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Le serie limitate
Inviato: venerdì 18 agosto 2017, 11:24
da domenicop
Salve,
Volevo condividere e chiedere un parere sulle serie limitate. Premesso che oltre che usarle mi piace collezionarle le penne stilografiche (probabilmente come a molti di voi) mi chiedevo come approcciare e se approcciare le serie limitate. Le penne cioè, nuove o vintage, che escono limitate nella quantità e nel tempo e che hanno prezzi veramente molto alti pur essendo, in fondo, simili a quelle in produzione. Certo, alcune sono molto più belle ma il prezzo vale veramente la spesa? Soprattutto se poi la si usa e non la si lascia nello scatolo originale.
Mi vengono in mente penne anche vintage che ormai sulla baia (ma anche altrove) hanno prezzi elevatissimi, alcune di esse mi attirano molto esteticamente e come oggetti in se ma razionalmente si paga un effetto rarità creato appositamente: la penna in se non avrebbe nulla di più che la sua equivalente di serie.
A parte il discorso soldi (ognuno è libero di spendere i propri quattrini come crede), ritenete che valga la pena a prescindere acquistare serie limitate oppure farsi guidare dall'aspetto razionale e acquistare le serie comuni?
Le serie limitate
Inviato: venerdì 18 agosto 2017, 11:58
da Mightyspank
Se ti piace veramente e puoi permetterla prendila al di là che sia limitata o meno.
Il collezionismo di penne non è una attività remunerativa e se un domani decidessi di rivenderle sappi che, a parte rarissime eccezioni, vedresti crollare il prezzo dell' acquisto in modo vertiginoso.
Le serie limitate
Inviato: venerdì 18 agosto 2017, 13:44
da grafomane
Il meccanismo che ci porta ad acquistare oggetti molto costosi che in realtà svolgono la stessa (o quasi) funzione di altri molto più economici ed hanno (a volte, non sempre, attenzione...) anche qualità intrinseche equivalenti o quasi (scelta dei materiali, cura della lavorazione) per come la vedo io è sempre lo stesso. Alcuni produttori circoscrivono il campo dove sta la massima qualità e ci creano una specie di barriera intorno. Dopo di che il costo del biglietto per entrare in quella zona possono stabilirlo abbastanza in libertà perché quelle merci sono diventate esclusive. Esistono molte ottime penne, ma il top delle Monblanc ce l'ha solo Monblanc, e il top delle Pelikan ce l'ha solo Pelikan eccetera. Se le vuoi le paghi quanto richiesto, altrimenti pazienza, nessuno ha davvero bisogno di una Montblanc Mark Twain per vivere. Per vivere felice però forse sì, e qui ce ne sarebbero di cose da dire...
Come che sia, per quel che ho capito io quel 5% o 10% di qualità intrinseca in più ti costerà il 50%, il 100% o anche il 300% ed oltre in più.
Un pianoforte da 100.000 euro suona meglio di uno da 30.000, ma non tre volte meglio. Un'auto da 300.000 euro va meglio di una da 30.000, ma non dieci volte meglio. Eccetera. In più si aggiunge la rarità, a volte fortuita: una chitarra costruita prima del 1850 è davvero molto rara, non così un violino. Inoltre un artigiano nel corso della sua vita costruirà un numero limitato oggetti. Con la produzione industriale o semiindustriale le cose non stanno più così, una volta avviata una linea di produzione le quantità di solito dipendono dalla domanda. Ma a volte no: la rarità viene a volte indotta creando le serie limitate. E' evidente la convenienza: perché mai si dovrebbero produrre 10.000 esemplari della stessa penna vendendoli, magari con fatica, a 50 euro l'uno, quando si può limitare la produzione a 1000 esemplari che si venderanno agevolmente a 800 euro l'uno? Con oltretutto meno costi di materiale, magazzino, assistenza...Non voglio dare giudizi su questi meccanismi, sottolineo solo che funzionano, checché se ne possa pensare.
Allora la domandona è: ci voglio entrare o no in questa giostra? La mia risposta è che se uno se lo può permettere, perché no? Può diventare un problema se ci si deve privare di altre cose, magari più necessarie, per correre dietro a queste. Io non rinuncerei mai una settimana di vacanza per comprarmi una penna. Ma se uno ha dei soldi che non gli pesa spendere una penna in edizione limitata può perfino essere una forma di investimento. Probabilmente, anche se usata, una penna di serie limitata di un produttore affermato la si rivenderà, in caso di necessità, a una cifra superiore a quanto la si è pagata, se ben tenuta, naturalmente. Domenicop, tu scrivi "farsi guidare dall'aspetto razionale e acquistare le serie comuni?". In realtà la razionalità mi dice che è meglio comprare una penna per 500 euro e poi rivenderla a 1000 piuttosto che comprarla a 100 e poi rivenderla più o meno allo stesso prezzo. Nel campo degli strumenti musicali, che conosco meglio, va esattamente così: se mi compro una chitarra per 1500 euro so che, se la rivenderò, difficilmente realizzerò più di 800/1000. Se invece mi compro una chitarra di liuteria per 6000 so che potrò sempre recuperare almeno l'80% di quanto ho speso, se va male, ma se ho imbroccato il liutaio giusto forse la rivenderò a prezzo uguale o maggiore. E nel frattempo avrò suonato per anni con uno strumento di classe superiore.
Insomma, come sempre, essere ricchi è pure conveniente...
Quanto all'altra domanda che ci si fa: ma queste penne hanno davvero qualcosa in più? La mia risposta è sì. Ho iniziato da poco ad interessarmi alle stilografiche e una delle prime cose che ho fatto è stata questa: ho fatto una ricerca di immagini con google coi termini "penna stilografica", e mi sono guardato il risultato. In mezzo alle centinaia di foto di penne che ho visto, senza conoscerle e senza saperne praticamente nulla quelle che mi colpivano, sulle quali mi soffermavo, scoprivo essere penne con prezzo da tre cifre in su... qualcosa vorrà dire questo, no?
Le serie limitate
Inviato: venerdì 18 agosto 2017, 14:01
da MaPe
Mightyspank ha scritto: ↑venerdì 18 agosto 2017, 11:58
Se ti piace veramente e puoi permetterla prendila al di là che sia limitata o meno.
Il collezionismo di penne non è una attività remunerativa e se un domani decidessi di rivenderle sappi che, a parte rarissime eccezioni, vedresti crollare il prezzo dell' acquisto in modo vertiginoso.
Concordo su tutto.
Le serie limitate
Inviato: venerdì 18 agosto 2017, 14:32
da domenicop
In effetti anche io posso concordare in linea di massima con quanto scritto fino ad ora.
E l'esempio degli strumenti musicali fatto da grafomane mi trova perfettamente concorde. Se penso ad un altro campo dove mi dedico da più anni (la fotografia) funziona esattamente nello stesso modo: avrei più valore in un obiettivo "costoso" o di alta fascia che non in un uno di bassa fascia.
Tuttavia nelle penne stilografiche qualche cosa mi suona strano perché se è vero che suonare con uno strumento musicale molto costoso vuol dire anche costruito meglio (almeno si presuppone), scrivere con una Pelikan M800 o con una M800 Raden è esattamente la stessa cosa visto che il gruppo scrittura è lo stesso: la differenza la stanno facendo solo i materiali estetici, quindi il discorso quì sfocerebbe direttamente nel mondo artistico con tutti gli annessi e connessi legati a rarità, unicità etc. quanto rimanga del discorso legato alla scrittura non saprei.
Le serie limitate
Inviato: venerdì 18 agosto 2017, 14:38
da domenicop
Ovviamente resta il fatto che mi piace molto di più una M800 Raden di quanto non mi piaccia una M800 classic
Le serie limitate
Inviato: venerdì 18 agosto 2017, 15:22
da Ottorino
Estetica a parte, (e le raden mi piacciono molto anche se non ne ho nemmeno una !) mettici anche l'impazzimento per farle. Ci son dei video in rete.
Un criterio che spesso uso in questi casi (dalle penne ai lavori all'uncinetto !) è: ma se lo facessi da me, quanto vorrei essere pagato ?
Allora tutto mi quadra.
Le serie limitate
Inviato: venerdì 18 agosto 2017, 16:42
da grafomane
domenicop ha scritto: ↑venerdì 18 agosto 2017, 14:32
...
E l'esempio degli strumenti musicali fatto da grafomane mi trova perfettamente concorde. Se penso ad un altro campo dove mi dedico da più anni (la fotografia) funziona esattamente nello stesso modo: avrei più valore in un obiettivo "costoso" o di alta fascia che non in un uno di bassa fascia.
Tuttavia nelle penne stilografiche qualche cosa mi suona strano perché se è vero che suonare con uno strumento musicale molto costoso vuol dire anche costruito meglio (almeno si presuppone), scrivere con una Pelikan M800 o con una M800 Raden è esattamente la stessa cosa ...
Beh, qui entrano in gioco anche considerazioni relative a collezionismo e antiquariato, che in altri campi contano molto meno. Uno strumento musicale si compra per suonare, e se non posso provarlo non lo compro neppure, visto che non ce ne sono due uguali (anche se ne esamino due dello stesso costruttore e modello e con numeri di serie consecutivi scoprirò che suoneranno in maniera differente). In altri campi invece c'è addirittura chi compra oggetti (stilografiche ma non solo) e non apre neppure la confezione, perché l'oggetto chiuso nella sua confezione originale varrà più di uno usato o anche di uno nuovo ma senza imballo originale. Anche qui, che dire? E' un modo come un altro per tentare un investimento (o una speculazione, se la vogliamo chiamare così). Io non ci riuscirei, sono troppo curioso, se avessi una Montblanc nuova vorrei provare a usarla. Poi magari sarebbe una delusione ma non resisterei. Diciamo che se fossi così pieno di soldi non avere assolutamente nessun problema a spendere potrei arrivare al punto di prendere due esemplari della stessa penna, uno da usare e uno da collezionare. Anzi tre: anche uno da regalare.
Le serie limitate
Inviato: venerdì 18 agosto 2017, 17:08
da domenicop
grafomane ha scritto: ↑venerdì 18 agosto 2017, 16:42
domenicop ha scritto: ↑venerdì 18 agosto 2017, 14:32
...
Diciamo che se fossi così pieno di soldi non avere assolutamente nessun problema a spendere potrei arrivare al punto di prendere due esemplari della stessa penna, uno da usare e uno da collezionare. Anzi tre: anche uno da regalare.
Beh, mi comporterei esattamente come te... se potessi.
Le serie limitate
Inviato: sabato 19 agosto 2017, 20:40
da DiegoMB75
Mi sono posto anche io la stessa domanda e provo a dirti il mio ragionamento, che, di penne ne capisco poco niente, ma di vile denaro forse un po' di più.
Capita qualche tempo fa che mi sia venuto il pensiero di 'parcheggiare' un po' di fondi da qualche parte, per una ragione prettamente di sicurezza, perché, forse stupidamente, 10mila euro in cassaforte fanno più scena di 3 penne sulla scrivania in caso di visite non desiderate. Mi metto quindi ad analizzare il mercato delle stilografiche, sia quello online che quello fisico. I venditori non mancano, ma mancano gli acquirenti....se poi hai intenzione di usarle addio! L'idea era quella di prendere delle edizioni limitate in massimo 3000 pezzi, e tenerle lì ad acquistare valore. Ma, se da una parte tra traslochi, furti, rotture, perdite, tra 20 anni di questi 3000 pezzi ne saranno rimasti la metà (con il valore in salita), quanti saranno quelli disposti a spendere 5000 euro per acquistare una penna? Quando il collezionismo cede il passo al consumismo e la classe dirigente in divenire è sempre più improvvisata, quanto ci metti a realizzare il profitto dall'investimento?
A mio personalissimo avviso, il momento di comprare penne da collezione deve ancora arrivare. Con meno di 1/4 del prezzo di una ltd puoi avere delle penne di uguale qualità.
A riprova di tutto ciò mi sono recato nel negozio di stilografiche storico e centrale della mia città, e la penna più costosa che avevano era da 800 euro, fissa da anni in vetrina, a riprova che la montblanc è ormai poco più del regalo di laurea della zia che non sa cosa prendere, perché ormai a medici e dirigenti regalano l'iPhone.
Le serie limitate
Inviato: sabato 19 agosto 2017, 20:49
da maxpop 55
Chi ama le stilo lo fa per passione ed il collezionista di questi strumenti di scrittura lo fa per il solo piacere di appagare se stesso, sapendo che il valore scenderà , ma lui imperterrito continua a comprare.
Probabilmente alla sua morte verrà tutto buttato o dato ad un robivecchi
Le serie limitate
Inviato: sabato 19 agosto 2017, 20:50
da DiegoMB75
maxpop 55 ha scritto: ↑sabato 19 agosto 2017, 20:49
Chi ama le stilo lo fa per passione ed il collezionista di questi strumenti di scrittura lo fa per il solo piacere di appagare se stesso, sapendo che il valore scenderà , ma lui imperterrito continua a comprare.
Probabilmente alla sua morte verrà tutto buttato o dato ad un robivecchi
Ed è lì che arriveremo noi a comprare!!!!!
Le serie limitate
Inviato: sabato 19 agosto 2017, 21:28
da maxpop 55
Le serie limitate
Inviato: domenica 20 agosto 2017, 10:34
da grafomane
Vorrei dire un'altra cosa a proposito dell'investire in collezioni, antiquariato e cose così. Secondo me va bene farlo se si ha una ragionevole certezza di non aver bisogno di realizzare quel che si è speso in momenti di crisi. Mi spiego meglio: se metto i miei soldi in una collezione (di qualsiasi cosa, non solo di penne) e sono un buon collezionista, cioè faccio acquisti oculati, compro oggetti di qualità che si rivaluteranno nel tempo, sono ragionevolmente certo di preservare il mio investimento e anche di guadagnarci un po', probabilmente. Qualche acquisto sbagliato magari lo farò, ma, se compro con attenzione, la mia collezione salirà di valore, nel suo insieme, e potrei anche guadagnarci. Ma, attenzione attenzione: a patto di poter scegliere io il momento in cui vendere.
Questo è uno dei motivi per cui si diversificano gli investimenti: se ho improvvisamente bisogno di denaro e il mercato antiquario è giù, ma io ho comprato anche delle azioni che si stanno rivalutando sto a posto: mi tengo la mia collezione in attesa di tempi migliori e vendo le azioni. Ma se ho messo tutti i miei soldi nell'antiquariato allora mi tocca svendere.
Ma cosa succede se non sono solo io ad aver bisogno di far cassa ma è un paese intero? Tutti vendono di tutto, i prezzi crollano e anche se ho diversificato non mi servirà a molto, forse a limitare i danni, ma non è detto. Se invece non ho bisogno di vendere allora in quella situazione compro, e faccio ottimi affari.
Come ho già detto essere ricchi non solo ti fa fare una vita migliore, ma è anche più redditizio che essere poveri. La prossima volta che nasco mi organizzo meglio.
Tornando alle penne stilografiche: che fare? Secondo me è saggio non pisciare fuori dal vaso, mi si perdoni l'espressione. Cioè valutare la propria posizione economica, spendere cifre che siano abbastanza irrilevanti in rapporto a quel che si guadagna, ed evitare di considerare la propria collezione come un investimento sul qual si possa contare in caso di gravi necessità. Va considerata una passione che potrebbe, forse, anche portare qualche soldino ma in caso contrario va bene lo stesso...