Visconti Homo Sapiens - Bronze - impressioni
Inviato: lunedì 21 maggio 2012, 22:39
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Finalmente eccoci qua con la "prova su strada" della Homo Sapiens, che infiniti addusse pareri sul forum.
E' una penna della quale si è detto e stra-detto, pertanto la grande premessa è che mi soffermerò molto poco sulle caratteristiche tecniche, che ormai sanno anche i sassi (lavici) per sottolineare quelle che sono state e sono le mie impressioni personali sulla penna in esame e qualche comparazione.
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"Il pomo della discordia", come potrebbe essere intitolata la foto (su suggerimento di Stefano
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Come scrivo nel titolo, questa è la prima versione (che mi piace di più della steel-age), con le finiture in bronzo e dalle dimensioni generose.
La penna, ricordiamolo per la milionesima volta o giù di lì, è fatta di lava basaltica solidificata mischiata a resina. I materiali sprizzano innovazione da ogni poro, e lo intendo nell'accezione più letterale possibile: infatti la penna proprio per la sua composizione è porosa e pertanto igroscopica (tende ad assorbire i liquidi quali ad esempio il sudore delle mani).
Ancora, sempre grazie ai materiali la penna è virtualmente infrangibile e ignifuga. Quindi se state per partire per la guerra (basta prenderne una a caso, ce ne dovrebbe essere qualche centinaio in corso al momento), tranquilli: qualsiasi cosa vi succeda, la penna probabilmente vi sopravviverà. Ottimo, no?
Al tatto la lava (fatemela chiamare così per amor di brevità) rende piacevole sensazione di "gomma dura", assolutamente insensibile a qualsiasi tipo di graffio (e per me che sono un maniaco dell'infinitesimale, questo è senza dubbio un grande plus).
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Tutto questo in qualche modo lo si paga necessariamente in termini di peso: la homo sapiens non è una penna leggerissima, con i suoi oltre 50g di peso (comprensivi però del tappo, che da solo pesa quasi la metà del totale, per via dei due anelli di bronzo immagino) la HS non è la penna più leggera sul mercato, e scrivere col tappo "indossato" sbilancia parecchio la scrittura all'indietro.
Personalmente, non scrivo mai col cappuccio sul retro della penna (per motivi eminentemente estetici, di bilanciamento ma anche perchè non vorrei graffiare i materiali, che sia celluloide, resina, plastica etc), quindi è per me un non-problema, ma è giusto rilevarlo.
Per dare un'idea delle dimensioni, un paio di comparazioni:
Insieme alla Pelikan M800 "Golf"
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Insieme alla Vertice NATO-Russia 2002
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Insieme alla Visconti Giant, quella che sta per uscire .
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Il sistema di chiusura è "a baionetta": in sostanza un elementare ma sofisticato sistema di tacche e molle rende sostanzialmente impossibile lo svitamento accidentale.
Un sistema simile e probabilmente prodromico a questo era quello delle vecchie Van Gogh (del 98-99), del quale ho già detto nella relativa recensione.
Il meccanismo è funzionale, solo il tempo potrà dirci se è anche durevole o se tende all'usura.
Il sistema di caricamento è il proprietario "power filler". In sostanza un vacuum filler (sfrutta il principio del vuoto creato dall'estrazione/inserzione di una barra di titanio) che consente di inserire nella penna una notevolissima quantità d'inchiostro. Sicuramente non è un sistema intuitivo e per chi non ne ha mai usato uno simile può occorrere un po' di rodaggio e qualche prova prima di poterlo sfruttare al massimo delle sue potenzialità. Una volta padroneggiato dà le sue soddisfazioni (la steel age viene incontro anche a chi non ha voglia di sbattersi con questi sistemi, essendo presente sul mercato anche con un normale meccanismo a stantuffo).
I primissimi esemplari pare soffrissero di perdite nella parte in cui il pennino si unisce al corpo della penna: tale difetto posso assicurare che non esiste più, essendo stato aggiunto un pezzettino all'interno (gergo tecnico, si chiama proprio così!) che impedisce la fuoriuscita dell'inchiostro dalla sua sede.
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Sempre sul bronzo: tende ad ossidarsi e si viene a creare una patina che dà alla penna quel look "anticato" che per me è coerente con l'idea stessa della penna, la quale richiama sentimenti ancestrali e primordiali; per altri invece potrebbe essere considerato un difetto progettuale (e la "steel age" probabilmente nasce proprio per questo: la manutenzione estetica è per questo esemplare praticamente nulla), per ovviare al quale nella confezione è fornito anche un "cencino" per la lucidatura del bronzo. Quindi, a chi piace il look "antico" andrà bene la patina, tutti gli altri devono semplicemente mettere un po' di olio di gomito, il resto è fornito .
La penna è personalizzabile sul cappuccio col Visconti My Pen System (iniziale attaccate magneticamente). Dopo aver perso in un giorno la mia personalizzazione, ho rimesso il logo Visconti che fortunatamente non avevo buttato via
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In definitiva, come materiali, innovatività e qualità delle finiture è sicuramente un'eccellente penna.
Arriviamo al clou: la scrittura.
Qui devo fare una premessa. Durante il primo paio di giorni di convivenza con questa penna ho cercato più scuse possibili per scrivere, scrivere e scrivere, sia perchè è veramente piacevole da tenere in mano sia per il fatto che avevo bisogno di stress-testare l'oggetto.
Nonostante l'impatto fosse stato positivo, c'era qualche piccolo particolare che dopo un uso intensivo mi aveva colpito: piccoli "salti" nella scrittura, avvii esitanti. Una telefonata al direttore dello showroom a Firenze e il giorno stesso la stavamo provando insieme. Effettivamente le punte non erano esattamente allineate alla perfezione e mi ha cambiato il pennino sul posto e si è risolto tutto. Insomma, veloce ed efficace, come dovrebbe essere l'assistenza.
Detto questo. Il pennino è in palladio 23k (a proposito di innovazione), materiale che ormai è diventato la firma di Visconti. E' un fine che si può paragonare agli extra fine di Omas e Montblanc (motivo per il quale ho affiancato campioni di scrittura di tali esemplari).
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Lascio ogni commento alla solita pagina di scrittura su carta, che stavolta vede l'esordio di futuro grande fruitore (sembrerebbe) di stilografiche: il mio nipotino Carlo, che in poche righe ha catturato alcuni punti essenziali della HS.
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Nota molto importante: ho avuto delle serie difficoltà a scrivere le Bucoliche di Virgilio sulla mia mano, credo che dante dovrebbe seriamente prendere in considerazione il problema e vedere di porvi rimedio.
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Gl'inchiostri utilizzati sono stati: Visconti Seppia per la HS, Visconti verde per la Omas e Montblanc lavender per la MB149.
In definitiva, per questa penna è difficile dare giudizi sui singoli aspetti. Secondo me va presa in considerazione nel suo complesso come una penna estremamente originale e innovativa nel panorama attuale e che sicuramente merita l'attenzione che ha avuto e che sta avendo nel mondo. Nella mia collezione sicuramente occupa un posto di rilievo e spero che l'idillio non si guasti, per ora non ve ne sono le premesse.
E se non temessi di suscitare reazioni freudianamente fuorvianti, direi che l'epitome più sintetica e significativa con la quale mi esprimo su questa penna è: "ce l'ho sempre in mano".
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Come al solito inizio la recensione pieno di idee e di pensieri che via via che scrivo mi dimentico progressivamente, pertanto sentitevi liberi di chiedere qualsiasi cosa, sicuramente ho trascurato cose vitali
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Saluti dall'orsetto sapiens.