Marca e modello
Rimando il lettore al nostro formidabile Wiki per un'esauriente trattazione del marchio
STILUS, la cui fondazione (avvenuta forse addirittura nel 1917, il che lo pone tra i primissimi in Italia) è sicuramente antecedente a quella di Aurora:
https://www.fountainpen.it/Stilus/it
Nella sezione “Foto marca” [
https://www.fountainpen.it/Categoria:Stilus_Photos ] troverete un contributo straordinario di Roberto Vetrugno
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relativo ai primi anni di attività della prestigiosa (eppure poco conosciuta) Casa torinese: le ultime quattro fotografie mostrano una favolosa raccolta di modelli Stilus dagli esordi alla fine degli anni Venti. Tra questi riconosciamo anche le sorelle maggiori della penna oggi in presentazione (due 415 rivestite e una 419 in ebanite nera, dall’osservazione della quale ipotizzo che il cappuccio della mia potrebbe essere stato scorciato, almeno un poco).
Per parte mia, posso contribuire alla sontuosa visione d’insieme citata solo con alcuni dettagli.
Iniziamo con la foto del nottolino posto sotto il fondello:
si distingue chiaramente la caratteristica vite metallica, intelligentemente realizzata dalla Pecco in materiale non ferroso (come si vede dall’assenza di ruggine e come confermato dalla mia calamita
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), che rende più agevole lo smontaggio del pezzo per la sostituzione della guarnizione in sughero.
Segue un primo piano dell’iscrizione presente sul fusto.
Concludo segnalandovi un mio contributo su una “tenzone pubblicitaria” avvenuta all’epoca (la fine del 1922) sulle pagine di una rivista pubblicata a Torino, tra le due “giovani” Case nate sotto la Mole (Stilus vs Aurora):
https://forum.fountainpen.it/viewtopic.php?t=13980
Notazioni di stile
Pur attenendosi indubitabilmente al modello rappresentato dalle rientranti
Waterman (che produceva la classica delle classiche, la
#42, dal 1908, con quasi un quindicennio di successi alle spalle quando la Stilus si affacciò sul mercato con la propria
safety brevettata), si notano alcune significative differenze stilistiche che rendono la rientrante Stilus degna di nota in quanto per certi versi originale.
Come si può apprezzare dall’immagine, il fusto della torinese è decisamente più snello, il che la farebbe assomigliare alla versione slim dell’americana, la
42 ½, ma anche rispetto a quest’ultima risulta notevolmente più lungo; così anche il cappuccio, ancorchè probabilmente scorciato, appare di lunghezza maggiore.
Italian Wet Noodle!
Ma veniamo alla ragione principale (se non unica) del mio acquisto, il pennino, che saggiato sull’unghia già prometteva meraviglie….
Marchiato
Stilus [racchiuso in un cartiglio rettangolare]
il pennino è in
ORO 14 [carati]
nella misura media(/piccola)
3
e mostra un ampio foro a goccia;
la larghezza massima (alle spalle) è di mm.5, esattamente coincidente con la distanza tra l’iridio e la punta dell’alimentatore, quest’ultima in proporzione ben superiore alla media.
Osservandolo in un confronto ravvicinato con il pari classe
Waterman #2
ne cogliamo la differente impostazione progettuale: malignamente si potrebbe osservare che il Dottor Pecco abbia mirabilmente “fatto di necessità virtù”, predisponendo un eccellente disegno funzionale atto nel contempo a contenere i costi della materia prima…
La rilevante quantità di iridio depositata sulle punte (in ogni caso qui non si è badato a spese),
è di conformazione tale da permettere agevolmente l’uso del pennino dal lato secco, anche in velocità (ultima riga della prova di scrittura, ed esempio n.2 del mio
nickname più sotto).
Continua…