Cercate di essere comprensivi, e sperate in uno stabile bel tempo sulle Alpi....
Questa volta riporto qualche informazione su una stilografica di gran successo degli anni 50, caratterizzata da uno dei meccanismi di caricamento più complessi mai prodotti: La Sheaffer Snorkel.
Non ho dovuto raccogliere troppe notizie in giro per il web, essendomi imbattuto in un articolo estremamente dettagliato ed interessante che trovate nel bel sito PenHero.com: Sheaffer Snorkel 1952 - 1959.
La Sheaffer lanciò nel 1950 il nuovo sistema di caricamento Snorkel, il cui obiettivo era quello di evitare di intingere pennino e sezione nella boccetta d'inchiostro. A tale scopo, svitando la parte terminale del fusto un cilindretto cavo di metallo fuoriusciva da sotto il pennino, attraverso una cavità nell'alimentatore. A questo punto si poteva intingere solo questa specie di grosso ago di siringa nella boccetta, e quindi utilizzare il meccanismo Touchdown (anch'esso introdotto anni prima dalla Sheaffer) per aspirare l'inchiostro.
In pratica, si trattava di una ulteriore complicazione del già non semplicissimo sistema Touchdown. Il quale, tra l'altro, non assicurava una grande capacità di ricarica, specie su stilografiche di dimensioni piuttosto ridotte.
Ecco alcune immagini, di pessima qualità (scusate...): Personalmente non reputo molto razionale complicare così tanto il meccanismo di caricamento al solo scopo di evitare di intingere il pennino nell'inchiostro, tuttavia a giudicare dal buon successo commerciale di questa famiglia di stilografiche il grande pubblico negli anni 50 non la pensava come me, forse anche influenzato da una serie di campagne pubblicitarie in cui La Sheaffer investì notevoli risorse.
A partire dal 1950 la Sheaffer scelse un formato abbastanza sottile per le stilografiche Snorkel, la Thin Model (TM) line.
Ma pur mantenendo le stesse forme, dimensioni e proporzioni adottò questo sistema di caricamento su molti modelli, sia dotati di "White dot" che senza.
Special, Admiral, Saratoga, Sovereign, Statesman, Clipper, Valiant, Sentinel, Crest, Signature, Autograph, Triumph e Masterpiece sono i nomi di tutti i modelli "Thin Model line" commercializzati nel corso degli anni 50. Non molto diversi tra loro, e per la maggior parte senza caratteristiche di gran lusso, anche se ci furono alcune interessanti eccezioni.
Sulla pagina di PenHero.com sopra menzionata si fa cenno anche a un modello demonstrator, non destinato alla vendita, totalmente in plastica trasparente per evidenziare il complesso meccanismo di caricamento.
Il meccanismo Snorkel fu in seguito adottato anche sulla prestigiosa PFM (Pen For Men), ma in questa pseudo recensione rimango su primi modelli sottili.
La stilografica in mio possesso, sempre spacciata dal solito losco figuro Fabrizio (
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prodotta tra il 1952 e il 1959.
Ecco alcune immagini, sempre di pessima qualità (ri-scusate...): Si tratta di una variante "White dot", non certo una stilografica di lusso ma comunque di buon livello, equipaggiata con pennino 14 ct. e con cappuccio in acciaio con anello e clip placcati oro.
La buona qualità della penna si desume anche da qualche dettaglio, come ad esempio il sistema di avvitamento del cappuccio al fusto, in cui entrambe le spirali che guidano l'avvitamento sono in metallo (é stato appositamente inserito il pezzo metallico sulla sezione).
Il colore della plastica é un abbastanza vivace azzurro pastello (così sostiene mia moglie, io sono un poco daltonico...), uno dei più comuni su questo modello.
Il materiale plastico ha conservato una buona lucentezza, il fusto é privo di graffi o segni di rilievo tanto da farmi decidere di rinunciare alla solita lucidatura di rito. Anche il cappuccio in acciaio inossidabile lucido é in buono stato, come la placcatura dell'anello alla sua base. Anche qui, quindi, nessuna lucidatura: pasta Iosso risparmiata e naturale pigrizia assecondata....
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I colori vivaci delle plastiche, in aggiunta al classico nero, sono un'altra caratteristica della gran parte delle varianti della TM line: azzurro, verde, anche dei toni vivaci di rosso e molto altro. Credo che anche questa varietà di colori abbia contribuito al grande successo di queste stilografiche.
Peso e dimensioni riflettono la strategia della Sheaffer di quel periodo: penne sottili adatte anche alle mani affusolate delle gentili signore. Forse l'incredibile Hulk avrebbe apprezzato una penna un poco più massiccia, ma per il resto degli scrittori credo che le sue dimensioni fossero accettabili. Approssimativamente:
lunghezza chiusa: 142 mm;
lunghezza senza cappuccio: 126 mm;
diametro alla base del cappuccio: 10,5 mm
Il peso é adeguato alle dimensioni, direi non eccessivamente ridotto: 18 g scarsi (serbatoio vuoto) di cui circa 6 g di cappuccio.
Non avendo mani particolarmente grandi trovo l'impugnatura abbastanza comoda ed il peso adeguato.
Non chiedetemi se l'equilibrio rimanga buono inserendo il cappuccio sulla parte superiore del fusto, poichè come sempre mi rifiuto di adottare questa configurazione.
La Sentinel come la maggioranza dei modelli della TM line utilizza un pennino Sheaffer tipo Triumph, in questo caso un 14 ct. a due colori.
Esteticamente apprezzo moltissimo la forma di questo pennino, uno dei simboli della Sheaffer (e anche della Pen.Co, l'azienda italiana che, diciamo, si ispirò alle Sheaffer per la sua produzione...
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Ma per quanto riguarda l'esperienza di scrittura, devo dire che spesso il Triumph, anche nella sua versione oro 14 ct.,presenta una rigidità davvero marcata. Nel caso di questo esemplare, poi, siamo ai livelli di pennino - chiodo. Credo che ciò sia anche dovuto alla misura del suo tratto che, anche se non indicata da nessuna parte, é sicuramente un F sottile. Direi un EF, che da questo punto di vista non ha nulla da invidiare agli spessori filiformi dei famosi pennini Giapponesi.
Non ho da mostrarvi prove di scrittura non disponendo qui in montagna di inchiostri validi, comunque ho fatto in passato qualche breve esperienza con un paio di tipi di inchiostro e l'impressione é stata sempre la stessa: un chiodo ultra rigido.
Ammesso che sia possibile eseguire una messa a punto di questo tipo di pennino, il nostro mitico Nib Master Ugo forse potrà fare l'ennesimo miracolo ad uno dei prossimi Pen Show, chi lo sa...
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Diciamo quindi che l'esperienza di scrittura non é il punto di forza di questa mia Sheaffer Snorkel, che comunque apprezzo sia per gli aspetti costruttivi originali che la caratterizzano, sia per la sua importanza e rappresentatività negli anni 50, il periodo in cui é stata prodotta ed utilizzata.
Ciao
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