Penna per un uso quotidiano.

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domenico40
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La penna ideale per l'uso quotidiano

Messaggio da domenico40 »

La mia penna ideale per l'uso quotidiano deve avere:

- un costo che non mi faccia disperare nel caso dovessi perderla

- deve poter essere riparata con facilita' in caso di guasto, rottura accidentale, danneggiamento di una sua parte (devono essere disponibili i pezzi di ricambio ad un prezzo accettabile)

- deve essere una penna di buon prestigio... in altre parole si deve poter mostrare con orgoglio.

Credo che i primi due punti siano facilmente soddisfatti da svariati modelli presenti sul mercato.

Ad esempio io porto sempre con me una Pelikan M200 (prezzo di listino 65,00 euro; tutti i ricambi disponibili; innumerevoli modelli di pennini montabili; scrittura morbida ed impeccabile).

Mi chiedo quanto il terzo punto sia conciliabile con i primi due...

Quali sono le vostre considerazioni / scelte circa la penna da usare quotidianamente?
Domenico

Quello che fai parla così ad alta voce che quello che dici non lo ascolterà nessuno.
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piccardi
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Re: La penna ideale per l'uso quotidiano

Messaggio da piccardi »

Mi pongo nell'ottica di fornirti una risposta che consideri l'uso di una penna d'epoca, perché secondo me è l'unico modo con cui secondo me puoi raggiungere il terzo degli obiettivi senza spendere troppo (vale a dire restando compatibile col primo).

Di una penna d'epoca infatti potrai sempre vantarti della sua storia, e della tradizione che si porta dietro, e del significato che ha avuto. Una penna moderna o è una imitazione di un vecchio modello, e potrai sempre dire che tu invece hai un originale dell'epoca, o è un modello nuovo, che per quanto bello, costoso o interessante che sia non potrà competere sul piano della tradizione e della storia.

Il punto problematico è casomai il secondo.

La questione dei guasti si risolve prendendo semplicemente penne che non si guastano, i modelli antichi hanno una storia anche da questo punto di vista. Una Parker 51 aerometric non si guasta a meno che non la carichi con dell'acido solforico o con inchiostro bollente (ma sul primo non sarei tanto sicuro).

Ma di penne robuste, anche con sistemi di caricamento più complicati (leggi stantuffo) ce ne sono un bel po', fra cui le stesse Pelikan, che se sono a posto continuano a funzionare come orologi (beh, forse anche qui ce ne sono che non funzionano tanto bene...).

Oppure puoi prendere penne di riparazione semplicissima come una qualunque penna con caricamento a levetta (Swan, Waterman, Sheaffer ecc.).

Altro discorso per i pezzi di ricambio, in particolare per i danni a corpo e pennino, che per le penne antiche ovvimente non sono più in produzione e si trovano semplicemente recuperandoli da altre penne antiche (o da qualche riparatore che ne ha acquisiti di antichi).

Però anche qui alcune penne antiche hanno dei notevoli vantaggi, una penna in celluloide è costruita con un materiale che è infrangibile, e se cade, anche senza arrivare a esagerazioni come quelle mostrate qui o qui, rimbalza, al più si graffia, ma non si rompe. Non come le costosissime penne in 'resina preziosa' di una marca molto nota, che se ti cadevan dal tavolo andavano in pezzi.

Un altro punto critico resta il pennino, che costituisce gran parte del valore della penna, e che ovviamente non è facile ritrovare nella stessa misura/morbidezza. Di nuovo un riparatore professionista può avere una scorta, ma è ovviamente molto più difficile trovarli ed in genere cambiarlo ha anche un costo aggiuntivo rispetto a comprarne uno di ricambio per una penna nuova dato che spesso non è immediato sostituirlo. Questo significa che con una penna antica avrai mediamente dei costi di riparazione percentualmente (rispetto al costo della penna stessa) più alti.

Se questi problemi riguardo il secondo punto ti sembrano superabili il mio suggerimento è una penna in celluloide, con caricamento a levetta, e di grande diffusione.

C'è poi una penna che potrebbe anche rispondere anche anche al secondo punto: una Esterbrook, prodotte da una fabbrica storica di pennini che iniziò a fare stilografiche economiche negli anni '30. Sono penne affidabili, che costano poco, hanno dei pennini di acciaio indistruttibili, che scrivono senza problemi e che erano costruiti per essere facilmente intercambiabili (come quelli delle penne attuali). Ed essendo state prodotte in grandi numeri con il pennino intercambiabile questi si trovano spesso in vendita su ebay come pezzi di ricambio.

Certo sono penne economiche, sdegnate da quei collezionisti che cercano le penne rare o i pezzi unici, ma erano costruite per essere appunto strumenti di scrittura di tutti i giorni, robuste e durevoli.

Simone
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Messaggio da Th3Mask »

Buongiorno a tutti!

Vorrei consultarmi con voi in merito ad una semplice (ma altrettanto complicata) scelta.

Sarò diretto: quale penna usate quotidianamente?

E vorrei aggiungere.. io ho intenzione di usare una TWSBI 580 Demonstrator con inchiostro Irish Green MB.. pensate che il colore possa recarmi problemi? E se lo facessi diventare un "verde petrolio", mischiandolo con un nero sempre MB? Consigli? Grazie a tutti! :D
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ciro
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Messaggio da ciro »

Ciao,
Come è emerso in diverse discussioni la libertà di scelta del colore, al di la del contesto, la fa la tua posizione nella catena alimentare.
Meno sei soggetto ai predatori meno persone obbietteranno il tuo scritto in verde.

C'è anche l'opzione in cui l'ambiente non reagisce ai tuoi colori, come nel mio caso, e sei in grado di utilizzare quello che vuoi a prescindere dalla tua posizione.

Saluti,
Ciro
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Messaggio da Maruska »

per quanto riguarda l'inchiostro mi allineo alla risposta di Ciro, per quanto riguarda la penna invece ti consiglio la Twsbi Eco invece della Twsbi 580
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stanzarichi
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Messaggio da stanzarichi »

Se vuoi un colore petrolio, valuta il sailor sei boku.

Per quanto riguarda l'uso quotidiano io alterno una 149 caricata proprio com il sei boku e una Visconti Duomo Modena caricata con il kiwa guro.
Riccardo
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Messaggio da Th3Mask »

Allora.. concerne L'inchiostro appartengo alla stessa vostra scuola di pensiero.. però sfido chiunque a convincere un notaio a farvi firmare (chiunque voi siate o chiunque io sia) con una penna verde (almeno qui in Italia).

Per quanto riguarda la penna, penso proprio userò la TWSBI 580 Diamond carica con Montblanc Irish Green per qualunque occasione quotidiana, sia formale che informale anche, ma non sempre; sia a casa che in trasferta.. mentre invece, per gli atti notarili esclusivamente e le situazioni di gala, ci vuole senz'altro un inchiostro nero (anche non permanent, tanto a me poco importa.. preferisco trattare meglio le mie penne!), un bel Mistery Black Montblanc.. su di una Montblanc 144. Non voglio esagerare con la Voltaire: il giorno in cui deciderò di usarla, sarà il giorno in cui ne avrò un'altra uguale..
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MaPe
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Messaggio da MaPe »

Th3Mask ha scritto:Allora.. concerne L'inchiostro appartengo alla stessa vostra scuola di pensiero.. però sfido chiunque a convincere un notaio a farvi firmare (chiunque voi siate o chiunque io sia) con una penna verde (almeno qui in Italia).

Per quanto riguarda la penna, penso proprio userò la TWSBI 580 Diamond carica con Montblanc Irish Green per qualunque occasione quotidiana, sia formale che informale anche, ma non sempre; sia a casa che in trasferta.. mentre invece, per gli atti notarili esclusivamente e le situazioni di gala, ci vuole senz'altro un inchiostro nero (anche non permanent, tanto a me poco importa.. preferisco trattare meglio le mie penne!), un bel Mistery Black Montblanc.. su di una Montblanc 144. Non voglio esagerare con la Voltaire: il giorno in cui deciderò di usarla, sarà il giorno in cui ne avrò un'altra uguale..
Per gli atti notarili l'inchiostro non deve essere indelebile? :think:
Massimo
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Messaggio da Th3Mask »

Sì, per legge non importa il colore, ma importa l'indelebilità! Quindi in linea puramente teorica, posso usare un verde purché abbia la caratteristica di essere indelebile.

Il che è ben differente dalla linea pratica.. perché il notaio generalmente obbliga a firmare con il nero sia per "storico" che per indelebilità perché il nero è stato il primo inchiostro indelebile, e tuttora la maggior parte degli inchiostri neri sono indelebili. Quindi a me non importa di usare il "permanent black DI MB", mi basta il Mistery Black e va bene uguale anche se non c'è scritto permanent ma basta che sia nero (almeno per lui)..
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Messaggio da Th3Mask »

Pensate che al mio matrimonio, per evitare disguidi mi sono portato dietro la mia bellissima Montblanc Meisterstück a Sfera Nera per firmare l'atto. L'inchiostro è ovviamente indelebile e la qualità è alta pur essendo una penna a sfera. Diciamo che per l'occasione era più che adatta..

Nel momento della firma mi sento dire: "ehi! Fermo! Cosa volevi fare, barare? Devi usare la stilografica!" (Ovviamente con tono scherzoso)

Io, in quel momento mi sono girato.. senza parole ho preso in mano la stilografica da loro data in dotazione e ho firmato. Era inchiostrata di blu, un blu normalissimo da cartuccia.. di certo il nero della mia meisterstuck era di gran lunga più indelebile.. ma loro volevano che io firmassi con la stilografica.. e allora li ho accontentati.

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Messaggio da DerAlte »

Visto che siamo in argomento, rispolvero una vecchia discussione.
Perchè l'uso dell'inchiostro nero per i documenti notarili?
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Messaggio da ciro »

Io comunque, come si evince dalla mia firma, mi batto per le firme a colori.

È un mio diritto firmare con indelebile di qualsiasi colore voglia!
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Messaggio da Medicus »

Sarebbe più giusto : quali penne ...
Non è che ci sia una in particolare, si ci sono le preferite, ma io le uso un pò a rotazione.
Ora c'è la 146 e una penna in argento della CESA che non è magnifica e riscoperta proprio ieri ( regalo di laurea-mamma mia quanto tempo!-di mia cugina modenese : "Usala ve' !! certo che la uso :angel: ), però c'è anche la Pelikan M400 tortoise shell e un' altra che adesso non ho voglia di vedere qual' è.
Per l' inchiostro purtroppo, per lavoro, devo usare il nero, ma uso il Blue-Black Diamine, anche se a me piace molto il blu in tutte o quasi le sue sfumature.

A proposito , ciao collega Stanzarichi
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Messaggio da stanzarichi »

Medicus ha scritto:Sarebbe più giusto : quali penne ...
Non è che ci sia una in particolare, si ci sono le preferite, ma io le uso un pò a rotazione.
Ora c'è la 146 e una penna in argento della CESA che non è magnifica e riscoperta proprio ieri ( regalo di laurea-mamma mia quanto tempo!-di mia cugina modenese : "Usala ve' !! certo che la uso :angel: ), però c'è anche la Pelikan M400 tortoise shell e un' altra che adesso non ho voglia di vedere qual' è.
Per l' inchiostro purtroppo, per lavoro, devo usare il nero, ma uso il Blue-Black Diamine, anche se a me piace molto il blu in tutte o quasi le sue sfumature.

A proposito , ciao collega Stanzarichi
Non faccio fatica a credere che non ricordi quale penna hai in rotazione ;) un saluto e un abbraccio da Modena :)
Riccardo
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Messaggio da Th3Mask »

Ciro sono d'accordo con te.. infine ho spostato l'appuntamento col notaio a domani. E domani sarà il grande giorno. Però, vorrei fare innanzitutto delle considerazioni: dopo la lettura dell'atto e inserimento delle opportune modifiche, arriverà il momento in cui si dovrà firmare. In quel momento le opzioni sono le seguenti:

A. Prendo la penna data in dotazione dal notaio, probabilmente una bic nera, firmo con quella.

B. Porto le mie penne di vario colore tra cui la TWSBI caricata con inchiostro Verde permanente e prima della firma chiedo al notaio se posso utilizzarla (la risposta sarà sicuramente un "No secco"). A questo punto il bivio:

b1. Accetto il no del notaio e utilizzo un'altra penna da lui ammessa.

b2. Inizio a discutere col notaio perché la legge è dalla mia parte e ho tutti i requisiti per poter firmare con la mia penna e il mio bel verde permanente.

C. Faccio finta di niente, all'ultimo momento tiro fuori la mia bella TWSBI con verde e firmo rapido per poi magari farmi riprendere, annullare l'atto e ripetere il tutto da capo (oltre alla figura).

E voi cosa fareste?
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