Contro la crisi: la Summit S.65
Inviato: sabato 25 marzo 2017, 14:19
La presenza del gruppo cominciò a farsi sentire sensibilmente dalla metà degli anni Venti, quando fu introdotta la serie “H.”. Erano i cosiddetti “Anni ruggenti”, ormai abbastanza lontani dagli orrori della prima guerra mondiale e caratterizzati da un notevole sviluppo tecnico, da un’ottima natalità e da una situazione economica molto dinamica, anche se a rischio di speculazione, come la “Crisi del ‘29” avrebbe purtroppo ben presto dimostrato.
Il marchio “Summit”, acquisito dalla James Dixon Ltd di Southport, a circa 26 chilometri da Liverpool, aveva già fatto capolino sulle penne commercializzate da Curzons Ltd, ma acquisì vera notorietà proprio grazie alla serie “H.”, che conobbe un buon successo e diede il “la” al catalogo di penne della serie “S.”, senza dubbio la più famosa fra quelle prodotte a Liverpool.
Le prime stilografiche della serie “S.” assomigliavano parecchio a quelle della serie precedente, costituendo di fatto una sorta d’anello di collegamento fra due periodi storici.
Ne è un chiaro esempio la S.65 che vedete, che con tutta probabilità risale agli inizi degli anni Trenta ed è fabbricata in celluloide, con sezione ed alimentatore in ebanite e pennino d’oro a 14 carati.
Si tratta di uno dei primi esemplari di questa serie.
La clip rivettata, con la scritta “Curzons”, la leva d’alimentazione con estremità a cerchio, marcata “CL” (per “Curzons Limited”) e le forme della penna rimandano subito, visivamente, alle ultime stilografiche della serie “H.”. Per altro verso, va anche notato come le dimensioni e le forme della levetta ricordino molto da vicino quelle di alcuni modelli commercializzati da National Security e da Conway Stewart, entrambe ditte che si rivolsero anche al gruppo di Liverpool per la loro produzione.
Gli elementi di continuità con la serie “H.” si trovano anche nella sigla “S. 65” impressa in coda al fusto e nella scritta impressa sul corpo, dove campeggia il marchio “Summit” e dove si fa menzione del tipo di celluloide, definita “Unbreakable”, introdotta nel 1930 e più tardi ribattezzata “Eternite” (è ancora in corso, però, una ricerca storica tesa a stabilire se quest’ultima fosse invece una variante della celluloide diversa dalla “Unbreakable”).
La scritta, su tre livelli, recita: “Summit – London Unbreakable Liverpool – Curzons Ltd”.
Interessante il dettaglio dell’adesivo originale, che circonda ancora il cappuccio e che menziona la durata della garanzia: 5 anni. I colori dell’adesivo riprendono coerentemente quelli scelti dal gruppo sin dagli anni Trenta per le scatole ed i fogli d’istruzione delle penne a marchio “Summit”: l’avorio, il nero ed il rosso.
Il cappuccio porta 4 fori di aereazione in posizioni simmetriche.
Ed ecco le dimensioni principali:
- lunghezza chiusa: 131 mm
- lunghezza aperta: 128 mm
- lunghezza aperta con cappuccio calzato: 162 mm
- lunghezza del cappuccio: 58 mm
- lunghezza della sezione: 16 mm
- diametro del corpo: 11 mm
- diametro medio della sezione: 9 mm
- diametro del cappuccio: 12,8 mm
- peso (caricata): 18 gr
- peso del cappuccio: 6 gr
La scrittura si rivela pronta, esente da difetti, con un bel flusso. Il pennino, un bel medio obliquo anche se piuttosto piccolo, non è flessibile, ma abbastanza morbido, secondo la migliore tradizione Summit. Il bilanciamento è ottimo, anche con il cappuccio calzato. Il sistema di caricamento a leva laterale, pratico e semplice, promette efficienza e ben pochi problemi manutentivi.
Insomma, si tratta di un’ottima stilografica, fatta per scrivere senza affaticare né porre problemi, in linea con le aspettative di chi senz’altro l’acquistò, come accadeva allora, per un uso intenso e diuturno.
Ecco una prova di scrittura: La S.65 è una penna senza dubbio adatta ad una varietà di professioni: dal contabile al notaio, dal bancario al negoziante, dall’avvocato al professore. Le sue dimensioni, non eccessive, facilitano l’inserimento nel taschino, mentre la posizione relativa di corpo e cappuccio, una volta innestato quest’ultimo, la rendono adatta anche a mani molto grandi. E si può ben immaginare come questa penna abbia accompagnato il lavoro intenso di chi, con il proprio impegno, contribuì ad uscire dalla profonda crisi economica del 1929. Una penna versatile, affidabile e seria, ideale per il mercato inglese di quegli anni, ma che può donare molte soddisfazioni anche oggi…