora mai tradita) agli inglesi ed ai tedeschi, che postano descrizioni chilometriche con l'indicazione dei più piccoli difetti, dichiarando che la penna è "serviced" o "fully working" come stessero redigendo una perizia giurata anziché un annuncio commerciale. Insomma con uno stile profondamente diverso dalle laconiche dizioni italiote del tipo "perfettamente conservata, ovviamente tenendo conto che ha 60 anni" o "non sono un esperto e non ho idea se funzioni o meno" (che andrebbe forse bene per un propulsore atomico di seconda mano e non per una comunissima stilo scolastica).
Sia chiaro, so benissimo che anche oltre le Alpi esistono i disonesti e gli incompetenti e che non vale certo l'assioma "annuncio estero=affarone della vita", ma a mio parere il fenomeno descritto coinvolge tanti, troppi venditori nostrani e di fatto finisce per impormi un'esterofilia che in altri campi considero assolutamente stupida e preconcetta.
ADDENDUM. Ritengo necessario ribadire ancora una volta che non intendo assolutamente riferirmi ai tantissimi professionisti o venditori amatoriali italiani che fanno di una professionalità eccezionale il principio fondante della propria attività, ed a cui come appassionato va tutta la mia simpatia e riconoscenza.
Sputo subito il rospo.
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Ebbene, premettendo con chiarezza che non mi permetto di generalizzare, e che mi riferisco a venditori più o meno improvvisati e non certo ai professionisti o agli amatori avanzati del settore, devo dire con rammarico che, quando un oggetto collezionistico - ed una penna in particolar modo - proviene da un venditore di altri Paesi (Germania e Regno Unito, per fare i due esempi che mi vengono più immediatamente) spessissimo la descrizione dell'oggetto risulta infinitamente più accurata ed aderente alla realtà.
Non lo stesso per molti venditori italiani, che per le spese postali contenute e la facilità di comunicazione sarebbero invece il target naturale degli acquirenti nostrani, ma che a mio parere tendono purtoppo a fornire descrizioni sommarie e sibilline, quando non fraudolentemente sensazionalistiche ed edulcorate.
Voglio dire che mi pare che troppo spesso una penna "eccezionalmente ben conservata" sia in realtà un oggetto in stato d'uso medio-basso e che un'altra "in condizioni molto buone per l'età" sia quasi un rottame.
Né le foto, ridotte di numero, sfocate e spesso riprese da lontano quando non con un unico scatto della penna ancora chiusa e riposta nella scatola, aiutano a farsi un'idea precisa di cosa arriverà a casa dopo l'acquisto.
Capisco benissimo che descrivere o fotografare perfettamente una penna possa essere complesso, e che in fondo nessuno ci impedisce di chiedere altre foto o dichiarazioni esplicite al venditore, ma a me pare non solo che questa gente non abbia la minima voglia di essere obiettiva, ma soprattutto che tenda a sfruttare gli equivoci comunicativi per evidenti fini.
E' per questo che ormai tendo dolorosamente ad ignorare gli annunci provenienti da venditori italiani, rivolgendomi (con fiducia finora mai tradita) agli inglesi ed ai tedeschi, che postano descrizioni chilometriche con l'indicazione dei più piccoli difetti, dichiarando che la penna è "serviced" o "fully working" come stessero redigendo una perizia giurata anziché un annuncio commerciale. Insomma con uno stile profondamente diverso dalle laconiche dizioni italiote del tipo "perfettamente conservata, ovviamente tenendo conto che ha 60 anni" o "non sono un esperto e non ho idea se funzioni o meno" (che andrebbe forse bene per un propulsore atomico di seconda mano e non per una comunissima stilo scolastica).
Sia chiaro, so benissimo che anche oltre le Alpi esistono i disonesti e gli incompetenti e che non vale certo l'assioma "annuncio estero=affarone della vita", ma a mio parere il fenomeno descritto coinvolge tanti, troppi venditori nostrani e di fatto finisce per impormi un'esterofilia che in altri campi considero assolutamente stupida e preconcetta.
ADDENDUM. Ritengo necessario ribadire ancora una volta che non intendo assolutamente riferirmi ai tantissimi professionisti o venditori amatoriali italiani che fanno di una professionalità eccezionale il principio fondante della propria attività, ed a cui come appassionato va tutta la mia simpatia e riconoscenza.
Ultima modifica di jebstuart il domenica 8 ottobre 2017, 12:31, modificato 1 volta in totale.
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Sono d'accordo e aggiungo che se il prezzo è estremamente ridotto, allora ci può anche stare un'acquisto "al buio" ma molti dei "così com'è " o "non me ne intendo" in realtà poi richiedono cifre "esperte". Forse è lì che si annida la malafede...
- jebstuart
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Corvogiallo ha scritto: ↑domenica 8 ottobre 2017, 12:06 Sono d'accordo e aggiungo che se il prezzo è estremamente ridotto, allora ci può anche stare un'acquisto "al buio" ma molti dei "così com'è " o "non me ne intendo" in realtà poi richiedono cifre "esperte". Forse è lì che si annida la malafede...
Esattamente. Per non affondare troppo il coltello, avevo volontariamente omesso questo aspetto.
Recentemente ho trovato una M151 di pochi anni, messa abbastanza male per quel po' che si capiva, e proposta a 100 euro. Il prezzo del nuovo, per capirci.
Non si capisce mai se si tratta del bimbominkia che cerca di rivendere la penna della Prima Comunione ritenendo in buona fede di proporre un oggetto di grande valore, o invece del furbetto di turno che cerca un gonzo da spennare...
Il sito d'aste ha molti strumenti per farsi un'idea (analisi del profilo di feedback, visura degli altri oggetti messi contemporaneamente in vendita per capire che si tratta di un collezionista o di un venditore abituale, anzianità di registrazione, ecc.).
Ma non si può ogni volta avviare un'indagine e scervellarsi su chi ci sia dall'altra parte della tastiera.
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Caro Jeb, noto la stessa cosa nel mondo delle chitarre, purtroppo. Ho sempre la sensazione che molti venditori occasionali nostrani passino in modalità teleimbonitore non appena si ritrovano qualcosa da vendere per le mani volendo massimizzare il guadagno anche al costo di qualche più o meno velato raggiro. E' incredibile come da noi ogni oggetto più o meno vecchio diventi subito unico, inimitabile, inimitato (!) e superiore a ogni altro oggetto simile (tanto più se nuovo!). Pare che ognuno creda di avere un tesoro per le mani. Le cose sono due: o - ingenuamente - sopravvalutano tantissimo quello che hanno o sono in cattiva fede.jebstuart ha scritto: ↑domenica 8 ottobre 2017, 11:56 Non lo stesso per molti venditori italiani, che per le spese postali contenute e la facilità di comunicazione sarebbero invece il target naturale degli acquirenti nostrani, ma che a mio parere tendono purtoppo a fornire descrizioni sommarie e sibilline, quando non fraudolentemente sensazionalistiche ed edulcorate.
Voglio dire che mi pare che troppo spesso una penna "eccezionalmente ben conservata" sia in realtà un oggetto in stato d'uso medio-basso e che un'altra "in condizioni molto buone per l'età" sia quasi un rottame.
Fuori, soprattutto in germania, ma anche in inghilterra e francia, meno negli stati uniti, vedo che i venditori son quasi sempre molto oggettivi nel descrivere quello che vendono. Non necessariamente hanno prezzi più bassi, eh, ma non si perdono nel millantare qualità che il prodotto evidentemente non ha per invogliare (ma che! Quando inizio a leggere certi discorsi giro a largo...) all'acquisto. Basti per esempio il fatto che all'estero è molto diffusa l'asettica ed efficace descrizione per lettere A, B, C etc. o valutazione Mint, Near Mint, Excellent, Very good, Good, Fair e Poor con relative tabelle esplicative: pochi giri di parole e poche possibilità di lasciar intendere - più o meno intenzionalmente - quello che non è.
Alla fine della fiera penso che il fenomeno abbia proprio a che fare con la nostra natura: nella migliore delle ipotesi con il nostro essere chiacchieroni e - spesso - vanagloriosi; nella peggiore con la proverbiale attitudine truffaldina e arraffona di una parte del nostro bel popolo, purtroppo.
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Sono totalmente d'accordo. Giusto per dire, anche in Germania, però, ci sono i ladroni. Tempo fa ho visto una Tombow Loom 848 fp in vendita a 400 euro, mentre la penna, nuova, al massimo ne costa 100-120. Il tizio, dopo un paio di mesi, l'ha ribassata a 200! E secondo me non l'ha venduta ancora.
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Concordo, sia in settore musicale sia in quello delle penne, gli italiani che hanno per le mani dei bei pezzi sembra abbiano l'oro, mentre in uk ho notato essere più importante l'acquisto consapevole, per averne poi un buon feedback.
Abbiamo preso alla lettera la legge degli affari di comprare le persone per ciò che valgono e rivenderle a ciò che credono di valere!
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aleck ha scritto: ↑domenica 8 ottobre 2017, 12:31 Alla fine della fiera penso che il fenomeno abbia proprio a che fare con la nostra natura: nella migliore delle ipotesi con il nostro essere chiacchieroni e - spesso - vanagloriosi; nella peggiore con la proverbiale attitudine truffaldina e arraffona di una parte del nostro bel popolo, purtroppo.
Caro Aleck, le perplessità nel postare l'argomento nascevano proprio dalla previsione di un inevitabile passaggio del discorso a considerazioni inerenti il nostro carattere nazionale.
Purtroppo è così, assolutamente non come regola, ma sicuramente come fenomeno statisticamente significativo.
Non ci dilungheremo su questo, perchè esula dallo spirito del Forum, ma sarebbe stupido nascondere la testa sotto la sabbia.
Per le chitarre, ne abbiamo discusso tante volte altrove. Nondimeno una bellissima Strato Custom Shop fatta da John Page, che forse ricordi, me l'ha venduta un maturo signore di Roma, ed una Tele vintage del 78 una persona di Casale Monferrato, di cui sono divenuto molto amico nel tempo.
Ma di fatto le descrizioni più rigorose e il post vendita più impeccabile li ho trovati a Londra, Bighton, Francoforte.
Per dirtene una, un venditore inglese si rifiutò per giorni di spedirmi la chitarra, perchè in Inghilterra faceva troppo freddo e lasciarla in un deposito a temperature sotto lo zero avrebbe danneggiato i legni
Inframmezzati, invece, una miriade di pedalini rotti, di chitarre restituite perchè crepate, e quant'altro, tutti provenienti dal Belpaese.
- jebstuart
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mistermike ha scritto: ↑domenica 8 ottobre 2017, 12:32 Giusto per dire, anche in Germania, però, ci sono i ladroni.
Ovviamente. Ma valutare se un prezzo è esorbitante è infinitamente più semplice di capire se una descrizione sia veritiera o meno.
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DiegoMB75 ha scritto: ↑domenica 8 ottobre 2017, 12:44 Concordo, sia in settore musicale sia in quello delle penne, gli italiani che hanno per le mani dei bei pezzi sembra abbiano l'oro, mentre in uk ho notato essere più importante l'acquisto consapevole, per averne poi un buon feedback.
Abbiamo preso alla lettera la legge degli affari di comprare le persone per ciò che valgono e rivenderle a ciò che credono di valere!
Peraltro per le penne l'esaltazione della funzione dell'oggetto è di norma più sommessa (in genere basta un "pennino scorrevolissimo"), Con le chitarre gli aggettivi sul suono si specano, finendo inevitabilmente con frasi del tipo "suona da paura" o "niente a che vedere con le Strato attuali", al punto che si può tranquillamente considerare qualsiasi annuncio che contenga la parola "paura" oppure la locuzione "niente a che vedere" come cestinabile.
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Assolutamente, non è una regola e non si può nè si deve generalizzare. Di "truffaldini" e chiacchieroni ce ne sono in tutto il mondo come qui da noi ci sono tante, ma tante, splendide persone oneste. Purtroppo, come dici, non si può ignorare "come fenomeno statisticamente significativo" ma non ci si deve neanche fossilizzare su questo. Alla fine, io ho smesso di stupirmi e di parlare dell'argomento: siamo scaltri e cerchiamo di aiutare gli altri a non beccare fregature, più di questo non si può fare. Ognuno misura il mondo con la propria coscienza.
Ciao Jeb! Buona giornata, buona scrittura e buona musica
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Proprio per le ragioni esposte in precedenza difficilmente compro ancora dal sito famigerato; preferisco acquistare poche penne da una persona della mia città, affidale, onesta, e che mi fa prezzi eccelentissimi; due o tre pezzi all'anno, pochi ma buoni e che posso vedere , toccare e valutare e anche prenderci un caffè.
Nell' ultimo anno , in asta solo tre penne , una Taranis ( di cui scusate avevo promesso la recensione e prima o poi la farò ) e altre due, Filcao causate da una botta di sole sulla spiaggia.
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"Je suis Bartali".
"L' è tutto da rifare"
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Sei un saggio, mentre io purtoppo sono ancora in preda ad una poussée ossessivo-compulsiva gravissima.
Medito di lasciare gli inchiostri e passare alla fluoxetina.
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Scusate il breve fuori tema: Medicus, come ti trovi con le Filcao? (Puoi rispondermi anche con un messaggio privato.)Medicus ha scritto: ↑domenica 8 ottobre 2017, 13:00 Proprio per le ragioni esposte in precedenza difficilmente compro ancora dal sito famigerato; preferisco acquistare poche penne da una persona della mia città, affidale, onesta, e che mi fa prezzi eccelentissimi; due o tre pezzi all'anno, pochi ma buoni e che posso vedere , toccare e valutare e anche prenderci un caffè.
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jebstuart ha scritto: ↑domenica 8 ottobre 2017, 11:56 ....Ebbene, premettendo con chiarezza che non mi permetto di generalizzare...molti venditori italiani..Voglio dire che mi pare che troppo spesso una penna "eccezionalmente ben conservata" sia in realtà un oggetto in stato d'uso medio-basso e che un'altra "in condizioni molto buone per l'età" sia quasi un rottame.
Né le foto, ridotte di numero, sfocate e spesso riprese da lontano quando non con un unico scatto della penna ancora chiusa e riposta nella scatola, aiutano a farsi un'idea precisa di cosa arriverà a casa dopo l'acquisto....laconiche dizioni italiote del tipo "perfettamente conservata, ovviamente tenendo conto che ha 60 anni" o "non sono un esperto e non ho idea se funzioni o meno" (che andrebbe forse bene per un propulsore atomico di seconda mano e non per una comunissima stilo scolastica)....Sia chiaro, so benissimo che anche oltre le Alpi esistono i disonesti e gli incompetenti...
Mi sono permesso fare una selezione dei passi più significativi del tuo intervento per dire solo che anche io ho avuto queste tristi esperienze.
Da oramai un po' di tempo quando vedo annunci così costruiti passo oltre. Cosa si deve fare siamo fatti così!
Comunque anche in Lituania, mia esperienza personale non pennistica ma recente. Le fregature si pigliano, poco da fare.
Se non sbaglio qualcuno nel forum ha una firma che dice che non è che si sbaglia,..."le altre volte impari". Il buon giorno si vede dal mattino, questo ho imparato
Ultima modifica di Emelius il domenica 8 ottobre 2017, 13:18, modificato 1 volta in totale.
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Va anche detto che lui ha trovato un buonissimo pusher ehMedicus ha scritto: ↑domenica 8 ottobre 2017, 13:00 Proprio per le ragioni esposte in precedenza difficilmente compro ancora dal sito famigerato; preferisco acquistare poche penne da una persona della mia città, affidale, onesta, e che mi fa prezzi eccelentissimi; due o tre pezzi all'anno, pochi ma buoni e che posso vedere , toccare e valutare e anche prenderci un caffè.
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PS un abbraccio Pierangelo, a breve sarò da quelle parti per gli esami: caffè obbigatorio eh
Riccardo