WATERMAN - Cartoline dal Passato
Inviato: venerdì 9 dicembre 2016, 11:13
Oggi vorrei sottoporre alla vostra attenzione una forma di réclame particolare: la “Cartolina Postale” pubblicitaria.
Era da parecchio tempo che, incuriosito dalle peculiarità del mezzo, ne andavo cercando un esemplare d’epoca: finalmente, all’ultimo mercatino milanese ne ho potuto acquistare ben due, appartenenti alla medesima campagna pubblicitaria…
In presentazione, una coppia di “Cartoline Postali” di cm.14x9 circa, realizzate dalla rinomata “Alfieri & Lacroix” Riproduzioni Fotomeccaniche di Milano, per il committente “WATERMAN’S IDEAL FOUNTAIN PEN”.
La prima è una cartolina “viaggiata”, partita da Milano il 5 Agosto 1920 e giunta a Cuasso al Monte (oggi in provincia di Varese, sulla sponda italiana del Lago di Lugano) due giorni dopo...
Sul fronte, un disegno che mostra i ruderi di un castello, molto simile (a tantissimi ruderi
ma anche) al “Castelasc” di Cuasso al Monte ove risiedeva il destinatario della cartolina…
Ma è la didascalia che ci interessa:
A Falchetto[?] – DAL VERO
ESEGUITO CON PENNA WATERMANN N[ro] 14
In essa la firma dell’autore del disegno [Alberto Falchetti (1878 – 1956), rinomato artista piemontese, potrebbe storicamente e stilisticamente essere l’autore dei disegni, ma le sue firme su opere del 1906 appaiono differenti…] precede un tremendo eppure non inconsueto errore di ortografia (due “N” in Waterman in luogo di Waterman’s, in un malriuscito connubio di inglese e tedesco)!!
Stesso “problemino” anche nella seconda cartolina da me acquistata,
un esemplare non “viaggiato”, pronto da spedire…
Ho potuto anche (solo) visionare una terza di queste cartoline postali, di soggetto differente, ma sempre con lo stesso errore di ortografia nella didascalia: quindi, tre su tre, fanno un’intera “campagna pubblicitaria” con il brand-name del committente storpiato (solo nel disegno sul fronte, però).
Il tentativo di datazione può essere condotto osservando il logo del Produttore che presenta sullo sfondo il mappamondo con le calotte divise in sei spicchi (e non 8 o 10, o con le regioni polari bianche come nelle realizzazioni “italiane” del Concessionario L&C Hardtmuth, che pure non “inclinava” le “a” della scritta), che secondo le pubblicità raccolte dal nostro Wiki comparve intorno al 1910 negli U.S.A. ed in Italia solo nel 1913 (come verificheremo nel prosieguo dell’articolo): questo è il limite inferiore, compatibile anche con la denominazione della penna come N.ro 14 (numerazione mantenuta anche dopo il 1917). Il limite superiore è rappresentato, ovviamente, dal timbro postale (1920)… Quindi una campagna che potrebbe essere iniziata subito prima dello scoppio della I Guerra Mondiale (1914) e proseguita anche dopo la sua fine.
Ma l’informazione che la didascalia delle cartoline vorrebbe soprattutto comunicare è che il disegno sul fronte è stato eseguito con una Waterman’s Ideal 14: una eyedropper in ebanite, con cappuccio ad incastro e pennino #4.
Così indicata la penna sarebbe il “modello base” della mia 14 GM (gold mounted, con anelli cesellati) prodotta in U.S.A. circa nel 1910, qui recensita, venduta in Italia dal Concessionario L&C Hardtmuth con la sua clip personalizzata prima del 1914, quando per motivi politico/militari al Produttore tedesco fu tolta la rappresentanza delle penne americane.
Vista la scelta del tipo di cartolina postale (che parla di una stilografica) e soprattutto, una seconda cartolina Waterman con un altro soggetto indirizzata alla stessa persona (che forse acquisterò la prossima volta al mercatino), potremmo legittimamente presumere che anche il testo della cartolina “viaggiata” sia stato vergato proprio con una penna come quella servita per effettuare la copia dal vero…
Con la piccola prova di tratteggio che allego, mi sento di confermare che la Waterman #14, con il suo fantastico EF di partenza, era assolutamente in grado di eseguire i disegni che le vengono orgogliosamente attribuiti…
Alle due cartoline postali testé commentate vorrei affiancare anche una (rara) pubblicità del 1913, quindi coeva, che ci mostra un identico logo “Waterman” e ci presenta la stessa “famiglia” di penne (1x):
WATERMAN – modelli 1x – 1913-06-22. L’Illustrazione Italiana, Anno XL N.25, pag. 627.
La prima particolarità, che balza all’occhio, è l’assenza di ogni riferimento al Concessionario (all’epoca ancora L&C Hardtmuth).
La seconda è la firma dell’autore, il grande Cappadonia (allora solo venticinquenne), che evidentemente nella prima fase della carriera si firmava “Kdonia”: il suo disegno, come sempre d’effetto, lascia intendere al fruitore che le Signore eleganti, i Poeti in giacca da camera e gli uomini d’affari con i bronzetti sul camino erano i destinatari privilegiati dello strumento di scrittura, con il quale li vediamo effettivamente scrivere…
Ah, potenza della Pubblicità!! Se non ce l’avessi già, e se già non fosse addirittura la mia penna preferita, correrei a cercarmene una…
Grazie per l’attenzione!
Giorgio
Era da parecchio tempo che, incuriosito dalle peculiarità del mezzo, ne andavo cercando un esemplare d’epoca: finalmente, all’ultimo mercatino milanese ne ho potuto acquistare ben due, appartenenti alla medesima campagna pubblicitaria…
In presentazione, una coppia di “Cartoline Postali” di cm.14x9 circa, realizzate dalla rinomata “Alfieri & Lacroix” Riproduzioni Fotomeccaniche di Milano, per il committente “WATERMAN’S IDEAL FOUNTAIN PEN”.
La prima è una cartolina “viaggiata”, partita da Milano il 5 Agosto 1920 e giunta a Cuasso al Monte (oggi in provincia di Varese, sulla sponda italiana del Lago di Lugano) due giorni dopo...
Sul fronte, un disegno che mostra i ruderi di un castello, molto simile (a tantissimi ruderi
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A Falchetto[?] – DAL VERO
ESEGUITO CON PENNA WATERMANN N[ro] 14
In essa la firma dell’autore del disegno [Alberto Falchetti (1878 – 1956), rinomato artista piemontese, potrebbe storicamente e stilisticamente essere l’autore dei disegni, ma le sue firme su opere del 1906 appaiono differenti…] precede un tremendo eppure non inconsueto errore di ortografia (due “N” in Waterman in luogo di Waterman’s, in un malriuscito connubio di inglese e tedesco)!!
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Il tentativo di datazione può essere condotto osservando il logo del Produttore che presenta sullo sfondo il mappamondo con le calotte divise in sei spicchi (e non 8 o 10, o con le regioni polari bianche come nelle realizzazioni “italiane” del Concessionario L&C Hardtmuth, che pure non “inclinava” le “a” della scritta), che secondo le pubblicità raccolte dal nostro Wiki comparve intorno al 1910 negli U.S.A. ed in Italia solo nel 1913 (come verificheremo nel prosieguo dell’articolo): questo è il limite inferiore, compatibile anche con la denominazione della penna come N.ro 14 (numerazione mantenuta anche dopo il 1917). Il limite superiore è rappresentato, ovviamente, dal timbro postale (1920)… Quindi una campagna che potrebbe essere iniziata subito prima dello scoppio della I Guerra Mondiale (1914) e proseguita anche dopo la sua fine.
Ma l’informazione che la didascalia delle cartoline vorrebbe soprattutto comunicare è che il disegno sul fronte è stato eseguito con una Waterman’s Ideal 14: una eyedropper in ebanite, con cappuccio ad incastro e pennino #4.
Così indicata la penna sarebbe il “modello base” della mia 14 GM (gold mounted, con anelli cesellati) prodotta in U.S.A. circa nel 1910, qui recensita, venduta in Italia dal Concessionario L&C Hardtmuth con la sua clip personalizzata prima del 1914, quando per motivi politico/militari al Produttore tedesco fu tolta la rappresentanza delle penne americane.
Vista la scelta del tipo di cartolina postale (che parla di una stilografica) e soprattutto, una seconda cartolina Waterman con un altro soggetto indirizzata alla stessa persona (che forse acquisterò la prossima volta al mercatino), potremmo legittimamente presumere che anche il testo della cartolina “viaggiata” sia stato vergato proprio con una penna come quella servita per effettuare la copia dal vero…
Con la piccola prova di tratteggio che allego, mi sento di confermare che la Waterman #14, con il suo fantastico EF di partenza, era assolutamente in grado di eseguire i disegni che le vengono orgogliosamente attribuiti…
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La prima particolarità, che balza all’occhio, è l’assenza di ogni riferimento al Concessionario (all’epoca ancora L&C Hardtmuth).
La seconda è la firma dell’autore, il grande Cappadonia (allora solo venticinquenne), che evidentemente nella prima fase della carriera si firmava “Kdonia”: il suo disegno, come sempre d’effetto, lascia intendere al fruitore che le Signore eleganti, i Poeti in giacca da camera e gli uomini d’affari con i bronzetti sul camino erano i destinatari privilegiati dello strumento di scrittura, con il quale li vediamo effettivamente scrivere…
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Ah, potenza della Pubblicità!! Se non ce l’avessi già, e se già non fosse addirittura la mia penna preferita, correrei a cercarmene una…
Grazie per l’attenzione!
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Giorgio