Son d'accordo quando si parla di penne (ma anche di prodotti più in generale) contraffatte, non ho nè pietà nè - tantomeno! - attrazione. Se invece parliamo di penne "liberamente ispirate a" se non proprio originali la mia opinione cambia. In Cina ormai si produce secondo la qualità imposta dal committente e se alcune penne sono davvero ciofece inguardabili, ce ne sono altrettante che scrivono bene e son realizzate con qualità accettabile. In tutta onestà non vedo di cattivo occhio la possibilità, specie per chi utilizza la stilografica nel quotidiano e senza alcuna velleità collezionistica, di avere una scelta più ampia che le solite 2-3 scolastiche da supermercato (che poi spesso in supermercato non si trovano e ad acquistarle online costicchiano!), peraltro spesso molto "giocattolose" a vedersi seppur affidabili nella scrittura. A livello di controllo qualità, questo è certo, le cinesi lasciano ancora a desiderare, ma trovane una uscita bene (e non è neanche difficile scegliendo Jinhao, Wing Sung o Delike, giusto per citare quelle che mi son capitate per le mani ultimamente) e saprà essere una compagna affidabile, magari dall'aspetto accattivante, da usare senza ritegno nè timori anche nelle situazioni in cui, di solito, non saremmo disposti a rischiare "le penne buone". Tra l'altro, sono spesso ottimi e solidi muletti su cui sperimentare interventi di varia natura o, più semplicemente, inchiostri nuovi di cui non è comprovata l'affidabilità.
In tutta onestà, storco più il naso pensando ai tanti piccoli marchi "occidentali" che vendono penne di "dubbia provenienza" senza lode (e magari anche con qualche infamia) a prezzi molto più elevati dei 4-5 euro che in genere si pagano per una cinese, forti di una distribuzione "locale" più solida e ramificata. Sai, non solo il prezzo è non doppio, ma spesso quintuplo, se non decuplo (!) delle penne cinesi, ma spesso queste penne di piccoli marchi senza tradizione son vendute millantandone qualità superiori che - ovviamente - non trovano (e come potrebbero!) riscontro nella realtà, non essendo nè più nè meno che delle - più o meno - buone penne cinesi (o giù di lì) vestite a festa e vendute da abili venditori.
Altra osservazione: mi è capitato di avere per le mani, ultimamente, alcune penne "entry level" di marchi molto famosi e di grande tradizione che - ti dirò - non mi hanno impressionato per qualità a fronte di un prezzo comunque sensibilmente maggiore rispetto a quello di una cinese. Non cito marchi e modelli per non scatenare un polverone, ma capita, nella fascia che va dai 15 ai 25 euro circa, di trovare penne con piccoli difetti, perdite, rebbi non allineati, grossi deficit nell'alimentazione... Mi infastidisce più questo che una penna da 3 euro che, pur con tutti i veti "etici" che le si possono opporre - e qui ci sarebbe da chiedersi chi, nella fascia bassa, potrebbe dirsi salvo -, scrive bene e si lascia usare con piacere.
Tutto sommato, non sarei - non ci riesco! - così severo con le cinesi. Spesso, per quel che costano e - sopratutto - confrontate alla concorrenza, offrono una qualità onestamente molto più che accettabile.
Riassumo così: ben vengano delle - buone - penne cinesi purchè costino poco (meglio se molto poco) e non finiscano nella contraffazione. Offrono a molti l'opportunità di avere - magari in una certa varietà - dei discreti strumenti di scrittura, magari dall'aspetto non troppo infantile e che si lascino usare con piacere. Chi vive la stilografica come una passione "seria", chi è disposto a spenderci molto come è giusto che sia per una passione "seria", chi valuta non solo a qualità, ma anche il valore intrinseco degli strumenti che acquista, la loro poesia... Beh, semplicemente non guarderà neanche a quel mercato che non è inteso per dar soddisfazione a questo tipo di richiesta
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