Il trio in grigio: Summit S.160, P. 160 e Z.160
Inviato: domenica 13 agosto 2017, 18:32
Il 14 marzo le truppe americane conquistano Seul, nell’ambito della guerra di Corea.
Il 3 giugno viene beatificato Papa Pio X. Il 14 luglio, nel Gran Premio di Gran Bretagna, la Ferrari vince la sua prima gara di Formula 1.
Il 25 ottobre, con la vittoria nelle elezioni generali del partito conservatore, Winston Churchill torna ad essere Primo Ministro. Il 31 ottobre le “zebre” per l’attraversamento pedonale vengono introdotte nel Regno Unito.
Il 10 dicembre Sir John Cockcroft vince il Premio Nobel per la fisica insieme ad Ernest Walton per le ricerche sull’accelerazione delle particelle atomiche.
Ecco alcuni degli eventi salienti dell’anno nel quale, entrando in un negozio inglese, vi fu chi scelse, fra le tante offerte di quel periodo in tema di stilografiche, un set di penne Summit in celluloide. E non si limitò ad acquistare una stilografica S.160, ma vi affiancò una matita P.160 ed una penna a sfera Z.160. Tutte rigorosamente coordinate, in un colore che a quel tempo era abbastanza in voga, anche per l’abbigliamento maschile: il grigio chiaro. Tenendo conto del fatto che il modello S.160 fu annunciato da Summit nel 1948, che la penna a sfera Z.160 (oggetto del brevetto n. 573717) non fu introdotta prima del 1951 e che nel 1952 i prezzi di entrambe furono ribassati (mentre le penne che vedete portano ancora gli adesivi originali dei prezzi “pieni”), penso si possa concludere ragionevolmente che l’acquisto del trio avvenne proprio nel 1951. La stilografica ubbidiva ai nuovi canoni estetici scelti da Summit per il secondo dopoguerra, che portarono a penne dall’immagine più filante ed in certo senso più elegante, anche se meno austera di quella delle stilografiche degli anni Trenta. La qualità rimase però la stessa, sempre ottima, così come la decorazione cesellata, offerta sugli strumenti di scrittura in tinta unita. Simpatico anche il moderato contrasto con il grigio delle estremità ed indovinato, almeno ai miei occhi, l’abbinamento con le finiture dorate.
Elegante e particolare la clip a molla, un’esclusiva Summit corrispondente al brevetto n. 636823: ed è piacevole constatare come il meccanismo, dopo tanti anni, sia ancora ben funzionante, assicurando una bella presa senza esercitare una pressione eccessiva, che ne renderebbe difficoltoso o scomodo l’utilizzo, oltre a rischiare di rovinare i vestiti.
Ecco le dimensioni principali:
Stilografica
Lunghezza chiusa: 133 mm
Lunghezza aperta: 119 mm
Lunghezza aperta con cappuccio calzato: 159 mm
Lunghezza del cappuccio: 60,3 mm
Diametro del fusto: 11,9 mm
Diametro del cappuccio: 12,7 mm
Diametro medio della sezione: 8,7 mm
Peso: 17 gr (scarica)
Peso del cappuccio: 7 gr
Matita
Lunghezza: 127,7 mm
Diametro: 9,7 mm
Peso: 20 gr
Penna a sfera
Lunghezza chiusa: 140 mm
Lunghezza aperta: 122 mm
Lunghezza aperta con cappuccio calzato: 159 mm
Lunghezza del cappuccio: 65 mm
Diametro del fusto: 9,6 mm
Diametro del cappuccio: 10,8 mm
Diametro medio della sezione: 7 mm
Peso: 13 gr (scarica)
Peso del cappuccio: 5 gr
Il cappuccio della stilografica, dotato degli usuali due fori d’aereazione in posizione simmetrica, si serra in due giri ed un quarto, mentre quello della penna a sfera si chiude in un giro e mezzo.
Incredibilmente, dopo tanti anni, la penna a sfera, dotata del suo “refill” originale, scrive ancora.
La matita esibisce ancora la sua mina originale. Per la stilografica, invece, mi perdonerete questa volta, ma date le sue condizioni (l’adesivo si è staccato ma era ancora in situ quando l’ho ricevuta) ho preferito non inchiostrarla. La prova a secco, tuttavia, ha dimostrato una notevole comodità nell’impugnarla ed un ottimo bilanciamento, anche con il cappuccio calzato. Non ne sono rimasto sorpreso, dato che queste caratteristiche hanno accomunato, fino ad ora, tutte le Summit che ho avuto la possibilità di testare. La penna veniva offerta, anche non cesellata, nei cinque colori standard di Summit in quel periodo: nero, blu scuro, grigio chiaro, verde bottiglia ed amaranto.
Sotto la filettatura del corpo è impressa la scritta, su due livelli: “Summit S.160 – Made in England”. E’ analoga a quella presente sulla penna a sfera, nella medesima posizione, con l’ovvia differenza nel nome del modello.
Il pennino è l’usuale ed ottimo Summit a 14 carati, nelle dimensioni medie del catalogo del marchio britannico, e l'alimentatore è il consueto ed efficiente alettato in ebanite. Date le condizioni del trio, che gli inglesi definirebbero “mint” (praticamente nuove), è possibile che si sia trattato di un regalo presto riposto in un cassetto... per la fortuna dei posteri!
Chissà, forse un giorno mi deciderò ad utilizzare questo bel terzetto in ufficio, magari per accompagnare una bella grisaglia in fresco di lana.
Ma per ora preferisco limitarmi a goderne la vista.